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Per favore, bandiamo quegli orrendi e rumorosi giocattoli che regaliamo ai bambini

La pessima abitudine di regalare giocattoli rumorosi e fastidiosi che farebbero perdere la pazienza a un santo.

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Per favore, bandiamo quegli orrendi e rumorosi giocattoli che regaliamo ai bambini
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Avete mai visto un film dell'orrore in cui si animano i giocattoli e c'è il classico robottino pieno di luci che cammina, o l'orrida scimmietta che inizia a sbattere i piatti? Sicuramente sì. Ecco, allora: perché quando abbiamo bambini piccoli facciamo entrare nelle nostre case questi mostruosi aggeggi? Mi riferisco a quei giochi che emettono suoni striduli e fastidiosi, che i genitori non ne possono più di sentire a ripetizione.

Tra carillon con musichette acute e fastidiose, giostrine "acchiappasogni" che roteano meccanicamente sopra alla culla e giocattoli sonori che suonano senza sosta e si accendono in autonomia, i neogenitori sono perennemente sull'orlo di una crisi di nervi.

Tra camioncini con sirena e giochi dai suoni striduli noi genitori siamo sull'orlo di una crisi di nervi

Negli ultimi dieci anni ho visto e purtroppo ospitato alcuni di questi strumenti demoniaci in casa. Il peggiore era una borsetta che si apriva con una cacofonia di suoni e uno spettacolo di luci tali da provocare sovraccarichi sensoriali anche in un asceta di novant'anni sordo e mezzo cieco.

Eppure, non possiamo dirci sorpresi. Il pulsante "provami" sulla confezione è chiaro. Perché non lo utilizziamo prima di acquistarli? E non parlo solo per noi genitori, ma per nonni, zii e amici che si sentono in dovere di regalare la cosa più fastidiosa e rumorosa presente in negozio.

"Il bambino ha difficoltà ad addormentarsi, nel nuovo lettino". Ma grazie. Forse se gli togliamo il dinosauro rabbioso con gli occhi laser, la scimmia urlatrice e il camion dei pompieri con sirena e faro della contraerea, che magari qualche risultato lo otteniamo.

Per sempre ricorderò un cane abbaiante con dei sensori di movimento che lo attivavano. Una notte mi alzai, era abbandonato nel corridoio, ma evidentemente col pulsante su on. Ho saltato come Sara Simeoni e, una volta atterrata, il resto lo immaginerete.

Il vero guaio, però, è quando al pargolo questi strumenti di tortura piacciono e, di conseguenza, abbiamo macchinine invasate che corrono per casa con musichette accelerate da videogioco anni '80, o gnomi paurosi che ti invitano a essere loro amici con risata finale inquietante. O magari quello è il poltergeist, non lo so. Nel dubbio, chiudetelo in cantina, e che se la pianga la generazione successiva.

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