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22 Dicembre 2023
15:00

Non comprano regali di Natale alle figlie di 6 e 3 anni per motivi ambientali. La mamma: «È uno spreco»

Dinah e Chris van Tulleken, mamma e papà di due figlie di 6 e 3 anni, hanno scelto di rinunciare all’acquisto dei regali di Natale. Le piccole sotto l’albero riceveranno solo doni di seconda mano o ereditati dai cugini. «Tutto ciò che compriamo ai bambini finirà in discarica» ha spiegato la donna, che ha esteso la regola “no acquisti di Natale” all’intera famiglia, nonni e zii inclusi.

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Non comprano regali di Natale alle figlie di 6 e 3 anni per motivi ambientali. La mamma: «È uno spreco»
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È stata drastica la scelta di una mamma e un papà inglesi, che hanno deciso di non acquistare regali per Natale per le figlie di 6 e 3 anni. La coppia ha esteso il divieto al resto dei familiari, raccomandandosi a nonni e zii di non comprare doni per le piccole principalmente per una questione etica e ambientale. «Siamo sempre più consapevoli dell'impatto globale dei nostri acquisti, tutto ciò che compriamo ai bambini finirà in discarica – ha spiegato la madre, Dinah Van Tulleken in un articolo del Daily Mail. Trovo difficile digerire che l'obiettivo principale ovunque si guardi in questo periodo dell'anno sia comprare, comprare, comprare». Babbo Natale, tuttavia, non salterà la casa della famigliola inglese durante il suo itinerario notturno: lascerà comunque qualche pacchetto sotto l’albero, anche se si tratterà di regali rigorosamente riciclati.

«So che può sembrare molto strano – ha continuato Van Tulleken, mamma, stilyst ed editor – ma, in realtà, ho scelto di agire in questo senso pensando a tutte le cose che possiedo e che non ho mai utilizzato, è uno spreco enorme». Lei e il marito, Chris Van Tulleken, si sono accordati per non regalare giochi di plastica e peluche alle due figlie perché, secondo quanto ha raccontato la donna, le figlia hanno già una quantità di giocattoli tale da riuscire a riempire due vasche da bagno, eppure le piccole, di nome Lyra e Sasha, continuano a coccolarne uno solo a testa: un morbido coniglietto ingrigito la 6enne e un pupazzo malandato con le sembianze di una scimmia la 3enne. «Ho analizzato anche tutti i giochi delle mie bambine – ha continuato – e, di recente, ho letto numeri impressionanti sulla quantità di plastica che ognuno di noi ha in casa e non smaltisce».

I genitori hanno imposto la regola “zero regali di Natale” anche al resto dei parenti, zii, nonni e cugini inclusi. Una delle zie non ha condiviso la decisione della sorella e del cognato e si è dichiarata sconvolta e arrabbiata perché non vuole essere considerata dalle due nipoti una «vecchia zia cattiva». «Le preoccupazioni per l’eccesso di materiale a Natale sono vecchie quanto l’era del consumismo – ha spiegato Van Tulleken – , ma con il pianeta in fiamme e la plastica ovunque sembra che siamo al momento della resa dei conti, e lo siamo da tempo».

Le piccole Lyra e Sasha, tuttavia, non troveranno solo polvere sotto l’albero: la mamma ha pensato di regalare loro doni di seconda mano. Secondo la donna, acquistare regali di Natale presuppone obblighi e crea aspettative. Si tratta, per di più, di una pratica consumistica che nuoce all’ambiente. Per aggirare il problema, ha optato per una bicicletta a noleggio per la figlia più grande e per la più piccola la casa della bambole che in precedenza apparteneva alla sorella. Van Tulleken, poi, ha riempito le calze natalizie con giocattoli e orsacchiotti ereditati dai cugini.

«Il regalo di Chris per me e per i bambini sarà meno tempo trascorso al telefono e meno lavoro nei fine settimana. Faremo più uscite su pareti da arrampicata e parchi naturali» ha raccontato la donna. Dietro alla decisione della coppia, quindi, si celano ragioni etici e ambientali, ma anche la volontà di riscoprire il vero senso del Natale e dello stare insieme in famiglia.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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