Il parto cesareo (o taglio cesareo) è un intervento chirurgico eseguito per far nascere il bambino e in quanto tale comporta dei rischi. Per questo motivo è programmato dal medico solo quando è l’opzione più sicura per la gestante e per il suo bambino. Di fatto, consiste in un taglio effettuato con il bisturi sulla pancia della mamma, appena sotto la linea del bikini.
Di norma pianificato intorno alla 38-39esima settimana di gravidanza, il taglio cesareo è predisposto in presenza di specifici fattori di rischio o particolari condizioni: dalla posizione podalica del bambino, alla placenta bassa (placenta previa), dai pregressi interventi sull'utero, a infezioni, come l’HIV non trattato o l’infezione primaria da herpes genitale.
Quando nel corso del travaglio il parto vaginale diventa rischioso, il feto non riceve abbastanza ossigeno e sostanze nutritive o è in corso un’emorragia vaginale, si ricorre al cesareo d’urgenza.
Il parto cesareo è sicuro?
Il taglio cesareo è una procedura ritenuta sicura, ma come qualsiasi tipo di intervento chirurgico comporta dei rischi, a breve e lungo termine per la salute della mamma e del bambino e per eventuali gravidanze future.
Il livello di rischio dipende pure dal tipo di parto cesareo eseguito in ospedale: il cesareo programmato è meno rischioso di un cesareo d’emergenza. Se la procedura è stata pianificata in anticipo dal medico, infatti, la mamma in dolce attesa ha il tempo di informarsi e di prepararsi mentalmente e fisicamente all’operazione. Essere consapevole di rischi, benefici e delle motivazioni fondate per cui ci è stato prescritto il cesareo, ci aiuta a vivere l’avvicinarsi della data dell’intervento in serenità.
Al contrario, i cesarei d’urgenza, eseguiti quando durante il travaglio si verificano delle complicazioni e risulta impossibile proseguire con un tentativo di parto vaginale, tendono a essere meno sicuri e più traumatici per la donna, che si ritrova impreparata, sia fisicamente, che psicologicamente.
A partire dal 1985, la comunità medica internazionale ha ritenuto che il tasso ideale di tagli cesarei dovesse essere compreso tra il 10% e il 15%. Da allora, come ha osservato l’OMS, i parti cesarei sono aumentati sempre di più, sia nei paesi sviluppati, sia in quelli in via di sviluppo.
Nel 2021 in Italia ben il 31,2% delle nascite è avvenuto tramite parto cesareo. Un numero importante, che ha toccato punte elevate nelle regioni meridionali: in Campania il taglio cesareo è stato effettuato nel 50,2% dei parti. La seguono Sicilia e Calabria rispettivamente al secondo e terzo posto per frequenza di parti in sala operatoria.
I dati non sono indicatori positivi. Governi, medici e lo stesso Istituto Superiore di Sanità hanno espresso preoccupazione per l’aumento del numero dei tassi di cesarei. La preoccupazione deriva dall’incapacità di valutare esattamente la situazione caso per caso e dalla diffusa tendenza a ricorrere al taglio cesareo anche quando non è strettamente necessario. I costi sono un ulteriore fattore critico: l’intervento chirurgico rappresenta una spesa significativa per i sistemi sanitari sovraccarichi e spesso indeboliti.
Parto cesareo: rischi e benefici
Il parto cesareo non è una passeggiata. È importante conoscere i vantaggi così come le possibili complicazioni dell’intervento chirurgico e i potenziali rischi per la mamma, per il bambino e per eventuali future gravidanze.
Rischi
I rischi di un taglio cesareo per la mamma sono:
- Infezione della ferita, che causa arrossamento, gonfiore, aumento del dolore e secrezione dalla ferita
- Infezione della parete uterina, con febbre, mal di pancia, perdite vaginali anormali e abbondante sanguinamento vaginale
- Emorragie, che nei casi più gravi richiedono una trasfusione di sangue o un ulteriore intervento chirurgico per arrestare l’eccessivo sanguinamento
- Trombosi venosa profonda, cioè un coagulo di sangue che può causare gonfiore e dolore fino a generare un’embolia polmonare se raggiunge i polmoni
- Danni alla vescica o ai tubi che collegano i reni
Per ridurre il rischio di infezioni, alla paziente sono somministrati degli antibiotici prima dell’operazione.
Anche il piccolo non è esente da pericoli. Con il taglio cesareo si possono manifestare due problematiche nel bambino:
- Difficoltà respiratorie temporanee, che migliorano dopo qualche giorno dal parto
- Pelle ferita accidentalmente durante il taglio cesareo, di celere guarigione
Aver vissuto il parto cesareo con un figlio, non impedisce di partorire in modo naturale con il secondo (o più). In passato, chi era stato sottoposto a un taglio cesareo doveva partorire in sala operatoria, sotto al bisturi del chirurgo, anche gli eventuali fratellini, poiché i rischi di rottura dell’utero erano troppo elevati. Oggi non è più così: la maggior parte delle donne che hanno avuto un taglio cesareo possono tranquillamente avere un parto vaginale nella gravidanza successiva, noto con l’acronimo VBAC (vaginal birth after caesarean).
