Un oggetto transizionale può essere un peluche, una bambola, una pallina di spugna, una copertina o un qualsiasi giocattolo, a cui il bambino attribuisce delle capacità relazionali.
L'oggetto permette al piccolo di superare una situazione di stress come l'ansia da separazione dai suoi genitori, perché gli dimostra, con la sua permanenza, che continua ad esistere anche se il bimbo non lo vede.
L'orsetto preferito del nostro bambino, infatti, è molto più che un semplice pezzo di stoffa imbottito, si può trasformare all'occorrenza in un sostituto del genitore, dal quale il piccolo prova per la prima volta un distacco.
Questo perché l'oggetto transizionale è in grado di posizionarsi sulla linea di confine tra la fantasia del bambino e la capacità di rappresentare almeno simbolicamente una relazione.
Quando compare l'oggetto transizionale per i bambini?
Intorno ai 9 mesi il bimbo, che prima percepiva come oggetti "permanenti" solo i suoi pugnetti, le sue manine o i suoi pollici, con i quali rispondeva agli stimoli del suo corpo, inizia a relazionarsi ad altri oggetti, riconoscendoli come oggetti che esistono al di fuori di sé e rimangono, anche quando non li vede.
Se per esempio l'orsacchiotto è nella sua cameretta, sa che ogni volta che tornerà lì lo ritroverà. Questo è molto importante per i bimbi, perché dona loro una sorta di conforto e, a poco a poco, li abitua alla solitudine o alla distanza dai genitori.
Oggetto trasizionale: la definizione di Winnicott
A introdurre il termine oggetto transizionale fu Donald Winnicott, pediatra e psicoanalista vissuto tra la fine dell’800 e il 1971. Egli si rese conto che ogni individuo, durante lo sviluppo psichico, a poco a poco percepiva di essere un’unità con un confine ben preciso tra interno ed esterno. L’oggetto transizionale si posizionava, secondo lui, in una zona intermedia, riuscendo a collegare interno ed esterno.
Winnicott studiò a lungo l'approccio spontaneo a parti del corpo come pugnetti, pollici e dita dei bambini e il loro approccio nella crescita a oggetti che i genitori ponevano sotto i loro occhi. Per lui erano i genitori per primi a rendere speciali questi oggetti per i loro figli. I piccoli poi intessevano una forte relazione con il loro peluche preferito, cercandolo, coccolandolo e investendolo di alcune capacità calmanti che prima solo i genitori riuscivano a dargli.
Proprio per questo, consapevoli del ruolo che questi giochi hanno per i loro bimbi, gli adulti tendono anche a non lavarli, a non rammendarli, a non stravolgerli mai nell'aspetto per non interrompere questa magia.
I bambini tendono a collezionare molti di questi oggetti di transizione quando sono sereni. Quando poi affrontano momenti difficili, come la separazione dai genitori, la paura del buio nella loro cameretta, sfruttano il loro peluche preferito per calmarsi.
Per Winnicott non tutti gli oggetti possono essere considerati di transizione, devono rispettare alcune caratteristiche:
- sono oggetti che il bimbo sente come propri di diritto (magari gli sono stati regalati, o da sempre gli sono presentati come suoi)
- sono oggetti che il bimbo tratta con cura, coccolandoli, pettinandoli, abbracciandoli
- il bimbo tende anche a riversare amore e rabbia su questi oggetti
- sono oggetti che i genitori hanno presentato al bimbo come "animati" (per esempio realizzando un finto teatrino con le bambole)
- sono oggetti che rimangono immutati se non a causa degli acciacchi che il tempo fa subire loro
- l'oggetto col tempo perde tutte le funzioni che il bimbo gli aveva attribuito poiché la crescita rafforza le sue abilità anche di stare da solo
Cosa succede se un bambino non ha un oggetto di transizione?
Appurata l'estrema importanza per la psiche dei bimbi e il rafforzamento della loro capacità di affrontare il distacco e la solitudine degli oggetti di transizione, è bene dire che non tutti i bambini ne hanno uno.
Tutti i bambini sono diversi e ognuno di loro ha esigenze differenti, esistono bambini che non hanno bisogno di un oggetto che li accompagni nelle prove della vita, come il distacco dai genitori, l'inizio dell'asilo o della prima lezione di sport.
Anche se i bimbi che non sembrano avere un oggetto transizionale specifico, semplicemente lo sostituiscono con un rituale, con un'azione sempre uguale che ripetono quando entrano all'asilo per esempio. Se il bimbo entra in classe e corre dal suo amico tutte le mattine, ricerca sempre lo stesso giocattolo dalla cesta o prima di andare a dormire desidera sempre ascoltare una favola, questi atteggiamenti potrebbero essere i sostituti all'oggetto transizionale.
Quando togliere al bambino l'oggetto di transizione?
Mai. I bimbi, come già specificava Winnicott, sono in grado di assolvere in maniera del tutto autonoma il loro peluche o la loro copertina di Linus dagli incarichi che gli avevano affidato. Togliere prematuramente l'oggetto ai piccoli potrebbe fortemente influire sulla loro autostima. Lasciamo che si abituino alla separazione, al buio, alla solitudine e ai cambiamenti con gli oggetti, i tempi e i modi che preferiscono.
Il parere del pedagogista
Un oggetto transizionale è un oggetto fisico non per forza codificato. Può essere un peluche, una copertina, un laccio di scarpe, al quale il bambino decide di attribuire delle caratteristiche affettive. La presenza di questo oggetto si colloca nel momento di transizione del bambino, tra quando percepisce se stesso come unico centro del mondo e quando inizia a scoprire che oltre all'io esiste un non io. Il mondo diventa una differenziazione tra ciò che è lui, e ciò che non è lui. Qui gli oggetti transizionali hanno un ruolo cruciale, iniziano a fungere da compensatori perché il bimbo cresce e i genitori iniziano a non essere sempre presenti, a non poter costantemente rispondere ai suoi bisogni. Il bimbo vive una piccola frustrazione, percepisce la differenza tra sé e gli altri e trova un surrogato alla presenza dei genitori in questi oggetti transizionali.
L'oggetto transizionale è fondamentale per i bimbi e tutti ne hanno uno, semplicemente qualcuno lo utilizza di più, qualcuno di meno. L'importante è non togliere questi oggetti dai bambini, sono loro a dover scegliere quando non ne hanno più bisogno. L'oggetto arrivano in un momento specifico del suo sviluppo, così sarà la sua crescita a stabilire quando non avrà più bisogno di questa compensazione o meglio quando tradurrà questa compensazione in un gesto più evoluto.