Può capitare a tutti di sbagliarsi a volte con i nomi. Ai genitori succede con i figli, che alternativamente vengono richiamati all'ordine con il nome del fratello o della sorella (e talvolta nascono anche incredibili ibridi tra i diversi nomi). Ai nonni capita con i nipoti. E anche i bimbi potrebbero confondersi di tanto in tanto. Chiedersi, ad esempio, perché il proprio figlio chiama tutti mamma è assolutamente legittimo.
Questo capita perché la mamma è sempre presente, come punto di riferimento e nei propri pensieri. Essendo abituati a chiamarla per ogni cosa, potrebbe succedere di confondersi chiamando la maestra mamma: è un po' un modo per ritrovare quella figura femminile materna in ogni donna, per sentirsi protetti, al sicuro, a proprio agio.
Il bambino chiama tutte mamma: i motivi
Mamma, papà e pappa sono le prime parole di ogni bambino. Sicuramente mamma è la più pronunciata di sempre, anche perché i bimbi cercano continuamente la figura materna, anche quando hanno nelle vicinanze altre persone che potrebbero soddisfare ogni loro bisogno. Sicuramente è un'abitudine del tutto normale, che non deve allarmare o preoccupare e che durerà molto a lungo. Anche quando saranno grandi.
Quando i bimbi arrivano a collegare questa parola alla figura materna, la chiamano con cognizione di causa per farsi aiutare o consolare, ma anche solo per il gusto di pronunciare quel termine che profuma d'amore, coccole e tenerezza. I più piccoli, però, tendono a rappresentare il mondo con delle categorie nette e precise. Per loro tutte le donne giovani sono mamme (così come tutte le donne non più giovani sono nonne). Potrebbe, dunque, capitare che si rivolgano a tali individui di sesso femminile con il nome di mamma. Capita spesso a scuola, con le maestre, che per loro sono un po' le "sostitute" delle madri quando sono in classe con loro.
Quando preoccuparsi?
Gli esperti sottolineano che non bisogna preoccuparsi: questa è una fase passeggera del corretto sviluppo dei più piccini ed è ben spiegabili dal fatto che i bambini tendono a generalizzare le parole quando stanno imparando a parlare. Il fenomeno è quello della "sovraestensione", che li porta, ad esempio, a chiamare tutti gli animali a quattro zampe "cani" e tutta la frutta tonda "mele". Lo fanno fino a quando non capiscono che ci sono delle differenze nei nomi con cui le persone definiscono quello che vedono.
I genitori non devono allarmarsi, ma devono continuare ad ampliare il bagaglio culturale e il vocabolario dei figli, parlando in modo corretto così che loro possano imparare le parole corrette da usare in ogni contesto. Quando chiamano mamma un'altra donna (o anche un uomo) non dobbiamo correggerli in modo evidente, deriderli o sgridarli. Semplicemente possiamo dire la parola o il nome corretto indicando la persona o l'oggetto. Così, volta dopo volta, il piccolo imparerà a non categorizzare. Gli insegneremo a usare i termini specifici della propria lingua di riferimento senza far notare loro che stanno sbagliando: la stessa cosa si dovrebbe fare anche quando sbagliano la pronuncia di una parola.