Il bambino può rifiutare il cibo della mensa per svariati motivi (non ultimo il gusto personale), ma di solito questo rifiuto è causato dalle abitudini imparate a casa. Essendo però un fenomeno diffuso, può essere causato anche da motivazioni più profonde come un disagio psicologico o un malessere fisico.
Secondo il 47% degli insegnanti e delle insegnanti infatti i bambini mangiano meno della metà del pasto proposto loro in mensa. Lo dichiarano da FoodInsider (che si occupa di monitorare lo stato e la qualità delle mense scolastiche italiane), e certamente non fanno fatica a crederlo i genitori.
La soluzione non è di certo chiedere di fare tutti i giorni la pasta in bianco (come accade nella maggior parte dei casi: lo sottolineano di nuovo da FoodInsider). Il rischio, in quel caso, è una carenza nutritiva profonda. E l'altro pericolo riguarda le abitudini alimentari, che in questa maniera sprofondano sempre di più in una monotonia controproducente anche sul lungo termine.
Cosa fare quando il bambino non apprezza il cibo della mensa scolastica
L'esempio a casa
A volte sembra scontato, banale e ridondante, ma sempre ribadito: i bambini imparano prima di tutto dai modelli adulti di riferimento che hanno di fronte, e sta quindi a genitori e persone che si occupano della loro educazione domestica mostrare come mangiare un po' di tutto sia normale.
Senza sminuire la selettività che i bimbi mettono in campo (magari qualche cibo davvero non è di loro gusto), è bene spronare sempre all'assaggio, variando per primi la propria dieta. Quando il bambino o la bambina ha una solida base di questo tipo a casa, è più facile che non ponga troppi paletti in mensa.
Le ragioni del rifiuto
Se, nonostante l'abitudine familiare e domestica, il bimbo continua a non voler mangiare il cibo della mensa, prima di prendere qualsiasi misura è essenziale comprendere il motivo del rifiuto. Le ragioni possono variare da bambino a bambino e possono includere preferenze personali, problemi di salute o anche dello stress emotivo.
Il primo passo consiste dunque nell'ascoltare il bambino e osservare attentamente il suo comportamento.
La neofobia alimentare
In alcuni casi non si tratta di mero capriccio, ma addirittura di neofobia alimentare. La neofobia è la paura del nuovo, e spesso bimbi e bimbe vivono una fase fobica nei confronti del nuovo cibo. Hanno quindi paura a sperimentare gusti e consistenze che non hanno mai provato, e che fanno loro ancora più paura proprio perché non gli vengono proposti in casa, ma in un ambiente esterno, ovvero la scuola.
Per superarla, bisogna quindi prima di tutto attivarsi in casa, dando la possibilità di sperimentare sempre nuovi gusti e consistenze, con pazienza e gradualità. La mensa, infatti, propone (o dovrebbe proporre) una varietà alimentare completa e sfaccettata, educando a sua volta a un'alimentazione sana e bilanciata; se però il bambino non è propenso a provare nuovi sapori, il risultato è certamente negativo.
Il consulto medico ed educativo
Se il rifiuto del cibo persiste e preoccupa, è consigliabile consultare il pediatra che a sua volta invierà allo specialista. Potrebbe esserci un problema sottostante che richiede attenzione ed è quindi preferibile intervenire quanto prima, anche per evitare che i bimbi vadano incontro a malnutrizione a causa della monotonia della loro alimentazione abituale.