Il 23 dicembre alle 7.15 del mattino una bimba di pochi giorni è stata lasciata nella culla termica di Bari.
Mentre all'interno della Chiesa dedicata a San Giovanni Battista di Bari, don Antonio Ruccia e tutti i parrocchiani erano in fermento per l'imminente arrivo del Natale, una chiamata improvvisa è riuscita a fermare tutti i preparativi per un attimo. «Don, c'è una bimba nella culla termica!». La telefonata di pochi secondi che il parroco Antonio Ruccia ha ricevuto, lo ha riempito di adrenalina, facendolo correre incredulo davanti alla culla per la vita che si trova a pochi metri dalla parrocchia. All'interno il prete ha trovato, sveglia e vispa, una bimba di appena 10 giorni di vita, che lo ha guardato con due occhi grandi, in attesa di essere accolta tra le sue braccia.
Il periodo che precede le feste, è un momento fatto di attesa, felice per chi ha una famiglia o degli amici con cui condividerlo, ma per chi si trova in difficoltà, sicuramente molto complesso da affrontare. La culla termica, che don Ruccia ha tanto insistito per avere, deve essere stata per la famiglia della piccola un barlume di speranza in un periodo forse buio.
La struttura, è la versione moderna di quella che un tempo veniva chiamata la ruota degli esposti, e permette ai neo-genitori che per qualsiasi motivo non possono crescere il proprio neonato, di lasciarlo all'interno garantendogli le immediate cure dell'ospedale di riferimento. Una volta posizionato all'interno il fagotto, la culla si chiude, lascia il tempo al genitore per allontanarsi e rimanere anonimo, e poi dà l'allarme.
Lì, la bimba che il don ha deciso di chiamare Maria Grazia (che significa "dono di Dio") attendeva infatti solo di essere trovata, quando è suonata la sirena, il prete e gli operatori del 118 sono immediatamente accorsi, per prendersi cura della piccola.
La bimba indossava una tutina verde, uno smanicato rosa e un cappellino a righe bianche e azzurre, mentre oggi, rivela uno scatto inviato dal policlinico indossa una tutina rossa a tema Babbo Natale. La piccola a differenza dell'unico bambino che prima di lei è stato affidato alla culla ormai 3 anni fa, Luigi, non aveva nessun biglietto al suo fianco.
Maria Grazia è subito stata trasportata nel reparto di terapia intensiva neonatale del policlinico di Bari, per i primi accertamenti. Il professor Nicola Laforgia, direttore della neonatologia dell'ospedale, ha fatto sapere all'ANSA che la piccola sta bene e ha tutti i parametri vitali perfettamente nella norma. Intanto il nosocomio è tempestato da telefonate ed email di chi desidera prendersi cura come può della bimba, con aiuti economici, tutine, copertine, vestiario di ogni genere e anche del latte in polvere se serve.
L'ospedale ha ribadito che all'interno della struttura per le madri è possibile partorire in sicurezza in forma anonima, ma che anche la culla per la vita garantisce al neonato le immediate cure necessarie dopo la nascita.
Dal 24 dicembre sul cancello dinnanzi alla culla c'è un fiocco rosa che celebra la nascita della piccola Maria Grazia e il gesto coraggioso dei suoi genitori. A fianco si legge "Nessun bambino è un errore: se sei in una situazione difficile e non riesci a prenderti cura del tuo bambino, lascialo nella culla per la vita".
Un'antivigilia che i parrocchiani o forse l'intero Paese faticheranno a dimenticare, perché che si sia credenti o meno, durante le festività si attende sempre qualcosa, anche solo un messaggio di speranza. L'arrivo di un bambino è la risposta a quell'attesa. È il segnale lampante che quella speranza esiste ed è viva, esattamente come Maria Grazia che attende una famiglia e come la sua mamma che le ha donato la vita due volte, la prima quando l'ha data alla luce e la seconda quando ha scelto di lasciarla nella culla per la vita.