Un neonato di due mesi è morto nel reparto di Terapia Intensiva pediatrica del Policlinico Gemelli di Roma, dove era stato trasferito in elicottero in condizioni disperate da Foggia. Secondo le prime ricostruzioni riportate da Corriere della Sera e Messaggero, a ucciderlo sarebbe stata la cosiddetta Sindrome del Bambino Scosso (dall’inglese “Shaken Baby Syndrome”), la principale causa di decesso neonatale per abuso. Una tragedia che si verifica quando il piccolo viene scosso violentemente e “sballottato” con eccessivo vigore. Un’ipotesi che diverge da quella della madre, secondo cui il figlio sarebbe caduto.
I medici del reparto di TI dell’Ospedale Gemelli di Roma hanno tentato disperatamente di salvare il neonato, purtroppo senza successo. Era stato trasportato al Policlinico della capitale da Foggia, dove le condizioni del piccolo erano state accertate gravi, tanto da richiedere il trasferimento al Policlinico romano, un’eccellenza italiana nel trauma pediatrico. Una corsa contro il tempo, che purtroppo si è rivelata vana: il bebè di appena due mesi di vita è deceduto, probabilmente a causa di un edema cerebrale, secondo le prime informazioni.
Cosa è accaduto non è ancora del tutto chiaro a inquirenti e Forze dell’Ordine. L’ipotesi emersa dalle prime indagini, secondo quanto riporta il Messaggero, sarebbe quella di Sindrome del Bambino Scosso, una tesi avvalorata da lividi e segni di percosse che sarebbero stati rinvenuti sul corpo del neonato.
La teoria di Shaken Baby Syndrome, però, contrasta con la versione rilasciata dalla madre, 30enne italiana, secondo cui il piccolo sarebbe caduto in un momento di distrazione, mentre era da sola a casa con il piccolo. Nel frattempo, la Procura di Roma e la Procura di Foggia sono al lavoro per risolvere il giallo, mentre è stata disposta l’autopsia sul neonato, che verrà eseguita al Policlinico Gemelli.