La mononucleosi, nota anche come "mono" o malattia del bacio, o malattia dei fidanzatini, è un’infezione causata dal virus Epstein-Barr (EBV) e può colpire tutti, adulti e bambini. Il virus è estremamente contagioso e viene trasmesso facilmente da persona a persona, quando qualcuno entra in contatto con la saliva di una persona infetta. Può essere, quindi, diffuso baciando (da qui il nome popolare), ma anche condividendo cose come tazze, cannucce, spazzolini da denti o giocattoli che potrebbero essere stati contaminati. Per questo motivo, è più frequente in età pediatrica e durante l’adolescenza. La maggior parte delle persone viene infettata dal virus nel corso della vita, ma non sviluppa i sintomi acuti della malattia. Qualora invece sia sintomatica, si manifesta con febbre, mal di gola, difficoltà alla deglutizione, gonfiore alle ghiandole linfatiche, soprattutto nella zona del collo. L’ infezione è rara nel bambino piccolo, sotto l'anno di vita, alta nella fascia di
età compresa tra i 14 e i 25 anni.
Cause della mononucleosi nei bambini
La mononucleosi è causata dal virus Epstein-Barr (EBV). È difficile evitare che si diffonda perché la maggior parte delle persone non sa di essere portatrice, essendo senza sintomi, e di conseguenza può infettare chi le è vicino, magari condividendo un bicchiere o con un bacio.
Come avviene il contagio
Il contagio della mononucleosi avviene principalmente con lo scambio di saliva. È molto diffusa tra gli adolescenti e gli universitari, perché è il periodo dei grandi baci, vettore romantico ma anche preferenziale per passarsi l’EBV. Può essere trasmessa anche tossendo, starnutendo, o condividendo bicchieri o utensili da cucina e giocattoli. La maggior parte dei bambini è esposta alla mono ad un certo punto della propria infanzia e può manifestare sintomi lievi o del tutto assenti. Il periodo di incubazione è molto lungo: i sintomi, infatti, si palesano dalle 4 alle 7 settimane dopo il contagio.
La durata della mononucleosi è estremamente variabile; se per la fase acuta ci vogliono circa 15 giorni circa, la completa guarigione dalla malattia è diversa da persona a persona- a seconda che si tratti di mononucleosi negli adulti o nei bambini. In alcuni casi occorrono molte settimane o anche mesi prima di ristabilirsi completamente. Alcune persone infatti possono presentare una astenia o sensazione di stanchezza che dura a lungo a seguito di una infezione acuta da EBV.
Per quanto tempo si è contagiosi? la durata è variabile, da 2 settimane prima fino a 6 mesi dopo la comparsa dei sintomi: il corpo ha bisogno di alcune settimane per eliminare il virus, ma alcune persone hanno bisogno anche di mesi.
Sintomi
I sintomi della mononucleosi si manifestano nei bambini dopo il contagio, che avviene di solito da 4 a 7 settimane prima. E sono:
- Stanchezza estrema
- Febbre
- Mal di gola con o senza placche
- Linfonodi ingrossati (collo, ascelle, inguine)
- Dolori muscolari e rigidità
- Fegato o milza ingrossati
Sintomi meno comuni sono occhi gonfi, nausea, forte mal di testa, sensibilità alla luce, dolore toracico e difficoltà respiratorie, lesioni cutanee tipo quelle del morbillo, che in genere si risolvono in 4-5 giorni.
I bambini piccoli hanno in genere sintomi più lievi, come una leggera febbre, stanchezza e scarso appetito. Gli adolescenti possono avere più sintomi e sentirsi così stanchi e deboli da rimanere a letto più di una settimana.
Come si fa la diagnosi per la mononucleosi nei bambini
La diagnosi per la mononucleosi viene elaborata dal pediatra o dal medico di base, che prima visiterà il bambino, palpando i linfonodi, verificando se le tonsille siano gonfie con una copertura giallo-biancastra, se fegato o milza siano ingrossati e se sul corpo sia comparso un’eruzione cutanea. A volte potrà prescrivere degli esami del sangue: un emocromo completo, per verificare la conta dei bianchi, le transaminasi, che possono aumentare notevolmente in corso di infezione e la ricerca del virus nel sangue (PCR per EBV). La ricerca degli anticorpi diretti contro l'EBV (anti-EBV VC IgM, anti-EBV VCA IgG, anti-EBNA IgG) può confermare la diagnosi, ma è necessario tempo perchè si formino gli anticorpi. Si parla di Monotest. Il riscontro di IgG positive indica una pregressa infezione.
Quando preoccuparsi
La mononucleosi è di solito una malattia che non desta molte preoccupazioni, ma possono esserci delle complicanze (abbastanza rare), come lo sviluppo di anemia emolitica, ma anche convulsioni, alterazioni comportamentali, cerebelliti encefaliti e meningiti. Dopo la guarigione, il virus resta latente e potrebbe riattivarsi. Quindi in caso di una fatica debilitante e di forti mal di testa, è molto importante contattare il medico.
Va, inoltre controllata la milza, che nel 50% dei pazienti tende a ingrossarsi. Nella maggior parte casi, è asintomatica o causa sintomi modesti, ma è necessario tenere presente che la milza può essere a rischio di rottura se sottoposta a lesioni. Ne consegue, che se il bambino ha una milza ingrossata dopo l'infezione prima di tornare a fare sport, soprattutto se pratica agonismo o fa attività da contatto, potrà dover attendere un paio di mesi. ma sarà il pediatra a guidarvi e nel caso a prescrivere l'ecografia dell'addome.
Come si cura la mononucleosi nei bambini
La mononucleosi non è una malattia grave e generalmente si risolve spontaneamente tra le 3 e le 8 settimane. Non esistono purtroppo terapie specifiche. I farmaci che si somministrano sono scelti per il trattamento dei sintomi, quindi antipiretici e antinfiammatori per la febbre, il mal di gola o mal di testa. Occasionalmente il pediatra potrebbe far ricorso ai corticosteroidi, per ridurre l’intensità della flogosi tonsillare nell’adolescente. È importantissimo che il bimbo riposi molto e beva molti liquidi.
Come si previene
La mononucleosi è difficile da prevenire perché esistono molte persone positive al virus e totalmente asintomatiche. L’unica arma realmente efficace è evitare il contatto con la saliva di persone infette. È quindi importante evitare comportamenti promiscui e fare attenzione all’igiene, lavando molto bene gli utensili di cucina e disinfettando le superfici. Purtroppo, non c’è molto altro da fare, soprattutto quando il bambino è piccolino. Come regole generale ricordiamo di evitare lo scambio di:
- saliva
- posate
- bicchieri e bottigliette
- oggetti per l’igiene personale (come gli spazzolini da denti)
- cosmetici come i rossetti
- giocattoli (soprattutto quelli per stimolare le gengive)
- ciucci e biberon
La mononucleosi non deve metterci ansia o eccessiva preoccupazione. E' una malattia estremamente frequente e, come genitori, si consiglia di fare molta attenzione alla stanchezza, che non è quella stanchezza che si risolve con una bella dormita, è quasi cronica. Questo può essere il nostro primo campanello di allarme.
"Se il pediatra pone diagnosi di mononucleosi, è bene ricordare che si tratta di una malattia virale e come tale non richiede la somministrazione di antibiotici. Anzi, in alcuni casi, qualora venga somministrato un derivato della ampicillina, quale la amoxicillina, può comparire un esantema maculo-papulare."