Avere figli è un costo. Prima di tutti fisico e mentale, poi anche economico e sociale. Le famiglie italiane lo sanno bene. Ed è forse per questo motivo che la storia di Jenny Darling, una giovane influencer inglese di 23 anni, sta destando perplessità. La donna ha dichiarato che non desidera avere figli, perché non ha nessuna intenzione di “sacrificare” il suo corpo per avere un bambino, a meno che non le venga pagata un'indennità annuale di 250.000 sterline, circa 300.000 euro.
Jenny non ha mai pensato alla maternità, ma ha ammesso che se incontrasse la persona giusta potrebbe anche cambiare idea, ma solo a condizioni precise e non negoziabili. Prima di tutto vorrebbe sposarsi e incorare l’unione con un vincolante accordo prematrimoniale. Poi, desidera fare una luna di miele all’estero prima del parto mentre, dopo la nascita, necessita di un assegno annuale di 250.000 sterline per pagare la terapia, un personal trainer e tutto ciò di cui potrebbe bisogno per sé e per il bambino.
Se questo non dovesse bastare, Jenny vorrebbe anche una doula e una governante per i primi sei mesi dopo il parto, che successivamente verrebbero sostituite con una donna delle pulizie settimanale. Non ha idea, infatti, come “come si possa cucinare, pulire e lavorare durante la maternità”. Richiede anche un regalo di lusso – come un'auto o un appartamento – e un restyling del suo corpo, incluse un’addominoplastica e una mastoplastica.
L’influencer non ha mai nascosto di essere a favore di una vita No Kids, tanto da aver chiesto al medico di asportarle l’utero quando ha iniziato ad avere il ciclo mestruale. “I bambini sono costosi. Non vorrei mettere al mondo uno per soffrire”, ha detto in modo esplicito.
Le richieste dell’influencer fanno un po’ sorride in un Paese che sta affrontando un grave crollo delle nascite. Negli ultimi 10 anni, in Italia, si è assistito ad un calo demografico costante, passando dai 500mila nati all’anno, al record negativo del 2022, con 390mila nascite a fronte di 700mila decessi. Quello di cui hanno bisogno le famiglie sono stipendi adeguati al costo della vita e servizi per l’infanzia, che mettano i genitori nelle condizioni di poter lavorare. Per fare un esempio, i posti negli asili nido sono in media 27 per ogni 100 piccoli, e la carenza riguarda soprattutto il Meridione e le aree interne, come dimostra il report di Openpolis. In 6 provincie su 10 non si riesce a raggiungere la soglia del 75% di comuni in grado di fornire il servizio di asilo nido alle famiglie. Questa situazione ostacola le basi della costruzione di una società equa e inclusiva.
La genitorialità rappresenta una sfida, che si può ovviamente affrontare prima di tutto con il desiderio di avere figli, come fanno la maggior parte delle mamme e dei papà quotidianamente, e poi investendo su politiche sociali e servizi all’infanzia. Tutto il resto, sono “capricci”.