Il mio bambino di 2 anni e mezzo fa sempre più difficoltà a fare la cacca. Negli ultimi giorni addirittura non vuole provarsi neanche più a sedere sul WC. Lo guarda e dice “bua”. Ma possibile che abbia dolore? Cosa posso fare?
Anna, mamma di Massimo
Con il termine “stipsi” si intende la riduzione della frequenza evacuativa, con emissione di feci dure, talora associata a dolore addominale. La stipsi è un problema molto comune nei bambini, tanto da rappresentare il 25% delle visite del pediatra gastroenterologo.
Innanzitutto, facciamo un po' di chiarezza perché troppo spesso si parla di stipsi quando in realtà non ci troviamo di fronte ad una condizione di vera e propria stipsi.
Quindi, possiamo definire “stitico” un bambino che presenta due evacuazioni o meno a settimana per almeno un mese consecutivo (nei bambini con età inferiore ai 4 anni) o per almeno due mesi (in quelli di età superiore).
A questo punto, come prima cosa, è importante tranquillizzare mamma e papà. Infatti, eccezion fatta per quei casi in cui vi è una patologia sottostante (ad esempio celiachia, allergia alimentare, etc), nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di un'alterazione funzionale. Per cui si parla di stipsi funzionale.
La stragrande maggioranza dei casi, cioè, non è dovuta ad una vera e propria patologia.
In questi bambini la stipsi esordisce quando il bambino va incontro a cambiamenti delle sue abitudini di vita che possono transitoriamente turbarlo, come ad esempio lo “spannolinamento”, ovvero il tentativo di togliere il pannolino. Non a caso, la stipsi è un problema molto frequente specie dal 2°-3° anno di vita.
Alla base vi possono essere poi "cattive abitudini", come un’alimentazione povera di fibre, di frutta e verdura o una scarsa assunzione di liquidi. Quante volte ci capita di ricordare al nostro bambino che deve bere abbondantemente durante la giornata? In questi casi non sono necessari esami specifici.
Ma è importante anche non sottovalutare il problema perché se non si interviene, spesso la stitichezza nei bambini tende a cronicizzare e trasformarsi in stipsi cronica. E a questo punto il rischio è quello di entrare in un circolo vizioso: il bambino trova difficoltà ad espellere le feci che diventano sempre più dure e voluminose.
E spesso rischia di avvertire anche dolore specie se si sono formate "ragadi" intorno alla regione anale. E, quindi, per paura, rifiuta di scaricarsi, trattiene le feci che diventano dure, etc.
Come trattare il problema?
Qualche trucco per aiutare il bambino c’è.
Il primo consiglio è quello di valutare insieme al pediatra alimentazione ed idratazione per vedere se gli apporti sono adeguati o vi è l’indicazione a qualche piccolo ritocco.
Anche alcuni semplici accorgimenti come il toilette training, ovvero far rimanere regolarmente il piccolo per alcuni minuti seduto sul WC dopo i pasti, o farlo sentire a proprio agio ponendo una alzatina sotto i piedi, associati all’incoraggiamento e al sostegno da parte dei genitori, sono tra le strategie vincenti nel bambino che sta attraversando la fase dello spannolinamento.
Del resto, non dobbiamo avere fretta, diventano grandi senza che quasi noi ce ne accorgiamo. Non farci vedere preoccupati: ogni bambino ha i suoi tempi, qualche mese in più di pannolino non è un problema.
Nei casi più ostinati, esistono dei trattamenti farmacologici che aiutano a rendere le feci più morbide, ma è bene che siano assunti secondo la indicazione del pediatra.