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8 Maggio 2023
18:00

Perché i ragazzi abbandonano la scuola? Povertà, poca inclusività e ansia causano la dispersione scolastica

Il fenomeno della dispersione scolastica colpisce duramente il Nostro Paese, il 12.7% degli studenti italiani abbandona la scuola prima di ottenere il diploma delle superiori. Le cause sono un divario economico sociale tra le famiglie che la scuola non riesce ad appianare, la poca inclusività, soprattutto verso gli studenti transgender e ansia e stress.

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Perché i ragazzi abbandonano la scuola? Povertà, poca inclusività e ansia causano la dispersione scolastica
dispersione scolastica

Il fenomeno della dispersione scolastica, ossia dell'abbandono precoce dei banchi di scuola coinvolge il 12,7% degli studenti italiani, prima ancora di aver preso il diploma delle superiori. E il 9.7% degli studenti, registrano le prove INVALSI, arriva in quinta superiore senza le competenze necessarie per affrontare un percorso universitario.

Questa è la percentuale che risulta dai dati raccolti da Eurostat, rielaborati da Openopolis. Il Bel Paese è al terzo posto in Europa tra gli Stati in cui i ragazzi abbandonano prima la scuola, dietro a Romania e Spagna. Nonostante il dato sia in ribasso,  questo triste primato ci porta ad essere ancora ben lontani dal 9% che dovremmo raggiungere, come specificato dagli obiettivi dell’Agenda 2030.

Le maggiori cause di dispersione scolastica sembrano essere le difficili condizioni economico-sociali di alcuni ragazzi cui spesso le strutture scolastiche non riescono a far fronte, la poca inclusività di molti istituti e, soprattutto dopo la pandemia, ansia e stress che verifiche e interrogazioni provocano nei ragazzi.

Il divario socio-economico

Ma quali sono i motivi che spingono i ragazzi ad abbandonare la scuola prima del tempo? Innanzitutto disuguaglianze economiche, che spesso gli istituti scolastici non sanno appianare. Secondo Save the Children, 1 italiano su 4 è a rischio indigenza e sono 1 milione e 382mila i minori in situazione di povertà. Molti istituti scolastici, anche di istruzione primaria, infatti, non forniscono il servizio mensa, il tempo continuato, il doposcuola. Tale problematica si registra in percentuali maggiori, anche superiori alle media europea, soprattutto nel sud Italia.

povertà scuola

Ad essere dotate di ambienti per la refezione scolastica, spiega un'altra analisi svolta da Save the children sulle scuole italiane, sono il 50% delle scuole e si concentrano quasi esclusivamente nelle province del Centro e del Nord Italia, con punte superiori all’80% in particolare nelle province toscane di Prato, Firenze, Lucca, Pistoia,  Aosta e Torino. Ma nelle province Ragusa, Agrigento, Catania le mense sono meno del 10%, a Napoli e Palermo sotto il 6%. Zone, tra l'altro, in cui più di uno studente su 4 proviene da una situazione di estrema povertà.

L'abbandono degli alunni transgender

Dati allarmanti sia a livello mondiale che europeo, per quanto riguarda il tasso di abbandono scolastico delle persone trans. Un' indagine svolta da Genderlens ha dimostrato che tra i 12 e i 18 anni in Italia il 43% delle persone transgender abbandona i banchi di scuola, il 13% del totale dei ragazzi che tra i 6 e i 18 anni smettono di studiare. Le motivazioni in questo caso sembrerebbero essere poca inclusività, bullismo e aggressioni, che avvengono proprio tra le mura degli istituti. Un recente sondaggio ha dimostrato che il 70% degli studenti  di genere non binario ha subito episodi di bullismo o cyberbullismo, soprattutto legate al proprio genere o orientamento sessuale.

Carriera alias

Ad ovviare questi problemi dovrebbe essere l'introduzione negli istituti delle carriere alias. É il Consiglio d'Istituto sceglie di aderire a questo tipo di carriera che permette alle persone trans di utilizzare un nome di elezione, dunque femminile se è così che si definiscono o maschile in caso contrario, a prescindere dal proprio nome anagrafico. Il nome che viene attribuito all'alunno, nell'elenco scolastico, non va a modificare i dati anagrafici della persona, poiché viene utilizzato solo all'interno dell'Istituto.

Tra i 12 e i 18 anni in Italia il 43% delle persone transgender abbandona i banchi di scuola

Oltre a cambiare il nome della persona, la scuola potrebbe dotarsi di bagni e spogliatoi non più divisi per maschi e femmine. L'attivazione di questo percorso prevede, nel caso di studenti minorenni il consenso firmato da entrambi i genitori. La carriera alias, però, in Italia è attiva solamente in 160 istituti e , cosa più importante, mancano ancora delle linee guida emanate dal Miur che rendano l'attivazione obbligatoria e uguale in ogni istituto.

L'ansia e il senso di inadeguatezza

Un altro elemento che indurrebbe molti studenti ad abbandonare gli studi sembrerebbe essere l'ansia, causata dallo stress dei troppi compiti, richieste continue da parte di insegnanti e senso di inadeguatezza nei confronti delle aspettative dei genitori. A rivelarlo l'indagine condotta dopo la pandemia da Udu e Rete degli studenti medi, dal titolo Chiedimicomesto, al quale hanno partecipato 29mila studenti,  per il 67,3% provenienti dalla scuola media superiore.

Il 58,6% è in ansia per la scuola, il 57% si sente solo e il 46% fatica a interagire con gli insegnanti

Il 58,6% degli studenti vive una situazione di ansia legata alla scuola,  il 57% prova un senso di solitudine e il 46% fatica a interagire con professori e compagni di classe. Durante il periodo pandemico, tra gli studenti delle superiori, ha rilevato il sondaggio, quasi il 23% ha pensato di abbandonare gli studi, causa la forte ansia, lo stress e il senso di inadeguatezza.

Ansia a scuola

Tutto questo ha portato alla recente proposta di legge, non ancora presa in considerazione dal Ministro dell'Istruzione e del Merito Valditara, di inserire uno psicologo all'interno delle scuole medie, superiori e nelle università, competente e che segua gli alunni in modo continuativo, creando il necessario clima di fiducia. Il Ministro, piuttosto, ha cercato per ora, con il suo ultimo decreto, di introdurre figure come il docente tutor e l'orientatore, al fine di supportare gli alunni in difficoltà e sviluppare le competenze di quelli invece particolarmente bravi.

In ogni caso l'abbandono della scuola dei ragazzi, gli adulti e lavoratori di domani, è un fallimento educativo al quale il Nostro Paese deve al più presto far fronte.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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