Nonostante le risorse a disposizione siano ben più limitate di quanto annunciato nei mesi precedenti, il Consiglio dei Ministri di lunedì 16 ottobre ha approvato il disegno di legge per la nuova Legge di Bilancio che al suo interno conterrà diverse misure volte a sostenere le famiglie italiane e, soprattutto, a provare a contrastare quella crisi della natalità.
La manovra è stata commentata dalla stessa Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, la quale ha spiegato per sommi capi i punti salienti della nuova finanziaria da circa 24 miliardi.
«Purtroppo non confermiamo il taglio dell'Iva sui prodotti della prima infanzia, ma aggiungiamo altre tre misure per un miliardo di euro – ha spiegato Meloni – Continuiamo a lavorare sul congedo parentale, aggiungendo un ulteriore mese di congedo parentale utilizzabile dalla mamma o dal papà retribuito al 60%».
Ma quali sono queste decisioni che dovrebbero contribuire a contrastare l'inverno demografico che già oggi sembra condannare il nostro Paese ad un futuro sempre più incerto?
Il primo punto riguarda l'aumento dei fondi destinati agli asili nido, una cifra di circa 180 milioni di euro che di fatto dovrebbe rendere completamente gratuita l'iscrizione al nido per i secondi figli, a patto ovviamente di trovare un posto nel comune di residenza (un problema annoso e di cui però la manovra non sembra occuparsi nel dettaglio, in attesa dei soldi che forse arriveranno dal PNRR).
A ciò si andrà poi ad aggiungere quello che per la stessa Meloni rappresenta il provvedimento potenzialmente più incisivo del testo, ossia l'annullamento dell'obbligo di contribuzione a carico delle donne lavoratrici con almeno due figli. L'esenzione però non sarà valida fino al raggiungimento dell'età adulta dei figli, ma avrà una durata ben precisa:
- Fino ai 10 anni del secondo figlio
- Fino ai 18 anni del terzo figlio in poi
Per quanto riguarda il congedo parentale, invece, il nuovo pacchetto normativo prevederà un ulteriore mese utilizzabile fino a 6 anni di vita del bambino retribuito al 60% sia per le mamme che per i papà.
Altre novità interessanti per le famiglie italiane sono:
- Super-deduzione al 130% per o datori di lavoro che assumono madri, under 30, persone con invalidità percettori di reddito di cittadinanza
- Aumento dell’assegno unico e universale per il terzo figlio (fino ai sei anni d'età)
- Aumento del tetto dei fringe benefit non tassabili (ossia quei servizi e incentivi erogati dalle aziende come bonus) fino a 2000 euro per i genitori lavoratori. Nei mesi scorsi si era paventata addirittura la possibilità che la soglia fosse innalzata fino ai 3000 euro, tuttavia al momento dell'approvazione la proposta è stat ridimensionata.
Penalizzato invece il lavoratore senza figli: per lui il limite di fringe benefit non tassabile sarà a 1000 euro, che però rimarrà sempre più alto dei 258,23 euro fissati fino all'anno scorso. Altre note dolenti, il già citato ritorno dell'IVA al 10% sia per i prodotti per l'infanzia (pannolini, latte in polvere etc…) che per tamponi, assorbenti e coppette mestruali.