"Che bisogno c'è del riconoscimento all'anagrafe per i figli delle coppie omosessuali? Tanto c'è la stepchild adoption…"
Frasi come questa sono molto frequenti quando ci si trova a discutere di diritti e tutele per le famiglie arcobaleno, eppure simili affermazioni – che purtroppo non appartengono solo alle chiacchiere da bar, ma vengono ripetute anche anche in luoghi ben più istituzionali – nascondono sotto il tappeto una lunga lista di difficoltà che, di fatto, impediscono ai figli dei genitori non riconosciuti di condurre una quotidianità come quella di tutti gli altri.
Ne è un chiaro esempio la recente storia di una famiglia omogenitoriale in cui la prematura scomparsa del genitore biologico ha rischiato di rendere orfano un bambino di otto anni.
Un racconto di diritti mancati
Come riportato dal sito Gaypost.it e da Repubblica, i protagonisti della vicenda sono due uomini felicemente sposati che nel 2015 riescono ad avere un figlio all'estero. Rientrati in Italia, la coppia registra all'anagrafe solamente il papà con cui il piccolo detiene un legame di sangue – il genitore biologico appunto – il quale agli occhi della Legge diventa dunque l'unico tutore e responsabile del minore.
L'idea è quello di ricorrere in un secondo momento alla stepchild adoption, l'adozione in casi particolari che in Italia rappresenta ancora l'unico stratagemma con cui un genitore omosessuale può adottare il proprio stesso figlio, ma a causa di alcune vicissitudini questo passo viene continuamente ritardato nel tempo.
Nel 2022 però il padre biologico muore improvvisamente, stroncato da un infarto, e il bimbo di colpo si trova tecnicamente orfano. Per lo Stato infatti l'altro papà rimane un perfetto sconosciuto.
Fortunatamente, come lo stesso padre ha dichiarato al Gaypost, la famiglia del partner deceduto ha subito appoggiato la richiesta di affidamento da parte del genitore non riconosciuto, il quale lo scorso aprile è così riuscito ad ottenere dal Tribunale di Milano il via libera per la trascrizione dell'atto di nascita con due padri.
Eccezioni che devono diventare regole
Adesso il piccolo è dunque legalmente figlio anche dell'altro papà, tuttavia l'esito dell'iter di riconoscimento poteva benissimo essere molto diverso. Allo stato attuale, infatti, l'accoglimento di simili richieste è affidato esclusivamente alla discrezionalità del singolo tribunale, il che trasforma ogni causa o ricorso in un lancio di moneta.
Per fortuna nel caso appena raccontato la monetina è caduta dalla faccia giusta, ma è davvero accettabile in uno Stato di Diritto che le sorti di una famiglia rimangano appese ad in filo fino alla pronuncia di un giudice? È veramente necessario costringere mamme e papà ad intraprendere lunghe e dispendiose battaglie legali per poer essere dichiarati genitori degli stessi bambini ai quyali rimboccano le coperte ogni sera?
Il riconoscimento alla nascita dei figli delle famiglie arcobaleno rimane quindi uno step necessario per garantire davvero a tutti i cittadini i medesimi diritti e doveri e forse è ora che anche la politica cessi di guardare dall'altra parte.