In Europa è stata vietata la vendita di glitter per ridurre la dispersione di microplastiche nell’ambiente. La direttiva della Commissione Europea di Bruxelles è entrata in vigore il 15 ottobre come deterrente contro lo spargimento negli ambienti marini e terrestri di lustrini contenenti le piccole particelle di plastica, che secondo uno studio dell’Agenzia europea delle sostanze chimiche (Echa) confluiscono perfino nel sangue umano. È una stoccata ai giocattoli e alle bambole con brillantini, ai set di trucchi glitterati per i più piccoli, all’attività di truccabimbi, ai lavoretti con la colla glitter, ai biglietti d’auguri lustrinati, in nome di una causa superiore: la salvaguardia del Pianeta.
Secondo l’Ue, le nuove norme che vietano la vendita di prodotti contenenti microsfere di plastica (fra cui i glitter) contrasteranno il rilascio nell’ambiente di circa mezzo milione di tonnellate di microplastiche. Oltre ai glitter sfusi, vengono banditi cosmetici (smalti, rossetti, esfolianti, fondotinta), colle, biglietti d’auguri e giocattoli che contengono e/o rilasciano le piccole particelle di plastica, nonché specifici materiali utilizzati per superfici sportive (come campi di pallavolo e pallacanestro), detersivi, ammorbidenti, fertilizzanti, eccetera. L’obiettivo previsto dal progetto del Green Deal e dal piano di economia circolare è impedire la dispersione nell’ambiente di almeno il 30% di microplastiche entro il 2030.
Il divieto di vendita dei glitter sfusi, che si disperdono facilmente nell’ambiente, è il primo ad entrare in vigore, mentre per determinati cosmetici e prodotti contenenti piccole sfere di plastica le misure verranno applicate dopo un periodo più lungo, che dipende dalla complessità del prodotto, dalla necessità di riformularlo e dalla disponibilità di alternative sostenibili.
Da un’indagine italiana pubblicata nel 2022 è emerso che i bambini sono il target primario dei glitter, utilizzati in «bambole, pupazzi, paste da modellare, forcine per capelli e indumenti di ogni genere (cappelli, magliette, sandali, scarpe, borracce, astucci e zaini scolastici)» perché «tutto deve risplendere per sembrare più allegro e meno noioso (ai giovani non piace la noia)». Tuttavia, in tenera età difficilmente si è a conoscenza della natura nociva di quei brillantini particolarmente economici e presenti in innumerevoli prodotti commerciali e, quindi, del rischio che costituiscono per l’ecosistema.
I glitter, infatti, sono particelle di polimeri sintetici che misurano meno di 5 centimetri e risultano resistenti alla degradazione. Sono costituiti dalla comune plastica Pet, a sua volta rivestita con alluminio e materiali sintetici che donano al prodotto l’effetto riflettente.
I più piccoli, peraltro, potrebbero essere esposti a livello più elevati di microplastiche rispetto agli adulti. Uno studio pilota pubblicato sulla rivista ACS' Environmental Science & Technology Letters nel 2022 ha rilevato in feci e meconio di neonati microplastiche Pc e Pet – contenute per esempio in biberon, massaggiagengive, giocattoli e glitter utilizzati per lavoretti, vestiti e trucchi – in quantità fino a 10 volte superiori rispetto che negli adulti. Attualmente, tuttavia, si sa poco sull’entità dell’esposizione umana alle microplastiche e sui loro effetti sulla salute e i ricercatori della New York University School of Medicine, che hanno condotto la ricerca, hanno precisato che occorreranno studi più ampi per corroborare i risultati emersi.
Esistono, comunque, delle alternative più sostenibili ai glitter tradizionali, come i lustrini ecologici e biodegradabili. I ricercatori dell’Università di Cambridge, ad esempio, hanno elaborato un materiale innovativo ed ecosostenibile che conserva l’effetto brillante e cangiante, tipico dei glitter, pur provenendo dalla cellulosa di piante, frutta, verdura ed alberi. Diverse aziende di cosmetica stanno adottando da qualche anno il Bioglitter, materiale realizzato in cellulosa derivato dalle piante di eucalipto.