Un amore «pelle a pelle». All’Ulss 6 Euganea a Padova è consentito anche ai papà di cullare il neonato nei suoi primi minuti di vita. Si tratta di una pratica chiamata «skin to skin» consigliata dall’Oms per favorire il contatto pelle a pelle tra il piccolo e la madre, che oggi viene proposta anche ai papà, specialmente in caso di parto cesareo. In attesa che la mamma esca dalla sala operatoria, l’altro genitore, se lo desidera, può prendere in braccio il piccolo appena nato e appoggiarlo sul petto nudo. Attraverso il contatto fisico, papà e figlio, stretti cuore contro cuore, instaurano così un primo legame.
"Skin to skin" con l'altro genitore dopo il parto
All’interno del reparto di ostetricia e ginecologia dell’Ulss 6 Euganea di Padova è già partita l’iniziativa “Pelle a pelle con il papà”, che permette anche all’altro genitore di beneficiare dello «skin to skin», cioè del contatto pelle a pelle con il figlio alla sua nascita.
La notizia è stata rilanciata anche dal Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, che ha sottolineato i «numerosi benefici» della pratica. «Favorisce l’allattamento precoce – ha dichiarato Zaia in un post su Facebook – e, soprattutto, aiuta a instaurare un rapporto profondo fra il neonato e il genitore, che durerà per tutta la vita».
L’antecedente al Policlinico di Pavia
Già nel corso dell’estate 2022 il Policlinico San Matteo di Pavia si era adoperato per permettere non solo alle mamme, ma anche ai papà di vivere il contatto pelle a pelle con il figlio appena nato. Beneficiare del contatto fisico con il piccolo è importante, specie dopo un parto cesareo stressante.
«Almeno un decennio di studi ha dimostrato che lo skin-to-skin migliora lo stato mentale della madre, del padre e del bambino – aveva spiegato Arsenio Spinillo, Direttore UOC Ostetricia e Ginecologia del Policlinico di Pavia –. Riduce in maniera significativa il rischio di depressione materna e, nel padre, rinforza la interazione anche verbale col bambino. Ciò può essere molto importante nei casi di indisponibilità o stanchezza della madre, si pensi al taglio cesareo o a parti con complicanze».
Tenere sul petto un neonato appena venuto al mondo, oltre a essere un’esperienza toccante, ha diversi vantaggi. Primo tra tutti, il legame profondo che instaura tra il genitore e il piccolo.
Il contatto avviene sotto sorveglianza ostetrico infermieristica e nel rispetto dei criteri di sicurezza previsti dalle società scientifiche.
I benefici del contatto pelle a pelle
A consigliare il contatto pelle a pelle con il neonato sono le principali società scientifiche e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), che già nel 2020 invitava gli operatori sanitari e le strutture ospedaliere a concedere ai neonati 90 minuti a contatto pelle a pelle con le loro madri.
Lo skin to skin aiuta a:
- Regolare la temperatura corporea e la frequenza cardiaca del piccolo
- Stabilizzare i livelli di glucosio nel sangue
- Facilitare un attacco corretto al seno
- Aumentare le probabilità di un futuro allattamento esclusivo
- Far sentire il bambino sicuro e protetto
- Mantenere il neonato al caldo
A giovare del contatto pelle a pelle non sono esclusivamente le madri: a confermarlo sono gli studi scientifici. Nello specifico, una ricerca dal titolo "Skin-to-skin contact by fathers and the impact on infant and paternal outcomes: an integrative review” ha dimostrato che lo skin to skin ha gli stessi effetti positivi in termini di stress neonatale di quello effettuato con le madri. Ecco perché diverse realtà ospedaliere nel nostro Paese si stanno attivando, o si sono già attivate, per lanciare iniziative di “skin to skin” alla nascita con entrambi i genitori.