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7 Marzo 2024
10:00

Miti e pregiudizi sulle madri e sui figli albini in Africa

In alcune regioni africane gli albini, in particolare donne e bambini, continuano a essere oggetto di discriminazioni, persecuzioni, mutilazioni e omicidi a causa di credenze, miti e superstizioni. Da anni le organizzazioni internazionali denunciano pratiche dannose e delitti subìti dai piccoli nati con capelli bianchi e pelle chiara.

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Miti e pregiudizi sulle madri e sui figli albini in Africa
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Sull’albinismo continuano a circolare miti, pregiudizi e superstizioni fomentati da ignoranza, povertà, credenze magiche. Se in Europa, America del Nord e Australia la discriminazione subìta dalle famiglie albine (specie dai più piccoli) negli anni si è affievolita e, laddove è presente, consiste in insulti ed episodi di bullismo, regioni dell’Africa come la zona sub-sahariana e quella dei Grandi Laghi continuano ad essere teatro di violente persecuzioni, feroci amputazioni di parti del corpo (utilizzate per rituali) e cruenti omicidi di albini, principalmente minori.

Nel dicembre 2022 Amnesty International, un’organizzazione internazionale che si occupa della difesa dei diritti umani, ha denunciato l’efferato delitto di una bambina di 3 anni in Malawi, ammazzata nel letto mentre dormiva con la nonna e mutilata del braccio sinistro. Qualche giorno prima era stato sventato il rapimento di un piccolo di 2 anni, salvato dalla mamma dopo che quattro uomini mascherati avevano tentato di intrufolarsi in casa di notte. Cosa accomuna le due storie? Entrambi i piccoli avevano i capelli bianchi, la pelle chiara ed erano albini.

Gli albini spiccano nella folla per il loro aspetto esteriore, per il candore che li contraddistingue nei capelli, nella peluria del corpo, nella pelle, a volte nel colore tenue degli occhi. Un’unicità che risalta ancora di più in Tanzania, in Malawi, nelle regioni dei Grandi Laghi e nell’Africa sub-sahariana, dove alla tipicità della pelle scura della popolazione locale si uniscono credenze, miti, stereotipi profondamente radicati sugli albini, costretti a vivere nel terrore o ai margini della società. Nel Sud Africa gli albini sono soggetti «iper-visibili», per utilizzare le parole di Muluka-Anne Miti-Drummond, dal 2021 esperta indipendente sui diritti degli albini per le Nazioni Unite. Negli ultimi dieci anni sono stati segnalati centinaia di casi di omicidi e attacchi di albini in 28 Paesi dell’Africa sub-sahariana.

Eppure, nonostante la “caccia alle streghe” perpetrata contro la comunità albina, secondo le stime, la malattia genetica rara è più diffusa nel continente africano che altrove. Secondo quanto riportano le Nazioni Unite, se nel Nord America e in Europa i dati rivelano che l’albinismo colpisca un neonato su 17.000-20.000, in Africa la probabilità è più alta e vanno da 1 su 5.000 fino a 1 su 15.000, con picchi nell’Africa meridionale di 1 su 1.000.

Perché vengono perseguitati? Esistono due correnti principali: una che ritiene gli albini creature non umane dotate di poteri magici, che nascono con l’oro nelle ossa, l’altra che li reputa esseri mostruosi, di malaugurio, segni di sventura. Qualsiasi sia la credenza condivisa, l’obiettivo è uno: perseguitarli e ucciderli per realizzare amuleti, portafortuna e pozioni salvifiche con le loro membra o, al contrario, per sbarazzarsene definitivamente, annullando maledizioni e sciagure.

Negli anni Ikponwosa Ero, un’attivista nigeriana albina ed ex esperta indipendente sul godimento dei diritti umani da parte degli albini per le Nazioni Uniti, ha denunciato abusi e discriminazioni sulle madri albine, a volte accusate per la loro condizione, cacciate dalla comunità, aggredite fisicamente e sessualmente, accusate di stregoneria. «Le madri di bambini affetti da questa condizione sono stigmatizzate fin dalla nascita del loro bambino affetto da albinismo e per tutta la vita – ha dichiarato Ero –. Le principali barriere all’accesso alla salute ostracizzano le madri ed espongono loro e i loro figli alla povertà e a ulteriori violazioni dei diritti umani».

In Paesi come Tanzania, Malawi e Zimbabwe è diffusa la credenza secondo cui gli albini siano in grado di trasmettere poteri magici. Stregoni e fattucchieri si servono delle loro membra, mutilandoli o trafugando tombe di albini defunti, come amuleti o ingredienti per presunte pozioni salvifiche per l’umanità.

Nel 2013 il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione che chiede l’eliminazione delle pratiche dannose contro gli albini. Nel documento si esortano gli Stati ad adottare le misure per garantire una protezione maggiore degli albini e dei membri delle loro famiglie, con una particolare attenzione a donne e bambini, particolarmente vulnerabili al fenomeno.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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