Genitori, nonni, fratelli, zii fumatori, lo sapevate che il fumo passivo non è l’unica dannosa fonte di fumo a cui sono esposti i più piccoli? Esiste pure il cosiddetto fumo di terza mano, anche se generalmente se ne ignora l’esistenza. Si tratta delle sostanze chimiche tossiche che, dopo aver fumato, rimangono a lungo sulle pareti, sui mobili, sui vestiti, sui capelli, sul pelo degli animali domestici, rappresentando un potenziale pericolo per la salute dei non fumatori, in particolare dei bambini. Sbarazzarsene è una sfida titanica: per togliere di torno il fumo di terza mano non basta arieggiare le stanze o limitare il fumo a determinate aree della casa, perché una pulizia domestica superficiale non è in grado di rimuovere le tracce lasciate dal tabacco. Le sigarette elettroniche, peraltro, non sono esenti da colpa: anche loro contribuiscono alla diffusione del fumo di terza mano, se “svapate” in casa, in macchina o in un ambiente chiuso.
Cos’è il fumo di terza mano
A differenza del fumo passivo (o di seconda mano), cioè il fumo che viene involontariamente inalato dai non fumatori che si trovano in contatto con chi sta consumando la sigaretta, il fumo di terza mano nuoce alla salute dopo lo spegnimento della sigaretta. Si tratta infatti del residuo persistente generato dal fumo passivo invecchiato che aderisce alla polvere e alle superfici interne.
I più piccoli corrono un rischio superiore di esposizione al fumo di terza mano rispetto agli adulti per diversi motivi:
- Il loro sistema immunitario è “immaturo”
- I loro organi sono in via di sviluppo
- L’assunzione è più elevata rispetto al loro peso corporeo
- Si siedono su sedili dove gli adulti hanno fumato
- Vengono tenuti in braccio da fumatori
- Giocano con animali domestici con il pelo impregnato di fumo
- Generalmente trascorrono più tempo in casa dei grandi, gattonano, maneggiano giocattoli, si trascinano su pavimento, tappeto o moquette, si arrampicano su tende e tovaglie, mettono in bocca e succhiano oggetti, capelli del genitore, cuscino, coperta, lembi della tutina…
I più piccoli, in sostanza, entrano in contatto con materiali e superfici morbide e dure, su cui nel tempo, in caso di genitori o ospiti fumatori in casa, si è accumulato il fumo di terza mano, che è costituito dalle sostanze chimiche, inquinanti (tra cui la nicotina e sostanze cancerogene come formaldeide e naftalene) che si depositano negli ambienti chiusi quando si fuma.
Come evitare l’esposizione dei piccoli al fumo di terza mano
Il fumo di terza mano contiene oltre 250 sostanze chimiche, eppure il 57% dei fumatori lo sottovaluta ed è convinto che non danneggi i bambini, secondo quando riporta l’American Academy of Pediatrics (AAP). Premesso che non esiste un livello ritenuto “sicuro” di esposizione al fumo di tabacco, esistono delle accortezze da adottare per proteggersi dal fumo di terza mano:
- Non permettere di fumare (tabacco o sigarette elettroniche contenenti sostanze chimiche) in casa o in macchina
- Non permettere di fumare (tabacco o sigarette elettroniche contenenti sostanze chimiche) nelle vicinanze di genitori, figli e animali domestici
- Chiedere a babysitter, dogsitter, nonni, o chi si prende cura dei figli di seguire queste regole, spiegando loro il perché
- Lavare accuratamente giocattoli, vestiti, biancheria da letto
- Evitare mobili di seconda mano
- Sostituire vecchi tappeti (se in precedenza si fumava in casa)
- Informarsi sulle abitudini di fumo di eventuali precedenti inquilini in casa
L’AAP, comunque, è rigido sulla questione: «L’unico modo per proteggersi completamente dal fumo di terza mano è smettere».
I figli di genitori non fumatori non ne sono esenti
Una ricerca pubblicata nel febbraio 2022,“Prevalence and Income-Related Disparities in Thirdhand Smoke Exposure to Children”, ha studiato l’esposizione al fumo di terza mano tra 504 minori di età inferiore ai 12 anni non esposti al fumo passivo in casa. Il risultato è sorprendente: oltre il 95% dei piccoli che vivevano in ambienti qualificati come “protetti”, cioè in case in cui non si fumava, avevano comunque sulle mani livelli rilevabili di nicotina.
«Avevamo condotto uno studio simile coinvolgendo bambini provenienti da case di fumatori e, come ci aspettavamo, avevamo trovato nicotina sulle mani di quasi tutti i bambini, ma in questo studio ci aspettavamo che l'esposizione nelle case senza fumo fosse prossima allo zero, ma non è stato così» ha dichiarato uno dei ricercatori, Melinda Mahabee Gittens, membro della Divisione di medicina d'urgenza del Cincinnati Children’s che da tempo studia l'impatto dell'esposizione all'inquinamento da tabacco.
Tra l’altro, il fumo di terza mano non è semplice da eliminare: secondo uno dei ricercatori, in un precedente studio è stato rilevato fumo di terza mano nella casa di un non fumatore otto anni dopo la morte del coniuge, che era fumatore.