Disturbi del sonno, rigurgiti, stipsi, problemi nella suzione e plagiocefalia, di questo e molto altro si occupa l'osteopata. Forse siamo spaventati all’idea di lasciare il nostro bambino, già dai primi mesi di vita, nelle mani di qualcuno che non siamo noi. L’osteopata infantile con professionalità ed empatia, però, entra in relazione col piccolo, andando ad agire sul suo sistema muscolo scheletrico. Lavorare sul corpo in anticipo significa promettere al bambino di svilupparsi correttamente, con un fisico sano e forte.
C’è ancora un po’ di scetticismo, dettato dal fatto che l’osteopatia è una terapia nata negli USA, appena 130 anni fa. Diciamo appena perché servono tantissimi anni per elaborare teorie ritenute scientificamente valide e soprattutto per convincere le persone della veridicità degli studi. L’Organizzazione Mondiale della Sanità inserisce l’osteopatia tra le medicine complementari, ossia pratiche non convenzionali che vengono applicate in supporto alla medicina tradizionale.
Dal 2021 è stata riconosciuta in Italia tra le professioni sanitarie. Dell'albo apposito, però, ancora neanche l’ombra, quando arriverà, i tanti professionisti, diplomati in scuole gemellate all’estero, vedranno il loro titolo trascritto nell’albo italiano. Questa situazione di stallo crea dei disagi, come ci ha raccontato l’osteopata Alessandro Fantoli, spesso i pazienti storcono il naso, poiché non possono accedere alle visite tramite il sistema sanitario nazionale, oppure non conoscono e sottovalutano le potenzialità delle tecniche osteopatiche. In questi casi, serve guardare ai risultati, se si torna a stare bene, allora significa che lo specialista è competente e le tecniche funzionano.
I benefici dell'osteopata infantile
Portare il nostro piccolo dall’osteopata è consigliato a prescindere dal fatto che lamenti dei dolori o dei fastidi, perché l’osteopatia, per sua natura, è volta a favorire e facilitare i fisiologici processi di sviluppo del corpo del bimbo. Dunque intervenire subito permette di non dover ricorrere a correzioni posturali nell’adolescenza.
Lavorare sul corpo del neonato, dopo un evento traumatico come il parto, per permettergli di sviluppare il suo apparato muscolo-scheletrico al meglio, è essenziale. «I tessuti del bambino, nei primi giorni di vita e nelle prime fasi dello sviluppo psicomotorio, sono molto più reattivi agli stimoli rispetto a quelli di un adulto» ci dice l’osteopata Alessandro Fantoli.
Lo specialista agisce, nello specifico, sul sistema muscolo scheletrico dei pazienti, è un esperto che conosce quali sono i movimenti motori connessi a ciascuna fascia d’età e fase dello sviluppo del piccolo, dunque toccandolo in punti specifici, stimola quei movimenti che magari non è ancora riuscito a fare. «Si tende un po’ a svalutare il sistema muscolo-scheletrico, invece è fondamentale. É la scatola che contiene tutti nostri organi interni, le viscere, il sistema nervoso centrale, e noi esseri umani non funzioniamo a compartimenti stagni».
Quando portare il neonato dall’osteopata
Se ci accorgiamo che il nostro bimbo ha qualcosa che non va, è bene innanzitutto portarlo dal pediatra, il quale può escludere alcune patologie che non sono curabili dall’osteopata. Alessandro Fantoli ci ha spiegato quali sono le cause più comuni per le quali i genitori si rivolgono all'osteopata.
- Reflusso gastroesofageo: toccando il piccolo, sempre delicatamente, ci si rende conto che il movimento diaframmatico è meno fluido, dunque disfunzionale, si interviene con movimenti fasciali molto leggeri, volti ad agire sul sistema connettivale
- Insonnia: a volte il bimbo non dorme perché ha dei dolori o, nello specifico, il reflusso.
