Lo stadio senso-motorio di Piaget è uno degli stadi dello sviluppo cognitivo del bambino fino all'adolescenza che lo studioso ha individuato. Questo stadio è suddiviso a sua volta in 6 sotto-stadi: se pensiamo a quanti cambiamenti possiamo osservare in un bimbo dalla nascita ai 2 anni, non ci sorprenderà infatti che Piaget stesso ha ritenuto necessario individuare tappe evolutive più specifiche all’interno di questo range.
- 1Dalla nascita a 1 mese: esercizio dei riflessi innati
- 21-4 mesi: reazioni circolari primarie e primi adattamenti acquisiti
- 34-8 mesi: reazioni circolari secondarie
- 48-12 mesi: coordinazione degli schemi secondari e applicazione a situazioni nuove
- 512-18 mesi: reazioni circolari terziarie
- 618-24 mesi: invenzione di nuovi mezzi, stadio della rappresentazione cognitiva
- 7Lo stadio senso motorio: cosa fa il bambino e cosa fare con lui?
- 8La permanenza dell’oggetto
Dalla nascita a 1 mese: esercizio dei riflessi innati
I riflessi sono reazioni innate, non controllate dal bambino, che tuttavia li applica in situazioni sempre più numerose e mostra i primi accomodamenti: muove ad esempio la testa o le labbra per cercare il capezzolo che inizialmente succhiava solo quando messo in bocca. In questo stadio l’egocentrismo è radicale, senza consapevolezza né di sé stesso né del mondo fuori da sé.
1-4 mesi: reazioni circolari primarie e primi adattamenti acquisiti
Quando il bambino muovendosi casualmente trova un risultato interessante, lo ripete più volte. Piaget chiama questo comportamento reazione circolare primaria in quanto è centrata sul corpo del bambino. Ecco nascere le prime abitudini, ossia la costituzione di primi nuovi schemi: ad esempio succhiare il pollice, gesto prima fatto occasionalmente, diventa ora un atteggiamento sistematico grazie all’integrazione tra schema di suzione e movimenti della mano. Gli scambi tonico-emozionali e di sguardo con la madre inoltre favoriscono l’emergenza di intenzionalità e reciprocità.
4-8 mesi: reazioni circolari secondarie
In questa fase cresce principalmente l’interesse per la realtà esterna: la novità viene ancora scoperta casualmente ma il bambino ripete non solo azioni che hanno avuto risultati interessanti su di sé, ma anche azioni che hanno avuto risultati interessanti sull’ambiente. Importante in questa fase l’integrazione tra schemi visivi e prensione: il bambino afferra infatti gli oggetti visti e li porta poi davanti agli occhi.
8-12 mesi: coordinazione degli schemi secondari e applicazione a situazioni nuove
Il bambino utilizza gli schemi appresi precedentemente in situazioni a lui nuove e per scopi diversi. Scopre sempre più l’esistenza di un mondo fuori di sé, che lo porta a esplorare gli oggetti attraverso tutti gli schemi di azione disponibili (succhiare, strofinare, sbattere, lanciare).
12-18 mesi: reazioni circolari terziarie
In questa fase vi è il passaggio dalle condotte “conservatrici” spiegate in precedenza a condotte “innovatrici”: il bambino non si limita infatti a ripetere gli schemi acquisiti, ma li varia e li modifica alla ricerca della novità.
Questa sperimentazione attiva porta alla scoperta di mezzi nuovi: Piaget individua alcune attività tipiche di questo stadio quali le condotte di supporto ( avvicinare a sé un oggetto attirando a sé il supporto su cui è poggiato), della cordicella (usare la cordicella per entrare in possesso di un oggetto) e del bastone (usandolo per raggiungere oggetti lontani).
18-24 mesi: invenzione di nuovi mezzi, stadio della rappresentazione cognitiva
Il bambino non procede più né casualmente né per prove ed errori, ma “prevede” l’effetto che avrà la sua azione. Le azioni sono quindi interiorizzate: questo porta alla maturazione della capacità di rappresentazione mentale, si ha quindi lo sviluppo completa della permanenza dell’oggetto ed il corpo stesso del bambino è percepito come oggetto in mezzo agli altri, che esistono a prescindere dalla propria azione e percezione, e può immaginare i propri spostamenti nello spazio.
Lo stadio senso motorio: cosa fa il bambino e cosa fare con lui?
Nello stadio senso motorio il bambino passa da agiti involontari innati (riflessi) a scoprirsi come individuo capace di agire sull’ambiente: in questi primi due anni di vita esplode lo sviluppo motorio, cognitivo, comunicativo e relazionale del bambino.
Che attività proporre quindi concretamente a lui? Ciò di cui si ha maggiormente bisogno in questa fase è un ambiente, sia fisico che relazionale, tranquillo e sicuro dove poter fare esperienze e sperimentare gli schemi acquisiti man mano. Dai primi contatti, sguardi e scambi in braccio alla mamma, con cui il bambino sperimenta prima la fusione e poi man mano la separazione, a tutto ciò che può essere stimolante a livello sensoriale sino ad arrivare ai primi giochi più strutturati: il genitore può offrirsi e offrire materiale in base all’interesse del bambino e alle sempre nuove competenze. Ecco quindi, oltre all’esplorazione del proprio corpo, succhiando manine e piedini, le prime carte ad alto contrasto, oggetti di varia forma e consistenza da esplorare oralmente e con le mani, passando poi a travasi e giochi causa-effetto. Non serve insomma attrezzarsi con giochi iper strutturati o super specifici: il materiale destrutturato (oggetti della vita quotidiana, palle, scatole, teli, cubi ecc) in questa fase offre infinite possibilità e sarà il bambino stesso a stupirci sui mille usi che ne inventerà!
La permanenza dell’oggetto
Acquisizione fondamentale in questa fase è il raggiungimento della permanenza dell’oggetto, ossia del comprendere che un oggetto esiste anche se non può essere rilevato dai nostri sensi e quindi non possiamo vederlo, toccarlo, gustarlo ecc: “banalmente”, se nascondo un giochino dietro un telo so che questo continua ad esistere…Non è così scontato!
Il bambino per raggiungere questa consapevolezza passa attraverso diverse fasi:
- dapprima segue con lo sguardo un oggetto in movimento, poi trova un oggetto nascosto solo parzialmente, fino a cercalo anche se nascosto completamente ma, se nascosto in due posti differenti, lo cerca dove l’ha trovato l’ultima volta;
- solo verso i due anni sposta tutto ciò che nasconde l’oggetto per trovarlo e riesce a “immaginare” gli spostamenti.
Perché è così fondamentale questa acquisizione? Il bambino ha fatto un passaggio enorme da “ciò che non vedo non esiste” a “il mondo attorno a me esiste anche senza che io lo percepisca direttamente”! Ancora, fondamentale ricordarsi che ciò non vale solo per gli oggetti ma anche per le persone: ecco quindi che il bambino capisce man mano che la mamma c’è anche se non la vede, non ha più bisogno di seguirla anche in bagno! Possiamo accompagnare il bambino in questa acquisizione giocando al noto cucù, facendo scomparire e ricomparire giocattoli e pupazzi. Sicuramente sapendo questo capiamo che è importante, quando lasciamo il bambino a casa o al nido, evitare di “scomparire” senza farsi vedere per non vederlo piangere ma è anzi importante salutarlo in modo rassicurante e fermo.