Mio figlio Luigi negli ultimi mesi ha sempre sonno e si addormenta anche di giorno. Il pediatra sospetta che si tratta di narcolessia e ci ha prescritto approfondimenti.
Se nella maggior parte dei casi il problema del sonno riguarda la difficoltà ad addormentarsi o i risvegli notturni durante la notte, specie tra i più piccolini, si possono in alcuni casi verificare delle situazioni opposte: le ipersonnie. Tra questi disturbi si colloca proprio la situazione di Luigi: la narcolessia sospettata dalla Pediatra infatti rientra nel gruppo delle ipersonnie, una delle tre grandi categorie nelle quali vengono divisi i disturbi del sonno:
- Insonnia (non dormire abbastanza o assenza di sonno)
- Ipersonnia (dormire troppo)
- Parasonnie (comportamenti anomali durante il sonno, come camminare, parlare, mettere in atto i sogni).
Ma andiamo ad approfondire meglio il problema di cui ci scrive la mamma di Luigi.
Cos'è la narcolessia
La narcolessia è una malattia rara e difficile da diagnosticare. Anche se, paradossalmente, i sintomi di questa patologia sono molto semplici da riconoscere, spesso vengono sottovalutati o suggeriscono altre diagnosi.
La narcolessia, infatti, si manifesta attraverso una sonnolenza diurna particolare; chi ne è affetto, nel corso della giornata fa sonnellini brevi e ristoratori.
La narcolessia può esordire in età pediatrica anche se è ancora più difficile spesso da diagnosticare rispetto all’età adulta. Infatti, la sonnolenza può più facilmente essere scambiata come svogliatezza, scarso rendimento, ma anche irritabilità.
Quali sono i sintomi a cui dobbiamo prestare attenzione?
Il sintomo principale della narcolessia è l’eccessiva sonnolenza diurna con colpi di sonno improvvisi in situazioni inusuali ad esempio durante una conversazione, a lezione, o anche mentre si mangia.
Anche il sonno notturno, tuttavia può essere alterato con disturbi con la comparsa di allucinazioni o paralisi nel sonno, ovvero transitori episodi di incapacità a parlare o muoversi. Questo perchè le fasi del sonno sono scombinate.
Si può anche verificare una breve debolezza o una rapida transitoria perdita del tono muscolare causata da emozioni forti: si parla di cataplessia. I sintomi potrebbero essere confusi con l'epilessia.
Anche se in realtà ciò che si osserva è una perdita del tono muscolare che può portare anche all'improvvisa caduta del bambino ma non una perdita di conoscenza come avviene invece nell'epilessia. In alcuni bambini si ha solo un blocco parziale, ad esempio del viso, associato alla risata o ad altre emozioni positive. Questo sintomo in età adulta tende generalmente a risolversi.
Quale è la causa?
Ad oggi una vera e propria causa non è stata trovata. La predisposizione genetica del sistema immunitario unita a comuni stimoli ambientali infettivi quali ad esempio l’infezione streptococcica o influenzale (trigger infettivo) sembrano il meccanismo alla base più plausibile.
Cosa fare?
È importante innanzitutto parlare sempre con il proprio medico se vi è il sospetto che il proprio bambino presenti un disturbo del sonno. Avere una diagnosi corretta e tempestiva è essenziale per il corretto sviluppo psico-fisico del bambino.
Quanto devono dormire i bambini?
L’ Accademia Americana di Medicina del Sonno ci ricorda che dormire è importante per tutti, ma soprattutto per i bambini. Il sonno è fondamentale per la loro crescita e il loro sviluppo psico-fisico. Dormire il numero delle ore consigliate ed in modo regolare si associa, infatti, tra l’altro, a buoni livelli di attenzione e di memoria, ottimali capacità di apprendimento e, in generale, ad una migliore salute mentale e fisica.
Tabelle alla mano, i lattanti tra i 4 e i 12 mesi dovrebbero dormire dalle 12 alle 16 ore al giorno, i bambini di età compresa tra 1 e 2 anni, invece, circa 11-14 ore. Dai 3 ai 5 anni le ore di sonno necessarie per una crescita ottimale sono 10-13, per poi ridursi tra i 6 e i 12 anni alle 9-12 ore.