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23 Maggio 2023
12:30

Parto naturale: le fasi, cosa succede dopo e cosa devi sapere sul dolore

Si definisce parto naturale un parto spontaneo e fisiologico, che non necessita di aiuti medici come l'induzione. L'induzione, invece, avvia il parto indotto, che è sempre vaginale, ma non spontaneo. Il parto naturale si compone di quattro fasi e sono diverse le modalità con cui la donna può tenere a bada il dolore.

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Parto naturale: le fasi, cosa succede dopo e cosa devi sapere sul dolore
parto naturale

Il parto naturale è un parto vaginale che non viene indotto, provocato o accelerato, perché segue tempi e ritmi della mamma e del bambino. Si tratta, dunque, di un parto fisiologico e spontaneo, durante il quale si può ricorrere a rimedi, come l'epidurale, utili per tenere sotto controllo il dolore, a patto che non modifichino le tempistiche di tutto il processo. Il parto naturale avviene senza aiuti medici, come l'induzione, che, invece, conduce la futura mamma a un parto indotto, che è sempre un parto vaginale, ma non spontaneo.

Le donne che chiedono di tenere sotto controllo il dolore attraverso un aiuto medico possono richiedere l'epidurale, che non modifica per nulla il parto naturale, che rimarrà sempre naturale, fisiologico e spontaneo: l'epidurale, infatti, interviene solo sul dolore provato, non sulle contrazioni, che vengono comunque avvertite dalla donna incinta durante il travaglio e durante le spinte del parto

Il parto naturale è molto doloroso?

Il dolore del parto è soggettivo. Anche in caso di mamme che hanno più figli l'intensità del dolore può variare ed essere più o meno elevata. Molto spesso le donne si fanno impressionare dai racconti di chi ha già affrontato travaglio e parto naturale, iniziando a sviluppare quella che viene definita la paura del parto. In realtà, è normale avere timore di fronte a qualcosa che non si conosce, come è normale prepararsi per sentirsi più sicure.

Il dolore è normale durante travaglio e parto: sono i segnali che il corpo invia

Il dolore durante il travaglio e in sala parto, in realtà, si può affrontare meglio con l'aiuto di alcune tecniche. Avvertire contrazioni dolorose è assolutamente fisiologico: è il corpo femminile che manda segnali del fatto che il bambino è pronto per nascere con parto naturale. Per cercare di ridurre un po' la sensazione di dolore e malessere che si prova, sono diversi gli accorgimenti che si possono prendere:

  • muoversi durante il travaglio permette di avvertire meno il dolore, ma meglio farsi aiutare a camminare e farlo lentamente
  • muovere il bacino con delicatezza
  • assumere le posizioni migliori per ridurre il dolore (mettersi in piedi flettendo il busto leggermente in avanti aiuta l'utero a lavorare meglio, mettersi a cavalcioni della sedia con il busto appoggiato sullo schienale, sdraiarsi su un fianco, mettersi semi carponi con una lieve inclinazione in avanti)
  • mangiare poco e spesso, prediligendo pasti leggeri e acqua o tisane
  • evitare lo stress
  • avere qualcuno accanto di fiducia
  • un bagno rilassante o un'immersione in acqua può aiutare a rilassarsi (di solito il parto in acqua è consigliato, ove possibile, per limitare le sensazioni dolorose perché l'immersione in acqua calda migliora il rilassamento muscolare e riduce le contrazioni uterine, inoltre in acqua ci si muove più facilmente e si può cambiare posizione, si vive tutto con meno stress e anche la dilatazione avviene più velocemente)

La futura mamma può anche richiedere l'epidurale per sentire meno dolore, ma avvertire comunque le contrazioni del travaglio e del parto. L’anestesia epidurale o peridurale è una tecnica di controllo farmacologico del dolore. In tutte le fasi del parto è molto utile per sentire meno male ed è sicura per la donna e per il bambino. Vengono somministrati dei farmaci a basse concentrazioni nello spazio epidurale della colonna vertebrale, così da mantenere la sensibilità tattile e l'attività motoria, ma far scomparire il dolore. L'anestesia epidurale viene eseguita a travaglio avviato, con contrazioni regolari: la partoriente è collegata a un monitor e tutto il procedimento è eseguito da un medico anestesista.

Come prepararsi al parto naturale

Non esistono regole o consigli che possono valere per tutte le donne per prepararsi al meglio al parto naturale. Ognuna affronta questo momento come meglio ritiene. L'importante è essere sempre informate per capire cosa succederà durante il parto, quali sono le soluzioni che l'ospedale offre, chi sono le persone che accompagneranno le donne durante travaglio e parto e altre piccole accortezze da conoscere per non arrivare impreparate in un momento così importante.

