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17 Giugno 2023
10:00

Nidi d’infanzia? Sì, grazie. Ecco perché investire nei nidi serve a tutta la comunità

Non sono uno sfizio, un plus o uno spreco: i nidi d'infanzia sono un investimento che fa bene al PIL della società (e alle donne).

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Nidi d’infanzia? Sì, grazie. Ecco perché investire nei nidi serve a tutta la comunità
asilo nido

La parità di genere è ancora lontana, anche nella società occidentale che si fa promotrice di una cultura più egalitaria. Ma la parità di genere non è qualcosa che fa bene solo alle donne e alle minoranze: una comunità orizzontalmente più equilibrata fa bene a tutti.

Ne sono un esempio i nidi d'infanzia: quelli che un tempo erano chiamati "asili nido" sono una risorsa fondamentale per la società e per il Prodotto Interno Lordo di un Paese. Eppure, ce ne sono ancora troppo pochi (costringendo moltissime madri a rinunciare al lavoro, per i costi elevati di quelli privati oppure per la concreta mancanza di posti liberi nei nidi esistenti).

Ma come possono delle scuole per bambini piccolissimi risollevare l'economia? Così.

I nidi d'infanzia: una risorsa

Gli asili nido, a quanto pare, non sono solo importanti per le famiglie con bambini piccoli; rappresentano infatti un investimento prezioso per l'intera comunità, contribuendo a creare una società più forte e prospera.

Lo ha spiegato recentemente anche l'economista Azzurra Rinaldi, direttrice della School of Gender Economics all'Università di Roma Unitelma Sapienza:

Costruire asili nido non è un tema per mamme e papà, ma è fondamentale per il Pil, oltre che per far ripartire la natalità. Uno degli equivoci in cui siamo impantanati è che si vedono gli asili nido come servizi a favore delle mamme. Questo è miope.

L'assenza di nidi è un problema per tutti e tutte

Il 75% delle attività di cura è sulle spalle delle donne, spiega l'economista, "ma è un problema di sistema che riguarda anche chi i figli non li ha".

Secondo Rinaldi, infatti, la forza lavoro femminile non riesce a stare sul mercato del lavoro, impattando negativamente il Paese nella sua interezza. Una donna su tre, dice, si licenzia dopo i figli. Se,, al contrario, l'Italia avesse una rete di nidi d'infanzia più efficiente, le donne potrebbero produrre reddito, da trasformare in Pil e quindi in servizi per tutta la cittadinanza.

Il Pnrr, va ricordato, prevede 4,6 miliardi destinati ai servizi per l'infanzia, per la costruzione o il rimodernamento di oltre 2.000 asili nido e scuole materne in Italia. Eppure, sottolinea di nuovo Rinaldi (ma anche diverse associazioni come Save The Children), i comuni non riescono ad accedere ai bandi, rischiando di lasciare il Paese impantanato in una situazione che già gli è ben nota.

La riduzione delle disuguaglianze

Oltre a tutto ciò, è bene sottolineare come un'adeguata presenza di nidi sul territorio ridurrebbe davvero le disuguaglianze sociali (come tutta l'educazione e l'istruzione).

Nidi d'infanzia accessibili e di alta qualità contribuirebbero infatti a ridurre le disuguaglianze sociali ed economiche: tutti i bambini e tutte le bambine, indipendentemente dallo sfondo familiare, hanno diritto a un'istruzione e un supporto adeguati fin dalla prima infanzia, e i nidi rappresentano un ambiente equo in cui i piccoli possono crescere e apprendere insieme, riducendo le disparità di opportunità future. E, allo stesso tempo, dando la possibilità alle famiglie di investire il proprio tempo in attività economicamente vantaggiose, proprio perché non costrette a prendersi cura dei figli anche in orario lavorativo.

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