Buongiorno Dottoressa, non riesco a far mangiare le verdure a Jacopo. E se gliele nascondo nella pasta, se ne accorge subito e lascia il piatto pieno. Da quando è nato mangia sempre le stesse cose.
Grazie per un aiuto.
Carla
Il rifiuto di Jacopo verso cibi nuovi è una situazione simile a tanti altri bambini. Sempre più si parla di “neofobia alimentare”, ovvero del rifiuto a provare nuovi alimenti e quindi a testare nuovi sapori. Questa paura è spesso associata ad un riflesso primitivo di protezione e riguarda generalmente i bambini piccoli. Ma a volte, il rifiuto può continuare anche quando il bambino è più grande e addirittura protrarsi anche in età adulta.
Il rifiuto può essere verso un qualsiasi cibo, ma più frequentemente riguarda la frutta, la verdura o, come nel caso di Jacopo, ed il pesce. E la richiesta di aiuto di Carla è una richiesta di tanti genitori che vorrebbero far provare frutta e verdura di stagione, fresca, gustosa e piena di vitamine, ai propri bambini. Ovviamente pensando alla salute del bambino, perché – si sa ma è sempre bene ricordarlo – il rifiuto di alcuni alimenti sani e importanti per la nostra alimentazione, quali sono la frutta, la verdura e il pesce, possono causare conseguenze negative per la salute del bambino, ove non riesca a superare le sue paure. Questo perché un regime alimentare meno completo e vario potrebbe non essere utile alla crescita armoniosa e quindi alla salute dei più piccoli.
Una corretta alimentazione, infatti, è la pietra miliare per il benessere dell’individuo. E questo è valido quanto più il bambino è piccolo. Nei bambini, infatti, l’alimentazione è un pilastro per un corretto sviluppo e una crescita armoniosa. E su questo principio si fonda anche la Piramide Alimentare Transculturale che la Società Italiana di Pediatria ha proposto negli ultimi anni. Per unire ai benefici della dieta mediterranea, patrimonio culturale immateriale dell’umanità secondo l’UNESCO, ai sapori e alle tradizioni delle popolazioni che vivono nel nostro Paese.
Quindi, non solo pasta e riso: nei piatti dei bambini entrano sorgo, miglio e quinoa. Germogli di bamboo e foglie di cassava accanto a pomodori e melanzane. E per frutta mele, arance, ciliegie, ma anche litchis e papaya. In una società sempre più aperta e multietnica, l’integrazione tra popoli comincia quindi dal menù dei più piccoli. Un menù ricco, vario, ma con delle regole che lo sostengono.
Quando mangiare?
Iniziamo con la distribuzione dei pasti: 5 pasti al giorno. Si parte con la prima colazione, che non deve essere mai saltata o consumata velocemente per dormire qualche manciata di minuti in più al mattino. La colazione infatti dà la carica giusta per affrontare la giornata all’asilo o sui banchi di scuola. Da non trascurare, come invece purtroppo spesso accade, lo spuntino di metà mattinata e la merenda pomeridiana.
Questi piccoli break non vanno mai dimenticati, anche per evitare l'abbuffata di pranzo e/o di cena. Quanto ai due pasti principali, dovrebbero fornire circa il 70% delle calorie totali, distribuite il 40% a pranzo e il 30% a cena.
Senza ovviamente dimenticare l'idratazione: ogni giorno i bambini di 4-6 anni dovrebbero bere 1,6 litri d'acqua, 1,8 litri quelli di 7-10 anni.
Cosa mangiare?
Per assicurare un corretto apporto di tutti i nutrienti, poi, è importante che siano presenti carboidrati, proteine, lipidi e fibre.
Frutta e verdura devono essere protagoniste della dieta, con 3-5 porzioni giornaliere consigliate: rappresentano la base della piramide alimentare. Al pari, cioè di pasta, riso o altri cereali. Infine, è anche opportuno considerare la stagionalità, soprattutto quando si parla di frutta e verdura. Sono sempre maggiori infatti le evidenze che i prodotti nella stagione di maturazione abbiano proprietà nutritive superiori rispetto a un frutto o a una verdura maturata al di fuori del proprio arco temporale ideale.
Come incoraggiare i bambini all'assaggio?
Coinvolgere i figli più piccoli nella preparazione dei pasti in modo giocoso può aiutarli a consumare più frutta e verdura, limitando forme estreme di neofobia alimentare. Per cui, meglio evitare urla e castighi. Ma neanche sottovalutare il problema, pensando che “quando sarà più grande, magari mangerà più volentieri”. I comportamenti genitoriali non coercitivi in reazione al rifiuto del cibo – cioè il dialogo e la preparazione dei cibi meno graditi in una modalità maggiormente apprezzabile dal bambino – si associano a bassi livelli di neofobia.
Perciò, se il bambino sembra rifiutare frutta e verdura, una idea potrebbe essere quello di creare una variopinta barchetta fatta di tante verdure fresche e colorate da condividere in famiglia.
Ma anche sbizzarrirsi con la fantasia: e così fragole ed ananas possono trasformarsi in profumati fiori di campo, carote, zucchine e pisellini in bellissime farfalle. Per una alimentazione sana e divertente del bambino, ma anche di tutta la famiglia.