I consigli che possono valere per tutte le future mamme sono semplici:

  1. affidarsi al personale sanitario, in particolare a infermieri e ostetriche che saranno sempre accanto alla donna in ogni fase del parto
  2. mantenere la calma, anche se il dolore dovesse avere il sopravvento
  3. non avere paura di chiedere aiuto o di fare qualche domanda in più, se questo serve ad affrontare più serenamente quei momenti
  4. evitare il fai da te o manovre che vengono consigliate soprattutto sul web, ma che dovrebbero essere eseguite solo da personale qualificato
  5. farsi coccolare nelle prime fasi del travaglio può essere d'aiuto
  6. prefissare il momento in cui stringeremo il nostro bambino tra le braccia è un ottimo modo per prepararsi al parto naturale

Le fasi del parto naturale

Anche conoscere ogni singola fase del parto può aiutare la donna e chi la assiste ad affrontare meglio ogni situazione e ogni nuova sensazione, perché solo così si è consapevoli che quello che si sta attraversando è naturale e fisiologico. Le fasi del parto naturale sono quattro:

  1. Fase prodromica, il periodo di preparazione del travaglio. I tessuti del corpo femminile si preparano al passaggio del bambino dall'utero all'esterno: non ha una durata "fissa", può variare da poche ore a qualche giorno. A volte il suo inizio non si manifesta con sintomi evidenti, mentre solitamente si capisce di essere in questa fase dalle contrazioni preparatorie, ancora irregolari e più o meno intense. Il dolore è ancora sopportabile. In questa fase la donna potrebbe perdere il tappo mucoso, essere stanca, avere la dissenteria
  2. Fase dilatante, l'inizio del travaglio vero e proprio, quando la donna dovrebbe raggiungere il punto nascita di riferimento. In questo momento le contrazioni si fanno più regolari, una ogni cinque minuti, della durata di 40-60 secondi. I tempi di durata di questa fase sono variabili e dipendono da molti fattori. Il collo dell'utero inizia a dilatarsi progressivamente fino a raggiungere la dimensione completa, di 10 centimetri. La testa del bambino inizia a scendere lungo il canale del parto. Potrebbero rompersi le membrane
  3. Fase espulsiva del parto, il momento della nascita vero e proprio, quando il feto e la placenta escono dal canale del parto, subito dopo la fase di transizione definita latenza, una pausa tra le contrazioni più forti del travaglio e le ultime contrazioni che permetteranno di far nascere il bambino. Il corpo dà un po' di tregua alla mamma prima del momento finale del parto, nella quale la donna deve posizionarsi in una posizione comoda per spingere meglio: il bambino, infatti, riduce le sue dimensioni portando il mento verso il torace e facendo delle rotazioni. Quando la testa esce, grazie all'ultima spinta della mamma, il piccolo fa la sua ultima rotazione di 45 gradi per far uscire le spalle e venire alla luce. La durata è variabile, potrebbero volerci anche 2-3 ore per il primo parto, che scendono nei parti successivi o in caso di epidurale
  4. Fase di secondamento, cioè di espulsione della placenta. Dopo 15-20 minuti dal parto, la placenta viene espulsa. In alcuni casi c'è bisogno dell'aiuto del personale sanitario che compie delle manovre sulla parete addominali. Se entro un'ora questa fase non si completa, bisogna procedere con l'estrazione manuale della placenta, in sala operatoria con anestesia generale. In seguito eventuali lacerazioni vengono suturate.

Alcune classificazioni, uniscono la fase dilatante ed espulsiva, indicando questo momento come periodo del travaglio attivo e senza fare distinzione tra le due fasi.

parto naturale del neonato

Come evitare lacerazioni durante il parto

Durante il parto il perineo, che si trova tra vagina e ano, potrebbe lacerarsi, per motivi fisiologici o per interventi manuali volti a favorire travaglio e parto. Per ridurre il rischio di lacerazioni e, quindi, di punti da applicare dopo il parto, le ostetriche consigliano di:

  • evitare un travaglio e un parto sempre immobili a letto
  • scegliere un parto in acqua
  • cambiare posizione tra una spinta e l'altra durante il parto, per evitare di fare troppa pressione sul perineo
  • respirare in modo profondo e rilassato
  • ascoltare il proprio corpo durante le spinte finali, vocalizzando durante la respirazione
  • rispettare i tempi del parto e ascoltare i movimenti del bambino
  • chiedere l'episiotomia solo se necessaria

Cosa succede dopo il parto naturale

Dopo il parto naturale, in qualche settimana la donna può tornare alle sue normali attività, evitando però di esagerare con gli sforzi o con il sollevamento di pesi eccessivi. Per sei settimane andrebbe evitata anche l'attività sessuale, per permettere ad eventuali lacerazioni di guarire. Meglio evitare di farsi un bagno e prediligere la doccia, curando l'igiene intima con delicatezza e seguendo le indicazioni del personale ospedaliero. Dopo il parto, la perdita di liquidi fetali e residui placentari ed epiteliali, detti "lochi" è fisiologica. L'importante è che le perdite siano inodori e scure subito dopo il parto, schiarendosi nel tempo fino a diventare trasparenti.

A un mese dal parto l'utero torna delle dimensioni precedenti alla gravidanza

L'utero dopo il parto naturale è ancora dilatato e continua a contrarsi per un po'. Nelle due settimane successive inizia lentamente a rimpicciolirsi (con l'avvio dell'allattamento al seno è normale sentire ancora le contrazioni uterine). Dopo 4 settimane dal parto l'utero ritorna alle dimensioni normali, mentre l'addome potrebbe tornare prima della gravidanza in un lasso di tempo leggermente più lungo. Anche le smagliature non scompaiono subito, ma pian piano diventano meno visibili.

Il corpo femminile è "progettato" per accogliere una nuova vita e lo sono anche i muscoli pelvici, che, durante gravidanza, travaglio e parto, si allentano per poter permettere al bambino di venire al mondo. Ed è anche progettato per ritornare alla normalità, essendo molto elastico, anche se le tempistiche e le modalità possono differire da donna a donna e da parto a parto. Per questo motivo è bene tenere sempre in allenamento il pavimento pelvico, così da rieducarlo e riaccompagnarlo a tornare come prima. Perché i genitali femminili tornano come prima, ma dobbiamo prenderci cura di loro.

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