- Stipsi e coliche: il piccolo ha tensione addominale, agitazione e nervosismo, piange, si muove, in questo caso la tecnica che si utilizza per liberare la zona intestinale è prendere delicatamente le gambette del piccolo facendo un po’ di pressione sulle anche
- Suzione: un problema comune è l’errato attaccamento del bimbo al seno della mamma. Il bambino piange ed è nervoso perché non riesce a mangiare quanto vorrebbe. Inoltre la suzione sbagliata è anche dolorosa per la mamma, prima di demordere, se si desidera allattare al seno, ci si può rivolgere all’osteopata, esistono esercizi specifici per stimolare il palato duro e quello molle
- Torcicollo miogeno: si manifesta con l’inclinazione della testa del bambino da un lato, dovuta a una posizione preferenziale che ha assunto mentre era nella pancia della mamma e dopo la nascita. Dunque un lato del collo ha i muscoli di un’estensione inferiore rispetto all’altra, e l’osteopata cerca delicatamente di allungarli
- Plagiocefalia: è una condizione per la quale la testa del piccolo ha una leggera asimmetria, sempre dettata dalla posizione che ha tenuto nella pancia della mamma o che tiene abitualmente. In questo caso l’osteopata manipola delicatamente le suture craniche
Perché serve anche alle neomamme
Ovviamente l’osteopata non è solo per i più piccoli, anche gli adulti possono beneficiare delle sue cure.
In particolare è molto consigliato alle mamme, sia durante la gravidanza che dopo il parto, perché come spiega il dottor Fantoli: «Durante la gravidanza, la donna ha degli scompensi biomeccanici: ha un grosso peso davanti e la schiena inarcata per sorreggerlo. Senza contare le importanti compressioni che coinvolgono alcune parti del corpo».
In questo caso si agisce con delle tecniche che permettono alla donna di rilasciare la muscolatura più sollecitata per il contenimento del bebè, come il pavimento pelvico.«Lo stesso vale per i mesi che seguono il parto, il corpo può essere trattato per essere riadattato ed elasticizzato», continua Alessandro Fantoli.
Andare dall’osteopata è consigliato soprattutto in caso di parto cesareo, poiché va massaggiata la cicatrice con tecniche fasciali. «Nessuno ci pensa ma la cicatrice è come un nodo che viene improvvisamente applicato alla pelle, creando dunque una disfunzione, che va trattata, per migliorare il movimento della zona coinvolta».
Come funziona una visita dall’osteopata?
L’osteopata lavora con il tocco delle sue mani sulla pelle e sul corpo dei pazienti. Il bambino percepisce il tocco delle mani dei suoi genitori come un gesto di affetto e protezione.
Ben diverso è il tocco degli osteopati, che serve loro sia per addentrarsi nel mondo del piccolo, sia a scopo terapeutico.
Il bimbo, che sia neonato o abbia 1 o 2 anni, entra nello studio sempre accompagnato dal genitore, che è fondamentale: «ci sono situazioni in cui il bimbo viene trattato direttamente tra le braccia dei suoi genitori» spiega l’osteopata Alessandro Fantoli. Questa per il piccolo è una sicurezza in più, ma serve anche il giusto approccio da parte del professionista «dobbiamo essere empatici e mettere a loro agio i bambini, distraendoli, oppure spiegandogli passo passo cosa stiamo facendo. Solo così si fideranno di noi e non ci temeranno».
Prima della visita i genitori devono rispondere ad una serie di domande sul parto, per fare una prima valutazione del caso:
- il bimbo è nato podalico?
- il parto è stato naturale o cesareo?
- è stato tirato da un arto per facilitarne l’uscita?
- è stata utilizzata la ventosa?
Dopo di che, inizia la visita vera e propria, l’osteopata agisce toccando il piccolo e percependo eventuali tensioni a livello muscolare o articolare, che cerca di riportare allo stadio iniziale. «C’è sempre un punto neutro, in cui le tensioni sono nulle, si chiama Still point, in onore del fondatore dell’osteopatia. Quando arriviamo a quel punto si percepisce un rilascio fasciale, e la tecnica può dirsi conclusa», continua Alessandro Fantoli.
La seduta dall’osteopata è anche molto rilassante, superato il dolore il paziente è molto disteso, magari addirittura si addormenta.
I benefici dell’osteopatia sono tantissimi, eppure al corso pre parto, si parla poco di poter andare dall’osteopata. Il dottor Fantoli ne è consapevole ma conclude invitando tutti noi genitori a guardare ai risultati: «il bambino non mente mai, se dopo il trattamento sta bene, allora significa che quello che facciamo funziona eccome».