Il morbillo è una malattia virale altamente contagiosa molto frequente nei bimbi tra gli 1 e i 3 anni e che ha afflitto l'umanità per secoli. Dopo un periodo d'incubazione, il morbillo si manifesta con vistose macchie cutanee e in rari casi può sviluppare complicazioni gravi come polmonite e encefalite.
In passato le periodiche epidemie che ogni 2-3 anni colpivano la popolazione in ogni parte del mondo (in America non esisteva ma ci pensarono i colonizzatori europei ad "esportarla" causando stragi tra gli indegni) causavano milioni di morti, soprattutto tra i più piccoli.
Solo nel XVIII secolo il medico scozzese Francis Home iniziò a condurre ricerche pionieristiche sulla malattia, dando il là ad un filone di ricerca che oltre due secoli dopo portarono il microbiologo Maurice Hilleman a sviluppare un vaccino efficace nel 1963.
Si trattò di un traguardo importantissimo per l'intera umanità e oggi, proprio grazie al vaccino, in gran parte del pianeta il morbillo non è più una malattia che fa così paura.
Cos'è il morbillo
Il morbillo è una patologia infettiva causata dal virsus Paramyxovirus del genere morbillivirus, da cui deriva il nome, e che ricopre il corpo con tante piccole macchie rosse.
Normalmente il morbillo colpisce prevalentemente i bimbi piccoli tuttavia non si tratta di una malattia dell'infanzia e chiunque può contrarla, se non l'ha contratta in passato o se non protetto da un vaccino. Una volta contratto però offre un’immunizzazione molto lunga, che dovrebbe durare tutta la vita.
Come si diffonde il morbillo
Il morbillo si trasmette solo nell'uomo e il contagio avviene attraverso le goccioline infette diffuse nell'ambiente con starnuti e colpi di tosse o semplicemente parlando a distanza ravvicinata. A differenza di altri germi, chi contrae la malattia non può essere portatore sano: una volta entrato a contatto con l'organismo, il virus provoca sempre qualche sintomo, anche se talora blandi.
Sintomi del morbillo nei bambini
Il morbillo viene identificato soprattutto con la comparsa di tanti piccoli puntini rossi, molto simili a quelli di altre malattie infettive esantematiche, tra cui la scarlattina.
L' esantema però non è affatto l'unica manifestazione tangibile che caratterizza questa malattia. Altri sintomi possono essere:
- Febbre alta (almeno nei primi giorni)
- Tosse
- Vie respiratorie infiammate e intasate da muco
- Congiuntivite
- Arrossamento del palato
- Piccole macchie bianche all'interno della bocca
- Tremori
- Stanchezza
- Mal di testa
Ma andiamo per ordine.
La fase esantematica è preceduta da un periodo di incubazione che può avere una durata variabile, di solito compresa fra 9 e 15 giorni, di solito asintomatico o con sintomi molto sfumati, tipo malessere generalizzati. Poi compaiono :
- Febbre alta,
- Tosse stizzosa/abbaiante,
- Rinorrea
- Congiuntivite, spesso accompagnata da fotofobia (ossia fastidio all'esposizione alla luce).
Non a caso, spesso ci si riferisce a questo fase pre-esantematica come fase del "triplice catarro". In corrispondenza dei denti molari, si possono vedere piccole macchie di colorito biancastro simili a capocchie di spillo con un contorno rossastro. Si tratta delle cosiddette macchie di Köplik: queste manifestazioni durano pochissimo, per cui spesso sono difficili da riconoscere, ma quando presenti ci aiutano nella diagnosi di morbillo.
A seguire, compare la fase esantematica, durante la quale ai sintomi precedentemente descritti si associa l'esantema.
La fase esantematica è caratterizzato da febbre elevata, maculo papule di colore rosso intenso che si estendono dalla testa verso le estremità di gambe e braccia. Nel periodo di guarigione, l'esantema scompare dopo 5-6 giorni dall'inizio della malattia, proprio a partire da dove è comparso, ovvero a partire dal capo. Al suo posto lascia una desquamazione cutanea finissima su tutto il corpo.
Le complicanze gravi sono piuttosto rare tuttavia, se durante la fase più acuta della malattia sopraggiungono infiammazioni importanti, il quadro clinico può degenerare in otiti, polmoniti, disidratazione, encefaliti (anche fatali).
«Anche se molto raramente, le complicanze possono insorgere a distanza di tanto tempo dalla malattia acuta. Mi riferisco alla panencefalite sclerosante subacuta, rara malattia degenerativa del sistema nervoso centrale caratterizzata da deterioramento comportamentale e intellettuale e convulsioni, e con una latenza molto lunga, che varia da 1 mese a 27 anni, con un'insorgenza media di 12 anni» spiega Elena Bozzola, pediatra e Segretario Nazionale SIP (Società Italiana di Pediatria).
Come viene diagnosticato il morbillo
La diagnosi del morbillo è basata principalmente su sintomi caratteristici; la conferma di laboratorio nel più dei casi non è necessaria, ma quando richiesta può essere ottenuta attraverso test di laboratorio su campioni prelevati da secrezioni nasali o esami sul sangue.
Questi campioni vengono analizzati per rilevare la presenza del virus o degli anticorpi specifici.
Come si cura il morbillo nei bambini
Il trattamento per il morbillo non prevede una cura specifica per le cause scatenanti ma punta ad alleviare i vari sintomi e a curare eventuali complicanze.
Farmaci per controllare la febbre e il dolore, idratazione abbondante e molto riposo sono gli elementi più frequenti nelle prescrizioni dei pediatri in caso di morbillo. Qualora subentrino complicanze batteriche, può rendersi necessaria la terapia antibiotica.
Nei giorni di febbre e malessere è molto consigliata una abbondante idratazione (tè, minestre, brodi).
Quanto può durare il morbillo
La durata della malattia è varabile, dai 7 ai 15 giorni. Il soggetto è contagioso già dalla fase di incubazione, ovvero quando i sintomi sono assenti o aspecifici e termina 2-5 giorni dopo la comparsa dell'esantema.
Come prevenire il morbillo
L'unica strada per prevenire la diffusione del morbillo o gli effetti più gravi della malattia passa dalla vaccinazione. Questo perché il vaccino anti-morbillo:
- Protegge non solo chi viene vaccinato ma anche le persone che non possono essere vaccinate, come i neonati, lattanti sotto l'anno di vita e gli individui con controindicazioni specifiche alla stessa.
- Offre una protezione duratura che con i dovuti richiami può durare tutta la vita
- Evita le complicazioni più gravi
Vaccinarsi e sostenere la vaccinazione rimane dunque un passo cruciale per assicurare un futuro più sano per le generazioni future.
Il Ministero della Salute prescrive la vaccinazione tra il 12esimo e il 15esimo mese e un richiamo intorno ai 5/6 anni. Si tratta di un vaccino obbligatorio in Italia
Il vaccino poi è importante anche per la futura mamma. Oltre alla protezione personale infatti, gli anticorpi presenti nel corpo materno possono proteggere i neonati.
Trattandosi di un vaccino "vivo" – ossia un vaccino costituito da un virus che però viene "depotenziato" peer attivare la reazione immunitaria – vi sono controindicazioni alla stessa solo in determinate condizioni cliniche: è bene parlarne con il proprio medico. L'allergia all'uovo, invece non è una controindicazione alla vaccinazione.