Tocchi, carezze, coccole valgono più di mille parole. In quest’ottica rientra il massaggio infantile, una pratica di antica origine che giova sia al genitore che lo mette in atto, sia al bambino, con effetti positivi sul corpo e sulla mente di entrambi. Aiuta ad alleviare disturbi intestinali e stitichezza del bebé, lo rilassa e favorisce l'instaurarsi, fra il genitore e il figlio, di un legame intimo e profondo.
In effetti, quando il piccolo nasce non è in grado di comprendere il linguaggio degli adulti. Vede le nostre bocche spalancarsi e muoversi in modo buffo, ma non ha idea di che cosa significhino quei bizzarri versi che emettiamo con insistenza. Eppure, fin dalla sua prima ora di vita, il bambino comunica con noi e noi comunichiamo con il bambino attraverso gesti, baci e tenerezze. Ce ne parla Alma Giorgis, puericultrice e consulente del sonno.
I benefici del massaggio infantile
Il massaggio infantile intacca la sfera fisica, quella psicologica e quella emotiva sia del bebè che del genitore che lo pratica.
«I benefici sono tantissimi, da quelli fisici, combattendo la stitichezza, le coliche e qualsiasi fastidio dovuto alla crescita, fino ai benefici relazionali-emotivi. – spiega la puericultrice – Il massaggio infantile aiuta a relazionarsi e a creare il bonding, cioè un legame fra il genitore e il bambino».
Anche il massaggio infantile rientra fra le attività mamma-bambino che aiutano a consolidare il loro rapporto. Derivato dall’inglese bond, cioè “legare”, il termine anglosassone indica l'indissolubile legame materno.
«Massaggiare il piccolo – continua Giorgis – è un modo per comunicare con lui che non parla, instaurando una comunicazione para-verbale, con il tocco. Aiuta a rilassare il bebè, per esempio in un momento di routine serale, ad abbassare i livelli di cortisolo e di stress, e ad aumentare l’ossitocina e quegli ormoni amici del rilassamento».
Fino a quando effettuare il massaggio infantile
Il massaggio infantile non ha data di scadenza: può essere effettuato a qualsiasi età. «Non c’è un’età limite: possiamo praticarlo fino a 99 anni» risponde la puericultrice.
Di solito si aspetta il primo mese di vita per iniziare a massaggiare il neonato in fasce. «È da evitare (o da concordare col pediatra) nel caso di bambini prematuri» precisa Giorgis.
In che momento della giornata praticare il massaggio infantile
Nessuna regola per l'orario. Possiamo massaggiare il pargolo in qualsiasi momento della giornata, purché lontano dalla nanna: se effettuato prima di dormire, il massaggio potrebbe agitare il neonato.
«Ci sono bambini estremamente sensibili che se massaggiati di sera restano agitati: la pelle del bimbo è sottile e un tocco per loro è molto impattante e stimolante, quindi per alcuni non è indicato praticarlo vicino alla nanna» spiega l’esperta.
Occhio al benessere del genitore.
«L’importante è che il genitore sia a suo agio e tranquillo» aggiunge la puericultrice.
Come massaggiare il bambino
Il massaggio infantile prevede delle tecniche e sequenze rigide, che con l’esperienza possiamo fare nostre.
«Ci sono delle routine e delle tecniche di massaggio prestabilite che il genitore può anche personalizzare, come la riflessologia plantare. Poi, è il singolo genitore che può personalizzare queste routine: chi fa la sequenza usando più il pollice e l'indice e chi diversamente».
Non ci si improvvisa massaggiatori provetti. «Non è consigliabile effettuare il massaggio infantile da autodidatti, ma è bene affidarsi a un professionista che ci insegna come praticarlo correttamente, riproducendo poi a casa quanto abbiamo appreso» suggerisce Giorgis.
Che cosa utilizzare per massaggiare il bambino
Per massaggiare il bambino, muniamoci di olii e prodotti naturali. «Sono da evitare gli olii di frutta secca perché possono essere allergenici» sottolinea Giorgis. «A questo proposito, prima di oliare interamente il bimbo, consiglio di testare il prodotto qualche minuto su un lembo di pelle».
Dove massaggiare il bambino
Per scegliere dove praticare il massaggio, dobbiamo assicurarci che ci siano due condizioni: la comodità e la sicurezza. «Indipendentemente dal tipo di supporto usato, che sia il letto o il fasciatoio, dobbiamo essere comodi. In quella posizione dovremo rimanerci almeno una decina di minuti, perciò deve essere confortevole per noi e non deve mettere a rischio la sicurezza del bimbo» conclude Giorgis.