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«Mio figlio non vuole più fare il riposino pomeridiano»: ecco perché non c’è motivo di preoccuparsi

Il riposino del pomeriggio è utile per l’apprendimento e lo sviluppo della memoria. Se quindi non bisogna negarlo ai bambini anche più grandicelli, d’altra parte non occorre forzare neanche i più piccoli  dormire qualche ora di pomeriggio. Se non hanno sonno significa che il loro corpo semplicemente non ne ha più bisogno.

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«Mio figlio non vuole più fare il riposino pomeridiano»: ecco perché non c’è motivo di preoccuparsi
Pediatra
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Carlo non vuole più fare il riposino pomeridiano da quando ha iniziato ad andare al nido. Devo insistere o è normale che a 3 anni i bimbi stiano stiano sempre svegli?

Il dubbio del papà di Carlo è un dubbio comune a molte mamme e papà che si interrogano su quanto e quando debba dormire il proprio piccolo.

Un fatto è certo: il sonno è molto importante per lo sviluppo fisico e neuro-psicologico dei più piccoli, poiché quando dormono i bimbi rafforzano la memoria e potenziano le proprie facoltà cognitive.

Le esigenze di sonno però cambiano con l’età e vanno rispettate, riposini compresi.

Tabelle alla mano, come riporta la Accademia Americana di Medicina del Sonno, i bambini dai 4 ai 12 mesi di età devono dormire tra le 12 e le 16 ore, suddividendo il riposino in diversi momenti della giornata. Per i bambini da 1 a 2 anni le ore scendono a 11-14 ore, per poi divenire 10-13 tra i 3 e i 5 anni di vita, anche in questo caso riposini inclusi.

A cosa serve il riposino?

I sonnellini sono molto utili ai bambini perché servono a “ricaricare le sue batterie”.

Il riposino pomeridiano rappresenta un aspetto saliente della maturazione cerebrale e dello sviluppo cognitivo. Ma anche questi cambiano con l’età del bambino: frequenti nel neonato e nel lattante, si riducono a 2 momenti di riposo, distribuiti tra mattina e pomeriggio, ed infine dopo l’anno di solito passano ad uno solo pomeridiano.

Inutile sforzare i bambini

La maggior parte dei bambini intorno ai 4-5 anni non richiede neanche più quell’ora-due ore di sonno. Ma sarà lui a decidere il momento giusto ed è quindi importante non interferire troppo.

Quindi, se il bambino sente la necessità del riposino pomeridiano, è giusto che gli venga concesso un po' di riposo, perché non c'è una età precisa in cui si diventa grandi e il sonnellino non serve più.

D’altra parte, se a tre anni proprio non ne vuole più sapere della nanna pomeridiana, non si deve insistere. Non tutti i bambini sono uguali e l’abbiamo detto prima non c’ è un’età giusta per “smettere”: c’è chi rinuncia prima, altri che invece ne hanno evidente bisogno ancora a sei-sette anni.

Le più recenti teorie ci insegnano che i bambini abbandonano il sonnellino quando sono pronti. Quello che fa la differenza non è tanto l’età anagrafica, quanto del livello di maturazione cerebrale. Ovvero: i bambini smettono di dormire durante il pomeriggio quando il loro cervello è pronto.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Elena Bozzola
Pediatra
Laureata in Medicina e Chirurgia nel 2001, poi Specializzata in Pediatria Generale e Specialistica presso l’Università degli Studi di Pavia. Ho lavorato presso UO Neonatologia S Giuseppe a Milano, poi UO Pediatria Ospedale Universitario S Paolo a Milano. Dal 2009 lavoro quale dirigente medico in pediatria presso Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, occupandomi prevalentemente di pediatria generale e malattie infettive.  Ho effettuato una fellowship presso Ospedale Nicklaus, Miami, USA nel 2018. Sono stata eletta Segretario e Consigliere  Nazionale della Società Italiana di Pediatria nel 2016, ruolo che tuttora ricopro.  Inoltre, sono Vicedirettore di “Pediatria Magazine”, rivista ufficiale della Società Italiana di Pediatria,  e Coordinatore della Commissione Comunicazione Scientifica della Società Italiana di Pediatria.
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