È importante abituare i bambini ad uscire con qualsiasi condizione meteorologica. Dimenticatevi quindi il frustrante veto sulla libera uscita pomeridiana, stile: "Oggi non si esce perché il tempo è brutto". Secondo un noto proverbio, inventato dal fondatore del movimento scout Baden Powell, «non esiste buono o cattivo tempo, ma esiste buono e cattivo equipaggiamento». In sostanza, quel che conta è come sei equipaggiato (nella mente e nel corpo) per affrontare le intemperie, indipendentemente dalle temperature fuori.
Traslato alla pedagogia, l’insegnamento diventa una sollecitazione ad abituare i piccoli a uscire di casa e giocare all’aria aperta, che fuori splenda il sole, soffi il vento o piova a catinelle. Come spiegano i pediatri, mal di gola, influenza e raffreddori sono provocati dai virus, non dalle basse temperature o dal clima umido.
I benefici di attività come saltare nelle pozzanghere o andare su e giù dallo scivolo del parco giochi in inverno superano di gran lunga i rischi: rafforzano il rapporto con la natura, stimolano la creatività e la fantasia, incentivano lo sviluppo psicomotorio. Se i bambini giocano all’esterno con qualsiasi condizione meteo si abituano e, quindi, tollerano temperature e condizioni diverse diventando più resistenti (purché siano adeguatamente protetti, sia dal freddo che dal sole). In più, incoraggiarli ad uscire tutti i mesi dell'anno trasmette loro il prezioso messaggio che il maltempo – nelle stagioni, come nella vita – più che un limite è un’opportunità e che la felicità, se la si cerca, la si trova anche in una giornata grigia.
Non discriminiamo le stagioni, insomma. Bandiamo esortazioni del tipo "C'è il sole, vai a giocare fuori" o "Non sprecare il bel tempo" e non precludiamo ai piccoli una bella giornata fuori, anche se ulula il vento.
Sperimentano un senso di libertà
Forse non esiste sensazione più liberatoria di cantare sotto la pioggia, saltare nelle pozzanghere e ballare buffe e improvvisate danze della pioggia. A volte i bimbi che escono con il maltempo utilizzano i giocattoli da bagno. Giocare all’aria aperta con la pioggia o il cattivo tempo rappresenta, oltre che una liberazione, una piccola ed eccitante trasgressione che entusiasma i piccoli e ne stimola l’autonomia e l’indipendenza.
Crescono resilienti
I piccoli giocando fuori con il maltempo imparano ad assumersi dei rischi e uscire con la pioggia, la neve, il vento, il caldo crea resilienza. Correre e saltare all’aria aperta, fuori dallo spazio domestico controllato e adeguato alle esigenze dei piccoli, rappresenta un rischio già di per sé, che aumenta ulteriormente se il terreno è scivoloso o ghiacciato o se il vento soffia violentemente. Tuttavia, i bambini non vanno tenuti dentro a campane di vetro. Il clima impervio crea dei rischi reali e delle sfide, che a loro volta generano opportunità di crescita, perché i pericoli insegnano e richiedono consapevolezza, di noi, degli altri e della natura.
A sottolinearlo è anche un articolo di Harvard Medical School, che sollecita i genitori a lasciare che i figli corrano dei rischi perché, altrimenti, «non sapranno cosa possono fare e potrebbero non avere la fiducia e il coraggio necessari per affrontare gli inevitabili rischi della vita».
Si stupiscono: è un “risveglio” dei sensi
Quelli di oggi sono bambini sedentari, poco “selvatici” e tendenzialmente annoiati, abituati a rimanere seduti per ore a un banco di scuola o davanti allo schermo di un tablet. Uscire con condizioni meteorologiche avverse è un’occasione per stupirsi e accorgersi di quali sfumature assume il cielo, di come cambia la natura a seconda della stagione e di quante cose belle accadono là fuori. Insomma, stimola il cervello esponendo i piccoli a immagini, suoni, odori, sensazioni diverse da quelle a cui sono abituati. Dopotutto, non è forse inconfondibile l'odore della pioggia?
Sviluppano inventiva e creatività
Se l’altalena, lo scivolo e le giostre del parco giochi sono impraticabili perché bagnati dalla pioggia, dal ghiaccio o dalla neve, i piccoli sono costretti a inventarsi dei giochi alternativi per divertirsi e trascorrere il tempo. In più, uscire in tutte le stagioni dell’anno, e non solo in primavera ed estate, è un modo per educarli sui cambiamenti e sui cicli della natura, della flora e della fauna. È pure un’occasione per sperimentare attività inedite, che li aiuteranno a sentirsi coinvolti e utili, come raccogliere le foglie secche o le castagne in autunno o cogliere fiori e frutti di stagione.
Entrano in contatto con la natura
Inevitabilmente, i piccoli, entrando in contatto con la natura, rafforzano il loro rapporto con l’ambiente esterno. Non capita pure a voi di sentirvi più “connessi” al mondo e a ritrovare un legame più intimo con la Terra quando il tempo si incupisce, la pioggia inizia a cadere o la nebbia comincia ad diventare più fitta e avvolgere le case?
Rafforzano il sistema immunitario
Quella che il freddo sia la causa principale dell’influenza è una credenza popolare ormai smentita dalla scienza. Al contrario, respirare aria fresca in inverno è salutare, tanto che nei Paesi del Nord, come Finlandia, Norvegia e Danimarca non è raro vedere i genitori parcheggiare all’esterno dei locali i passeggini con i figli addormentati dentro e lasciarli riposare da soli, nonostante le temperature sotto zero. Secondo mamme e papà del Nord Europa, è una pratica che rafforza il sistema immunitario dei piccoli e li aiuta a dormire meglio.
Nei giorni di timido sole invernale, poi, i bimbi esposti all'aria aperta ne guadagnano in vitamina D, essenziale per la loro crescita. Per finire, stare a contatto con la natura presenta impareggiabili benefici, oltre che per la salute fisica, per quella mentale.
Imparano ad essere felici nei giorni grigi
Insegna ai bambini che il maltempo – nelle stagioni, come nella vita – più che un limite è un’opportunità per esplorare, sperimentare e quindi crescere. La felicità, se la si cerca, la si trova pure in un giorno grigio.