Tuttavia, il taglio cesareo potrebbe, in rari casi, aumentare il rischio di problemi nelle future gravidanze, del tipo:
- Rottura d'utero (o deiscenza della pregressa cicatrice uterina), cioè una cicatrice nel grembo che si apre
- Placenta attaccata in modo anomalo alla parete dell’utero, con conseguenti difficoltà nel liberarla
Partorire in sala operatoria non è un’esperienza meno emozionante o che ci rende meno mamme delle altre, ma non è nemmeno un sotterfugio privo di rischi da utilizzare per sfuggire alla paura del parto naturale.
Benefici
Il parto vaginale è più sicuro di un taglio cesareo per la maggior parte delle donne e dei bambini, ma a volte un taglio cesareo è l'unica opzione sicura, ad esempio quando il bambino ha assunto una posizione podalica nella pancia (con i piedi verso la vagina della mamma e la testa in alto) o la placenta copre la cervice (placenta previa).
Quindi, più che di benefici in termini assoluti, parliamo di maggiore sicurezza in presenza di specifiche condizioni cliniche: il taglio cesareo permette di eseguire un parto più sicuro in determinate situazioni in cui quello naturale metterebbe a rischio la mamma, il bambino o entrambi.
Alcuni considerano l’assenza di dolore un vantaggio del parto cesareo, che è eseguito dietro anestesia. Ma ricordiamo che la sofferenza per la ferita del taglio arriva non appena ci risvegliamo dal sopore-torpore e svanisce l’effetto dei farmaci.
Anche il periodo di ripresa e di convalescenza è più lungo per una mamma che è stata sottoposta a un cesareo rispetto a una mamma reduce dal parto naturale. Fino a 24 ore dopo il parto alla paziente è lasciato il catetere vescicale posizionato al momento dell’intervento e nei primi 2-3 giorni la neomamma ha un’autonomia piuttosto scarsa. Per la guarigione della ferita ci vogliono dalle quattro alle sei settimane, durante le quali non è consigliabile praticare attività fisica.
Cos'è il parto cesareo programmato e come viene preparato
Il parto cesareo programmato (o elettivo) è un taglio cesareo pianificato sulla base di una specifica problematica materna o fetale, intorno alla 38-39esima settimana di gravidanza.
Intorno all’ottavo mese di pancione si procede con un pre-ricovero durante il quale la madre viene sottoposta ad esami del sangue, elettrocardiogramma, visita anestesiologica ed ostetrica.
Se non sussistono ragioni cliniche per un parto anticipato, durante il pre-ricovero è annotata in agenda la data dell’intervento chirurgico.
La mamma è a conoscenza, con settimane di anticipo, del giorno preciso in cui abbraccerà la creatura, iniziando a fantasticare su segno zodiacale e influenze degli astri.
Quello che nel parto cesareo tradizionale viene a mancare è il contatto fisico e immediato col cucciolo d’uomo. Per ovviare al problema, è stata messa a punto la procedura chirurgica del gentle cesarean birth, cioè il cesareo dolce. Con questo tipo di nascita, anch’essa programmata in anticipo dal medico, il contatto con il bebé avviene dal primo istante, così come l’allattamento al seno, e il papà è presente in sala operatoria per l’intera durata dell’intervento.
Ripresa dopo il cesareo
Le scene dei film le conoscevamo a memoria. Ci immaginavamo di ritrovarci pure noi nel mezzo di un parto naturale, a spingere, gridare e, per finire, abbracciare il minuscolo fagottino con le lacrime agli occhi, la fronte imperlata di sudore e un sorriso smagliante sulle labbra.
Quando il medico ci ha annunciato che le nostre condizioni o quelle del feto richiedono di intervenire chirurgicamente, ci siamo rabbuiate, vivendo l’esperienza del taglio cesareo come una delusione o un fallimento personale, fino a sentirci quasi meno mamma di chi partorisce fra doglie, lacrime e sudore. Ma il cesareo non è un parto di serie B. Impariamo ad accettarlo.
È vero, i tempi di recupero sono più lunghi rispetto a quelli di un parto naturale. In genere occorrono due o tre giorni per riprendersi dall’operazione e qualche settimana per riconquistare il pieno benessere fisico. Ma con qualche accortezza e una buona dose di riposo, torneremo in forma, e con il tempo anche la cicatrice sarà rimarginata.
A questo proposito, è utile per una mamma che sulla pelle conserva il segno del parto farsi trattare da un osteopata. Attraverso la manipolazione fisica e specifici massaggi il professionista riduce le aderenze della cicatrice del taglio cesareo.