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20 Marzo 2023
15:30

Multe per contrastare il bullismo: a Cento l’idea di sanzionare i genitori dei bulli

Se tuo figlio è un bullo, devi pagare una multa. È la trovata del giovane sindaco di Cento, Edoardo Accorsi, che prevede delle sanzioni pecuniarie per chi detiene la patria potestà dei giovani autori di atti di violenza fra i banchi di scuola e fuori. L’obiettivo è lottare contro un fenomeno che colpisce addirittura 20 undicenni su 100.

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Multe per contrastare il bullismo: a Cento l’idea di sanzionare i genitori dei bulli
bullismo

La responsabilità dei minorenni che bullizzano i giovani coetanei non rimarrà più impunita. Almeno, nel comune emiliano di Cento, in provincia di Ferrara, dove il sindaco ha previsto delle multe dai 100 ai 300 euro indirizzate ai genitori dei bulli. Una misura concreta per contrastare il fenomeno del bullismo, una piaga sociale in costante ascesa che colpisce 15 adolescenti su 100 fuori e dentro la scuola.

Le multe per i genitori di bulli

Oltre a ospitare uno dei Carnevali più famosi d’Italia, il Comune di Cento si è distinto per aver previsto delle multe per i genitori di bulli. È stato il primo cittadino a comunicarlo in un’intervista rilasciata al Resto del Carlino.

«Approveremo questa settimana, grazie all’impegno dell’Assessore Pedaci, in consiglio comunale un regolamento che introduce nuovi strumenti pratici per combattere il fenomeno – ha aggiunto Edoardo Accorsi, il primo cittadino di Cento, sulla sua pagina Facebook – intervenendo anche con sanzioni economiche sulle famiglie. Consapevoli, ovviamente, che il primo lavoro deve essere quello educativo, formativo e di sensibilizzazione».

Il contrasto al bullismo parte dall'educazione, dalla formazione e dalla sensibilizzazione

In sostanza, nel nuovo regolamento di Polizia urbana del Comune, che sarà votato mercoledì 22 marzo, è stato aggiunto l’articolo 7 bis, diviso in sei commi, che prevede la possibilità per l’Amministrazione di comminare una sanzione amministrativa da 100 a 300 euro a chi detiene la patria potestà dei giovani autori di atti di bullismo. Se i ragazzini, fuori o dentro la scuola, si macchiano di azioni che potrebbero "costituire pregiudizio per la sicurezza urbana e nocumento per la civile convivenza”, i loro genitori rischiano di essere sanzionati.

«Come amministrazione non vogliamo girarci dall’altra parte – ha continuato il sindaco Accorsi – il bullismo, nelle sue varie forme, è un problema serio. Siamo determinati nel contrastarlo con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione».

Il bullismo: ne soffrono 20 undicenni su 100

Già a 11 anni di età i piccoli iniziano a essere vittime di bullismo, un fenomeno difficile da estirpare e che, anzi, è in rapida crescita in rete, secondo quanto emerge dalla VI rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia, coordinata dall’Istituto Superiore di Sanità insieme alle Università di Torino, Padova e Siena. È nei commenti sotto ai post di TikTok, nei messaggi su Whatsapp e nelle emoticon inviate come reazione alle storie di Instagram che si consuma la forma più subdola e infida di violenza fra coetanei: il cyberbullismo, che oggi sta vivendo un’impennata fra i giovani di 11 e 13 anni, rispetto al biennio 2017-2018, a causa della diffusione degli smartphone e dei social network anche fra i più piccoli.

Oggi, bullismo e cyberbullismo coinvolgono il 15% dei teenager, che hanno dichiarato di essere stati vittima almeno una volta di atti di quel tipo. Le più colpite sono le ragazze e i più giovani: nel caso degli 11enni, la percentuale delle vittime sale al 20%.

Il bullismo colpisce soprattutto i più piccoli e le ragazze

Sono tante le iniziative che le istituzioni e le scuole stanno mettendo in atto per contrastare il fenomeno sociale, consci che la punizione non è mai un punto di partenza. È sulla prevenzione e sulla sensibilizzazione non solo dei minori, ma anche delle loro famiglie, degli insegnanti e degli attori coinvolti nel faticoso processo dell’educazione, che si deve puntare per crescere dei bambini e ragazzi consapevoli ed educati alla non violenza.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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