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28 Agosto 2023
15:00

Perché il neonato stringe i pugni?

Il neonato stringe i pugni per diversi motivi. I pugni chiusi sono un segnale di fame e di stress, nonché una conseguenza naturale della posizione fetale. In più, nei primi tre mesi, a causa della presa palmare, il lattante tende a stringere il pugno intorno al dito di un adulto.

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Perché il neonato stringe i pugni?
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Non è raro sorprendere il neonato con i pugni chiusi. I piccoli premono le dita contro i palmi per diverse ragioni, tuttavia si tratta di un gesto comune e naturale nei primissimi mesi di vita del bambino.

Innanzitutto, chiudere i pugni è un istinto naturale del neonato. Il lattante, infatti, tende a chiudere le mani a pugno in primis perché quel gesto rispecchia la posizione arricciata che aveva assunto all’interno della pancia della mamma durante la gestazione. Pugni chiusi, braccia piegate, gambe vicine al corpo sono posizioni comuni nel neonato nelle sue prime settimane di vita, durante le quali si sta approcciando per la prima volta al mondo esterno. Si tratta, in sostanza, di un retaggio della posizione fetale naturale a cui era stato abituato nell’utero, destinato a scomparire con il tempo.

I pugni stretti forzutamente nel neonato sono, tuttavia, anche segnali di fame o stress. Il neonato, infatti, attraverso il corpo comunica dei messaggi e lancia delle richieste, che è importante imparare a cogliere e interpretare. In generale, quando il bimbo è imbronciato e/o affamato, tende a contrarre il corpo e, quindi, anche le mani, stringendole in pugni robusti. Una volta attaccato al seno o al biberon, inizierà a saziarsi e, di conseguenza, a rilassarsi, aprendo i pugni e stendendo le manine.

I pugni chiusi nel neonato sono, poi, un segnale positivo, poiché indica che il bebè sta acquisendo padronanza dell’uso delle dita e delle mani e sta affinando, piano piano, i meccanismi di motricità fine. Immaginiamo, per esempio, il piccolo che avvolge, con il suo pugnetto, l’indice del genitore, compiendo in autonomia uno dei primi e veri gesti colmi di tenerezza. Si tratta di un gesto di prensione in risposta a un riflesso neurologico, chiamato presa palmare, che si attiva già nei primi 3 mesi di vita quando qualcosa viene spinto verso il palmo di un neonato, come il dito di un adulto.

Esistono dei metodi per incoraggiare il neonato a rilassare le mani, nel caso in cui il piccolo stringa insistentemente i pugni a lungo, come massaggiare le mani delicatamente, dal centro verso l’esterno, senza tuttavia esercitare pressione, oppure introdurlo a nuove sensazioni tattili utilizzando tappeti, peluche, oggetti con trame diverse. Generalmente, comunque, non occorre insistere o allarmarsi: il piccolo allenterà da sé la presa, e perderà autonomamente la tendenza a stringere i pugni.

Se il bambino, tuttavia, persiste nello stringere i pugni in modo insistente, è raccomandabile consultare il pediatra che lo visiterà e valuterà le sue condizioni generali, riflessi e tono muscolare.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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