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15 Maggio 2023
11:00

L’Italia in cui si fanno ancora figli: il caso di Trento e Bolzano

Nel gelo dell'inverno demografico italiano le provincie di Trento e Bolzano continuano a rappresentare un'eccezione in controtendenza rispetto al trend nazionale. Ma come mai in questi territori la natalità è più alta? Merito di politiche mirate e un'ottima conciliazione tra lavoro e famiglia.

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L’Italia in cui si fanno ancora figli: il caso di Trento e Bolzano
Demografa
Trento e Bolzano: fari di natalità

Il numero di nati in Italia è in flessione da tempo. Da oltre un milione di nati nel 1964, anno di picco del baby boom, nel 2022 le nascite sono scese per la prima volta nella storia d’Italia sotto le 400 mila unità. Allo stesso modo, è diminuito nel tempo il numero medio di figli per donna che ha raggiunto il minimo di 1,19 nel 1995, per risalire poi durante i primi anni 2000 a 1,46, ma in concomitanza con l’inizio della crisi economica a fine anni 2000, inizia una nuova discesa, e il tasso di fecondità totale si assesta intorno agli 1,24 figli per donna nel 2022.

Questi dati, però, sono medie che mascherano delle consistenti differenze territoriali. Secondo l’ultimo report Istat pubblicato lo scorso aprile, in Trentino-Alto Adige si registra la fecondità più alta d’Italia e in Sardegna quella più bassa, rispettivamente con un tasso di fecondità dell’1,51 e 0,95 figli per donna nel 2022 .

In particolare, è la Provincia Autonoma di Bolzano il territorio con la fecondità in assoluto più alta d’Italia e in netta controtendenza con il trend Italiano degli ultimi decenni: qui il numero di nati è piuttosto stabile dal 1990. La fecondità di Bolzano è più vicina a alla Francia o Danimarca (rispettivamente pari a 1,84 e 1,72 nel 2021, Fonte: Eurostat) che non al resto d’Italia.

L’andamento della fecondità è invece diverso nella Provincia Autonoma di Trento: qui si registra dapprima un aumento graduale dalla fine degli anni ’90, fino a raggiungere gli 1,66 figli per donna nel 2011 e poi si registra un calo fino a raggiungere 1,37 figli per donna nel 2022 – comunque un livello superiore rispetto a quello nazionale.

Perché si fanno mediamente più figli nelle due province autonome di Trento e Bolzano?

Oltre alla maggiore fecondità, le due Province Autonome sono accomunate da una maggiore occupazione femminile rispetto al resto d’Italia, un benessere economico generalmente più elevato e un mix di politiche provinciali a sostegno della natalità e delle famiglie più generose rispetto alle politiche nazionali.

Nel caso di Bolzano, ad esempio, vi sono politiche sociali provinciali di sostegno economico alle famiglie con figli, non solo quelle più svantaggiate. Questi sostegni spaziano da agevolazioni a fondo perduto per l'acquisto della prima casa (Fonte), agli assegni familiari per i figli.

I nuclei familiari con redditi e patrimoni sotto gli 80mila euro, ad esempio, hanno diritto ad un assegno familiare pari a 200 euro a mese per figli sotto i 3 anni, a cui si aggiunge un ulteriore somma che varia in base alla condizione economica e alla composizione del nucleo familiare. Questi aiuti economici, eliminano le barriere strutturali e facilitano il raggiungimento, per chi la desidera, di una famiglia numerosa.

Nelle politiche sociali c’è poi anche una forte attenzione ai servizi per la prima infanzia. Il comune di Bolzano registra 67,5 posti per 100 bambini sotto i 3 anni di età nei servizi socio-educativi per la prima infanzia – un tasso altissimo se pensiamo che la media italiana è di 32,8 posti per 100 bambini (Fonte). Si tratta prevalentemente di servizi integrativi e di natura privata: tagesmutter, ovvero Servizi educativi Domiciliari, decisamente poco diffusi sul territorio italiano.

Vi è poi attenzione alla conciliazione tra genitorialità e lavoro – non solo nei confronti delle mamme, ma anche dei papà: i padri che usufruiscono del congedo parentale entro i primi 18 mesi di vita dei figli e per un periodo minimo di due mesi, ricevono 400 euro mensili in aggiunta al 30% dello stipendio previsto dalle misure nazionali.

Politiche simili si riscontrano anche nella Provincia Autonoma di Trento

Non è un caso che lo standard Family Audit –lo strumento di certificazione che qualifica le organizzazioni attente alle esigenze di conciliazione famiglia-lavoro dei propri dipendenti– nasca da una sperimentazione avviata in Trentino già nel 2005, ora espanso a livello nazionale.

Non stupisce, quindi, che da una recente indagine condotta da AFI-IPL seguendo lo standard riconosciuto a livello europeo dell’European Working Conditions Survey, emerge che la percentuale di Altoatesini e Trentini che dichiarano  come "molto buona" o "buona" la conciliazione degli orari di lavoro con impegni familiari e sociali è migliore rispetto alla media italiana.

L’eccezionalismo di Trento e Bolzano

La dinamica della fecondità italiana negli ultimi decenni è stata eccezionale, tra le più basse del mondo e per un periodo relativamente lungo.

Le due province autonome di Trento e Bolzano, pur condividendo con il resto d’Italia i trend di lungo periodo di calo del numero medio di figli per donna osservato dagli anni del baby boom degli anni ‘60, si distinguono.

La fecondità delle due Province Autonome  di Trento e Bolzano quindi è eccezionale rispetto all’eccezionalismo demografico italiano e da qui bisognerebbe partire per disegnare al meglio politiche pubbliche a supporto della natalità per l’Italia, cioè per permettere alle persone che lo desiderano di diventare genitori e di raggiungere il numero di figli desiderato.

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