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7 Marzo 2024
13:00

L’Odissea delle gite scolastiche per gli studenti italiani: lunga burocrazia, insegnanti sottopagati e prezzi altissimi

Per gli studenti italiani è davvero complicato andare in gita, la burocrazia è molto lenta e i costi lievitano. Inoltre, sono sempre meno gli insegnanti disposti ad andare in gita scolastica senza ricevere l'indennità di missione. I genitori dell'associazione AGe Toscana hanno dunque scritto una petizione indirizzata a Valditara e all'ANAC.

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L’Odissea delle gite scolastiche per gli studenti italiani: lunga burocrazia, insegnanti sottopagati e prezzi altissimi
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Le gite scolastiche sono un’Odissea, ma solo nella burocrazia, perché a differenza del protagonista dell’omonimo poema omerico gli studenti italiani non riescono a partire né per terra, né per mare.

I problemi che relegano i ragazzi tra i banchi o al massimo li portano a partecipare a una gita di poche ore al museo cittadino, senza far scoprire loro la bellezza del mondo esterno e senza far vivere loro l’esperienza formativa di una gita scolastica sono una catena. Si parte dalla burocrazia lenta e alla quale il personale scolastico non è preparato, si passa per le segreterie oberate di lavoro e si arriva agli insegnanti, poco tutelati e poco pagati, sempre meno desiderosi di portare i ragazzi in uscita scolastica.

La burocrazia complicata e lenta

Questa concatenazione di sfortunati eventi inizia con le difficili pratiche burocratiche per ottenere i finanziamenti necessari alla scuola per le gite. La delibera 528 emanata dall’ANAC (autorità nazionale anticorruzione) nel 2023 ha stabilito che le scuole per le gite scolastiche, avessero bisogno di iscriversi alla piattaforma di mercato elettronico MePA per rendere più limpida la burocrazia.

Non solo, con il decreto legge 36 del 2023 le scuole che si registrano a questa piattaforma per le gare d’appalto devono anche iscriversi tra le stazioni appaltanti qualificate se hanno intenzione di stipulare contratti sopra i 140.000€ (cifra che quando si tratta di gite scolastiche di più giorni spesso viene abbondantemente superata). Il tutto senza che il personale scolastico e le segreterie siano mai stati formati. La cavillosità del percorso, si somma ad una situazione delle segreterie scolastiche spesso oberate di lavoro, e alla lentezza che queste piattaforme e procedure talvolta portano con sé.

La lentezza si traduce poi in costi che lievitano tra alberghi, musei e spostamenti, si stima che la piattaforma MePa impieghi circa 35 giorni ad inserire la richiesta, tempo durante il quale spesso scadono i preventivi per le gite che le scuole erano riuscite a ottenere.

I docenti sottopagati

I docenti in gita scolastica non ricevono l’indennità di missione (o di trasferta), quel surplus sullo stipendio che i lavoratori dipendenti che si spostano per un periodo provvisorio hanno diritto a ricevere, come stabilito dalla Legge 266/2005, art. 1, comma 213 poi aggiornata dalla Legge 122/2010 art. 6 comma 12. Se gli insegnanti hanno diritto ad un rimborso dei pasti per una cifra che si aggira attorno ai 20€ giornalieri e ai biglietti per gli spostamenti e per gli ingressi in strutture private, presentando la ricevuta, non vengono pagati per le ore in più di servizio, trascorse ad occuparsi di orde di studenti. Solo se le gite comprendono anche la domenica gli insegnanti hanno diritto al rimborso per le ore svolte in quel giorno o al riposo.

Un insegnate di scuola primaria ha lasciato la sua testimonianza in una petizione firmata dai genitori contro le difficoltà che i figli riscontrano nel poter andare in gita:

«Non viene considerato alcun rimborso per il servizio prestato in più… neppure il recupero delle ore, perciò la tendenza è quella di fare mini-uscite in orario scolastico, privando i bambini dell'opportunità di fare esperienze formative un po' più lontane dall'hinterland della propria città. Può sembrare affare di poco conto, ma nel tempo saranno sempre meno i docenti disponibili ad assumersi gli oneri e i rischi delle uscite. Non è assolutamente concepibile che un impegno continuativo dalle 7 del mattino alle 22 venga considerato esclusivamente come volontariato regalato ai bambini».

La protesta dei genitori

L’associazione dei genitori della Toscana (AGe) ha dunque deciso di far girare una petizione sul sito Charge.org, indirizzata all’ANAC e al Ministro Valditara per mettere in luce tutte queste difficoltà di istituti scolastici, insegnanti e famiglie. I genitori nel testo chiedono:

1) la rimozione dell’ per le scuole dell’obbligo di doversi iscrivere alla piattaforma MePa, per ridurre la procedura molto lunga

2)il riconoscimento dell’indennità di missione per il personale scolastico che accompagna gli alunni in gita d’istruzione

3) Una regolamentazione da parte dei Consigli d’Istituto che consenta la partecipazione oltre che ai docenti a tutto il personale ATA o ai genitori, se non si riesce a raggiungere il numero minimo di accompagnatori.

Di tutta risposta il Ministro dell'Istruzione del Merito Valditara, in accordo con l’ANAC ha sospeso tra l’8 marzo e il 30 settembre l’obbligo da parte delle scuole di iscriversi come società appaltatrici al superamento dei 140.000 euro, una piccola vittoria che però non arresta i molti problemi per i quali gli studenti italiani tra le loro esperienze formative non possono annoverare una gita o uno periodo di studio all'estero.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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