Uso di smartphone e chat con gli amici? Solo dopo i 12 anni e rispettando un utilizzo consapevole, senza esagerazioni o pollici consumati dal continuo digitare sullo schermoo. No, non è l'ennesimo consiglio destinato a rimanere inascoltato, ma un vero e proprio patto educativo sottoscritto già da una cinquantina di famiglie del comune di Ponte nelle Alpi, in provincia di Belluno, per scongiurare il rischio che social, chat o video virali comincino a monopolizzare il tempo dei loro figli fin dai primi anni.
L'idea – nata circa due anni fa a Gemona del Friuli ed accolta con entusiasmo dall'Amministrazione del paese veneto su iniziativa dell'associazione Famiglie in connessione – è quella di costruire una rete di genitori compatti e motivati per impedire l'utilizzo intensivo del cellulare almeno fino alla seconda media e, allo stesso tempo, evitare che questo divieto comporti l'isolamento dal resto dei coetanei "smanettoni".
L'unione fa la forza
Quando si parla di limitare l'accesso alla tecnologia, la paura più comune dei genitori è quella di escludere i figli da logiche e dinamiche di gruppo diventate ormai parte integrante del nostro modo di comunicare e fruire delle informazioni. Se però nel gruppo di amici il cellulare viene vietato a tutti, nessuno può sentirsi diverso o isolato.
Seguendo questa logica i genitori del bellunese hanno scelto dunque di coalizzarsi contro l'uso selvaggio di apparecchi elettronici non per un rifiuto ottuso e anacronistico ("da boomer" direbbero i ragazzi della Generazione Z) del mondo digitale, ma per adottare una strategia comune in grado avvicinare gradualmente i più giovani alle infinite possibilità della tecnologia, offrendo loro la possibilità di prendersi il giusto tempo per maturare un'adeguata consapevolezza del mezzo e sfruttarlo così nel migliore dei modi.
Limitare l'uso di tablet e smartphone però è solo una parte del piano. Le famiglie aderenti al patto s'impegnano a:
- promuovere una buona educazione digitale
- stabilire precise regole d'utilizzo per i dispositivi elettronici (mai prima di andare a dormire o quando si mangia) esempio sui momenti dedicati all'uso di device
- permettere l'uso dei device in modo condiviso fino a 14 anni
- fare in modo che i bambini e i ragazzi possano accedere solo a contenuti adatti alla loro età (attivando ad esempio le funzioni di parental control)
Per aiutare le mamme i papà in questi ambiziosi propositi, il Comune di Ponte nelle Alpi e le associazioni locali organizzeranno anche una serie d'incontri volti ad informare e supportare i genitori in questa piccola rivoluzione educativa.
I rischi di un uso improprio dei device
Prese di posizione come quelle dei genitori di Ponte nelle Alpi e Gemona del Friuli non devono stupire più di tanto, anche perché da anni l'uso sempre più esteso e precoce di apparecchi dotati di schermo luminoso come tablet e smartphone continua a preoccupare i pediatri.
L'esposizione prolungata ai dispositivi elettronici fin dai primi anni di vita può infatti promuovere uno stile di vita esageratemente sedentario e influire negativamente sullo sviluppo di alcune facoltà cognitive (come la capacità di attenzione e concentrazione) e sulla qualità del sonno, elemento importantissimo per la crescita di un bambino.
Senza parlare poi del pericolo d'innescare un rapporto di dipendenza dagli stimoli visivi e sonori offerto da simili strumenti, fonti di distrazione costante sia per quanto riguarda lo studio, sia per qualsiasi altro elemento del quotidiano al di fuori dello schermo.