La forza di una mamma sono i suoi bambini. E questa magia che si crea è stata sicuramente di grande aiuto per una giovane mamma marchigiana che ha dovuto affrontare un delicato (e per fortuna riuscito) intervento al cervello, per asportare un tumore nell'area che controlla la parola e il movimento del lato destro del corpo. Non è mai stata sola, accanto a sé ha sempre avuto il suo neonato.
La donna, che ha scoperto di avere un cancro in quello che avrebbe dovuto essere il momento più felice della vita, la gravidanza, è rimasta con il suo bambino, ancora in allattamento, per tutta la fase pre-operatoria. Il piccolo ha poi atteso con il papà la fine dell’operazione e si è ricongiunto alla sua mamma subito dopo, e così lei ha ripreso ad allattarlo.
In ospedale è stata allestita una camera con una culletta a fianco al letto della mamma, con tanto di panda-peluche, per far sentire la donna e il bambino "come a casa”. Non è solo un gesto di grande sensibilità. L’obiettivo è “normalizzare l'ospedalizzazione" e stemperare le ansie e i timori, che accompagnano malattie gravi e le relative cure.
L’equipe medica ha puntato molto sul ruolo del neonato: la mamma, durante l’operazione, è sempre stata sveglia "sapendo che il bambino era a pochi metri da lei, questo le ha dato forza e maggiore tranquillità, un'alleanza estremamente utile, quella con il piccolo". E non è tutto, perché questa operazione eseguita in awake (ovvero senza sedazione) permette di non interrompere l’allattamento, perché non sono necessari farmaci che potrebbero interferire con il latte.
L’operazione, che si è svolta presso l'Azienda ospedaliero universitaria delle Marche, è stata eseguita da un gruppo multidisciplinare costituito dall'equipe del neurochirurgo Roberto Trignani, responsabile del Reparto di Neurochirurgia generale con particolare interesse pediatrico, dai neurochirurghi Stefano Vecchioni e Michele Luzi, con il neuroanestesista Edoardo Barboni e in collaborazione con la neuropsicologa Silvia Bonifazi.