«Dobbiamo tornare agli elementi semplici». Questo è ciò che ci avrebbe detto il professor Giuseppe Levi, maestro e mentore di Rita Levi Montalcini (premio Nobel per la medicina nel 1986). Tante volte, infatti, lo studio della complessità fa perdere di vista i meccanismi che stanno alla base del corpo umano, ai quali però può essere molto significativo fare ritorno per comprendere fino in fondo alcuni concetti essenziali.
Il magnesio, ad esempio, è uno degli elementi a cui sembra il caso di ritornare. Se non altro per l’importanza che pare ricoprire all’interno dei meccanismi bio-fisiologici dell’organismo.
I benefici del magnesio
Se pensiamo al metabolismo di questa sostanza vale la pena ricordare, infatti, che tale elemento rappresenta il secondo ione più presente dentro le cellule e il quarto minerale più abbondante nell’intero organismo. Una sua carenza, pertanto, è stata associata a numerose patologie tra cui diabete, asma, osteoporosi ed insufficienza renale.
Si tratta di una sostanza purtroppo poco considerata nella quotidianità clinica anche se svolge un ruolo davvero importante per la fisiologia di cervello, cuore, sistema muscolare e scheletrico. Risulta inoltre essenziale nella sintesi di acidi nucleici (DNA e RNA) e proteine, nell’attività di centinaia di enzimi e, soprattutto, nella contrattilità neuromuscolare.
Il magnesio in gravidanza
È soprattutto a partire da quest’ultimo aspetto, quello cioè neuromuscolare, che sembra interessante valutare la relazione del magnesio con la gravidanza. Questo minerale gioca infatti un ruolo importante nella fisiologia del parto, del travaglio e della gravidanza.
Ma se da una parte l’utilizzo del magnesio solfato (MgSO4) come trattamento preventivo delle convulsioni in caso di pre-eclampsia o di crisi eclamptica in atto è già largamente praticato in ambito ospedaliero, diverso è quando si pensa ad un eventuale utilizzo del magnesio in ambiente domestico, nell’obiettivo più ampio di favorire l’equilibrio dello stesso in un periodo cruciale come quello della gestazione.
Vari studi sono stati condotti sull'argomento e tutti correlano i bassi livelli nel sangue di magnesio con il rischio aumentato di parto pretermine (cioè prima delle 37 settimane).
L’insorgenza di un travaglio pretermine può avere infatti cause varie tra cui un'alterazione delle funzioni biochimiche di base delle cellule del corpo: di questo aspetto il magnesio può essere uno dei principali responsabili.
A livello del circolo sanguigno è noto come la quantità di magnesio diminuisca progressivamente con l’avanzare della gestazione. Tale diminuzione si configura come fondamentale e gioca un ruolo molto importante nella fisiologia del parto in quanto risulta correlata direttamente all’insorgenza delle contrazioni uterine.
Ma facciamo un passo indietro: in che modo il magnesio, se ad un livello ottimale, potrebbe contribuire all’inibizione dell’attività contrattile dell’utero? Il meccanismo è relativamente complesso ma potremmo riassumere dicendo che l’aumento del magnesio dentro le cellule blocca i canali del calcio, aspetto che si traduce in riduzione dei crampi muscolari e dell’iperattività uterina.
Altri studi correlati all’utilizzo del magnesio in gravidanza, suggeriscono inoltre come l'integrazione orale con citrato di magnesio a partire dalla 25ma settimana di gestazione potrebbe addirittura ridurre il rischio di un aumento della pressione diastolica durante le ultime settimane di gestazione. In questo caso, nonostante le limitazioni dovute a studi che hanno coinvolto popolazioni molto eterogenee, i dati sono fortemente significativi e promettenti invitando un approfondimento della questione.
Il magnesio nella dieta: quali alimenti ne sono ricchi?
Prima ancora dell’integrazione artificiale è chiaro che la dieta rappresenta l’apporto principale di magnesio e altri minerali durante tutta la gravidanza.
I valori di assunzione consigliati per adulti e anziani sono pari a circa 250-350 mg al giorno mentre salgono a 450 mg per le donne in gravidanza e allattamento, per tutti i motivi già elencati.
Ma quali alimenti possono essere maggiormente ricchi di questa sostanza?
Risultano particolarmente ricchi di questo minerale alimenti come noci e mandorle, cacao, semi di zucca e di soia (e semi in genere), fagioli, grano tenero e, dal momento che il magnesio è un costituente essenziale della clorofilla, anche tutti i vegetali verdi.
Anche la crusca e il caffè vedono ottime quantità del minerale al loro interno ma, durante la gravidanza, dovrebbero essere assunti in modalità limitata: la prima perché abrasiva per l’intestino e il secondo per evitare un eccesso di caffeina nel corpo, con tutte le conseguenze del caso.
Le controindicazioni del magnesio in gravidanza
Se abbiamo ben compreso l’importanza del magnesio e i suoi benefici in gravidanza bisogna sempre tenere presente che l’obiettivo è l’equilibrio: come, infatti, è un problema la carenza lo può diventare anche l’eccesso.
Per quanto riguarda il magnesio gli effetti collaterali gravi sono comunque davvero rari: non si può tuttavia escludere la comparsa di sintomi come:
- nausea
- diarrea
- crampi allo stomaco
- debolezza muscolare
Il suo particolare rapporto, poi, con altri minerali come calcio e potassio, potrebbe certamente portare anche ad effetti collaterali più seri come la depressione del sistema nervoso centrale con disturbi dell’attività cardiaca e respiratoria.
Appurata anche la rarità degli effetti collaterali è ragionevole concludere dicendo che non mancano evidenze di come le alterazioni nel metabolismo del magnesio possano avere un impatto negativo sul decorso e sull’esito della gravidanza.
L’attenzione ad una corretta introduzione dietetica (tramite cibo o integrazione) del minerale durante la gestazione, potrebbe costituire un mezzo semplice e poco costoso per diminuire i problemi legati all’insorgenze precoce di contrazioni uterine e ad alterazioni pressorie collegate all’ultimo trimestre di gestazione.
Oltre a ridurre, naturalmente, l’incidenza di patologie come diabete, asma, osteoporosi e insufficienza renale e favorire la fisiologia di cervello, cuore, sistema muscolare e scheletrico. L’eventuale supplementazione dietetica, comunque, deve sempre essere valutata e consigliata dalla propria ostetrica o dal proprio ginecologo: solo i professionisti preparati, infatti, possono proporre la soluzione migliore.