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25 Ottobre 2023
13:00

Mandano la bimba a scuola 4 giorni in un anno. I genitori vengono condannati nonostante la promozione

Due genitori hanno fatto ricorso alla condanna per aver mandato la loro bimba a scuola solo 4 giorni in un anno, perché la piccola è stata promossa. Per la Cassazione questo non basta, è stato violato il diritto all'istruzione della bimba, che prescinde dal suo rendimento.

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Mandano la bimba a scuola 4 giorni in un anno. I genitori vengono condannati nonostante la promozione
bimba elementari

L'obbligo dell'istruzione elementare per i bambini è importantissimo, a ribadirlo è stata la Corte di Cassazione, respingendo il ricorso di una coppia di genitori alla loro condanna per aver mandato la loro bimba a scuola, come specifica l'insegnante della piccola, solo 4 giorni durante l'intero anno scolastico scorso.

I genitori si sono appellati al fatto che la bimba, testata dagli insegnanti, è risultata, nonostante le assenze, idonea ad essere ammessa all'anno scolastico successivo. Inoltre si sono giustificati parlando di problemi fisici e difficoltà della famiglia, ma nulla è valso a evitare loro la condanna.

Nonostante il registro elettronico rilevasse più delle 4 presenze della bimba specificate dall'insegnante, le sue ore di assenza risultavano essere molte più che i 41 giorni di assenza dalle lezioni (pari a 1/4 del monte ore annuale) permessi agli alunni delle scuole primarie. Per tanto i suoi genitori sono stati accusati di non aver permesso alla bimba di accedere liberamente al suo diritto all'istruzione, tutelato dalla Costituzione.

A pagare per l'assenza della minore tra i banchi, non è stato il suo rendimento, una volta valutate le sue competenze come idonee al passaggio all'anno scolastico successivo, ma i genitori che hanno commesso a tutti gli effetti un reato penale. L'articolo 731 del Codice Penale specifica che chiunque è incaricato della vigilanza su un minore omette senza giusto motivo di impartirgli l'istruzione elementare è punito con una multa fino a 30€.

La Corte di Cassazione ha respinto il ricorso della mamma e del papà della bambina per diversi motivi. Innanzitutto i due non sono riusciti a portare prove riguardo le problematiche avute dalla piccola e dalla famiglia, in secondo luogo, ha specificato nella recente sentenza, l'ottimo rendimento dimostrato della bambina non basta a sollevarli dalle loro colpe. I genitori infatti hanno impedito alla piccola un suo diritto importantissimo, quello all'istruzione, tutelato dalla Costituzione all'articolo 2 e 30 comma 1. Questo diritto non è fatto solo di buoni voti e competenze scolastiche acquisite dai bambini durante gli anni scolastici, ma anche della possibilità, tra i banchi, di socializzare, sviluppare la sua personalità, fare amicizia e confrontarsi con insegnanti e coetanei.

In ultimo la Cassazione ha ricordato che questo reato è permanente, ossia si protrae per tutto il tempo di assenza da scuola della piccola e viene interrotto solo dal ritorno alla frequenza regolare sui banchi.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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