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21 Settembre 2023
15:39

Perché gli adolescenti sono scontrosi?

L’aumento di ormoni, oltre alla rapida crescita fisica, cognitiva e psicosociale, contribuiscono a destabilizzare gli adolescenti e a renderli più scontrosi e nervosi. Ecco come comportarsi con il ragazzo quando manifesta comportamenti ribelli, aggressivi e lunatici.

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Perché gli adolescenti sono scontrosi?
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Gli ormoni sono una delle tante cause dei comportamenti scontrosi e aggressivi dei giovani, alle prese con il passaggio dall’infanzia all’età adulta. Nel corso dell’adolescenza infatti i ragazzi tendono a manifestare atteggiamenti ribelli e antipatici, a rifiutarsi di mostrare affetto o di parlare, ad apparire cupi e lunatici. Si tratta di una fase tipica della pubertà e della crescita, in cui l’aumento di ormoni, insieme ai cambiamenti corporei e alle pressioni della società, giocano un ruolo di primo piano nel determinare il loro temperamento. A sconquassarli è anche una tempesta emotiva ed ormonale, che li investe come un fiume in piena e li aiuta a definire la loro identità.

Perché l'adolescenza è un'età complicata?

L’adolescenza è una fase delicata e cruciale nello sviluppo dell’individuo, durante la quale i ragazzini sperimentano una rapida crescita fisica, cognitiva e psicosociale, che li destabilizza e influenza il modo in cui si sentono, interagiscono con il mondo, pensano. I loro cambiamenti di umore e atteggiamento nei confronti degli adulti sono determinati da un misto di emozioni e scombussolamenti, fisici e mentali, che li travolge.

Nello specifico, come riporta Nhs, a rendere la pubertà un periodo particolare e confuso per il piccolo è un insieme di fattori, quali:

  • Aumento di ormoni: nei maschi, per esempio, la produzione di testosterone determina un incremento dell’aggressività, un cambiamento complicato da gestire per il giovane
  • Cambiamenti del corpo
  • Difficoltà a trovare un’identità
  • Pressioni da parte di amici e parenti
  • Sviluppo del senso di indipendenza

Nell’adolescenza i giovani sono come argilla che si sta plasmando per assumere, un giorno, una forma definita. Ecco perché si dimostrano più distanti e distaccati rispetto a quando erano piccoli, rivendicano il loro diritto a stare da soli o a trascorrere più tempo con gli amici, si sentono incompresi dalla famiglia, dagli insegnanti e dall’universo, rifiutano i tentativi di mamme, papà, docenti e allenatori di parlare ed appaiono cupi e lunatici. Ovviamente, non tutti gli adolescenti sono uguali e non tutti manifestano comportamenti simili, quindi scontrosi e aggressivi, nel passaggio all’età adulta.

Gli adolescenti sono come argilla che si sta plasmando per assumere una forma definita

A volte con l’adolescenza cambia anche il loro stile di vita e, nello specifico l’alimentazione, il sonno e l’esercizio fisico. Se svolgono poca attività fisica rischiano di diventare più irritabili. Una cattiva alimentazione, poi, può peggiorare il loro umore, oltre che rendere fragile la salute dell’intestino. L’uso intensivo di schermi e dispositivi elettronici rischia di interferire con il sonno e di peggiorare la qualità delle dormite degli adolescenti, i quali tendono a far più fatica a svegliarsi al mattino rispetto all’infanzia.

Diverso è il caso di una ribellione dovuta all’uso di sostanze o ad esperienze traumatiche di lutti, violenze, bullismo o abusi, casi gravi che non rientrano nelle risposte fisiologiche all’adolescenza e richiedono l’intervento di uno specialista.

Qual è l’età più critica?

Per adolescenza s’intende la fase di vita che va dai 10 ai 19 anni circa, come precisa l’OMS. Si tratta di una fase di passaggio, temporanea, spesso caratterizzata da ribellione, crisi d’ira, sbalzi d’umore, tendenza a chiudersi in sé. Tali comportamenti sono destinati a scomparire in età adulta, quando lasceranno il posto ad atteggiamenti più equilibrati e a una personalità più definita.

Cosa fare se nostro figlio diventa aggressivo?

Durante l’adolescenza il giovane è al centro di uno scombussolamento fisico, emotivo e psicosociale, che a volte lo porta ad essere scontroso e ribelle. Se il genitore nota una graduale crescita di nervosismo nel figlio, può sentirsi spaesato ed essere in difficoltà a rapportarsi quotidianamente con il figlio. Ecco una serie di suggerimenti per affrontare la critica fase dell’adolescenza:

  • Parlare con il giovane, chiedergli come sta e se ha preoccupazioni. È importante trasmettergli l’idea che ci importa sapere qual è il suo stato d’animo e che se è in difficoltà saremo pronti a tendergli la mano ed aiutarlo
  • Ascoltarlo quando vuole parlare e non interromperlo finché non ha finito la frase
  • Consentirgli di sbagliare, di imparare dai suoi errori e accettare che può pensarla diversamente da noi
  • Mostrare curiosità per le sue passioni, i suoi hobby, le sue attività extrascolastiche, i suoi interessi e incoraggiarlo a impegnarsi in sport, musica, o attività di volontariato
  • Rispettare la sua opinione, senza sminuirla
  • Stabilire dei limiti da rispettare (anche se può opporsi)Incoraggiarlo a sviluppare soluzioni ai problemi ed aiutarlo a prendere decisioni
  • Complimentarsi con lui quando raggiunge un risultato
  • Rispettare il suo bisogno di privacy e di spazio personale
  • Invitarlo a dormire a sufficienza, a svolgere attività fisica e a mangiare pasti sani ed equilibrati

Quando preoccuparsi?

È essenziale tenere monitorato il comportamento dei ragazzi, specie durante il periodo dell’adolescenza. Nervosismo, ribellione, sbalzi d’umore sono normali nella fase di crescita dall’infanzia all’età adulta, tuttavia, se degenerano in violente crisi d’ira o stati di profonda tristezza è opportuno consultare un esperto. Segnali che fungono da campanelli allarmanti sono:

  • Rallentamento psicomotorio, quindi stanchezza fisica e mentale, che si manifesta attraverso mancanza di energie, perdita di connessione tra le idee, lentezza di pensiero
  • Perdita di interesse per le attività abitudinarie
  • Difficoltà a concentrarsi
  • Difficoltà a dormire
  • Alimentazione disordinata
  • Sentimenti di svalorizzazione personale, cioè la tendenza a convincersi di essere brutto, incapace, di non essere abbastanza, che nessuno lo ama o lo stima
  • Ansia profonda e frequenti crisi di pianto
  • Comportamenti impulsivi e frequenti crisi di collera
  • Ritiro ed isolamento sociale, familiare e affettivo
  • Ipocondria
  • Fobia scolastica
  • Disturbi psicosomatici (disturbi gastrointestinali, alimentari, dermatologici, eccetera)
  • Pensieri e tentativi di suicidio
Fonti
CDC
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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