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10 Giugno 2023
12:30

Perché sculacciare un bambino non è educativo

In passato sculacciare un bambino era considerata una pratica educativa. Oggi sappiamo che non è così, la sculacciata è una pratica che fa solo del male al piccolo, e non solo fisicamente: studi dimostrano che esiste una correlazione tra le sculacciate e un aumento del rischio di comportamenti aggressivi dei bambini.

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Perché sculacciare un bambino non è educativo
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Una volta la sculacciata ai bambini era all'ordine del giorno: si pensava così di educarli punendoli quando facevano qualcosa che non andava bene. Oggi sappiamo benissimo che le punizioni corporali possono avere effetti negativi sulla crescita dei nostri figli, in particolare per quello che riguarda il loro sviluppo. Perché sculacciare un bambino non è educativamente efficace, ma è una pratica che fa solo del male al piccolo. E non solo fisicamente.

I segni che una sculacciata lascia nella mente dei bambini sono molto significativi. Gli effetti psicologici di questa punizione corporale sono molti: alcune ricerche hanno svelato che esiste una correlazione tra le sculacciate o altri metodi educativi altrettanto violenti e il rischio aumentato di comportamenti aggressivi dei bambini.

Perché l'educazione non si insegna con le sculacciate

Le sculacciate, gli schiaffi o altre punizioni corporali ai danni dei bambini sono sempre esistite. Ma questo non significa che siano giuste. Questo metodo che di educativo non ha niente, infatti, veniva usato (e purtroppo viene largamente usato ancora oggi) per educare i più piccoli, per correggere alcuni loro comportamenti scorretti. Dare le botte doveva far capire al bambino che si stava comportando male. Un vero e proprio controsenso, visti anche i danni che le sculacciate, anche le pacche leggere, possono lasciare.

Le punizioni corporali non sono un metodo educativo: i genitori ottengono un risultato nettamente opposto

Molti studi hanno infatti svelato che le punizioni corporali non hanno alcun effetto benefico nella crescita e nello sviluppo dei bambini. Anzi, hanno tantissimi effetti negativi sulla loro psiche ancora "acerba" e in fase di crescita, che si possono portare dietro anche da adulti. Insicurezza, aggressività, rabbia inespressa, paura, bassa autostima: questo è quello che le sculacciate insegnano. Ma non educano affatto i bambini a comprendere quali sono i comportamenti sbagliati messi in atto. Anzi, insegnano loro che quando sale la tensione in una relazione, la reazione è la violenza, perché imparano dai genitori che così si fa, sulla loro pelle.

Sculacciare un bambino non migliora il suo comportamento

Molte ricerche scientifiche hanno indagato effetti e conseguenze delle punizioni corporali sulla psiche dei bambini. Un'indagine dei ricercatori dell'Università del Texas e del Michigan (Gershoff, Grogan-Kaylor, 2016) ha coinvolto più di 160mila bambini, arrivando alla conclusione che le sculacciate sortiscono l'effetto opposto a quello che si aspettano i genitori. Questi ultimi, infatti, credono di educare i figli con schiaffi, sberle e pacche, quando invece i bambini che le ricevono più continuo iniziano a sviluppare:

  • atteggiamenti di sfida nei confronti dei genitori
  • comportamenti antisociali
  • disturbi psicologici
  • aggressività
  • comportamenti violenti da adulti nei confronti dei propri figli

La ricerca ha anche svelato che quella che un tempo veniva considerata una "semplice sculacciata", in realtà può essere considerata, per gli effetti che ha sulla psiche dei minori, un vero e proprio abuso. In molti paesi è anche un reato.

Gli effetti negativi della sculacciata sullo sviluppo del bambino

Quali sono, però, nel dettagli gli effetti negativi di una sculacciata sullo sviluppo anche emotivo del bambino? Se il dolore fisico è bene evidente e visibile fin da subito, i danni a livello della psiche possono essere più subdoli e mostrarsi nel tempo. Sicuramente gli effetti non si riferiscono solo al breve termine, ma anche al lungo termine.

Il bambino non comprende che quando si sbaglia, il metodo migliore è il dialogo

Ogni tipo di punizione fisica chiude ogni canale di comunicazione e di relazione con l'adulto di riferimento, che mostra il suo potere di forza nei confronti del bambino debole, che non può rispondere, non può capire, non può migliorare. Questo spinge il bambino a:

  • chiudersi in se stesso
  • avere paura dei genitori e degli adulti in generale
  • provare ansia di fronte a qualsiasi situazione
  • allontanarsi dai genitori
  • avere disturbi del comportamento
  • provare insicurezza e bassa autostima
  • non avere rapporti sani con i propri coetanei o con gli adulti
  • sentirsi in colpa, non sapendo però cosa ha fatto di male perché nessuno glielo ha spiegato
  • diventare aggressivo e arrogante
  • usare violenza a sua volta, perché è quello che ha imparato a fare vedendo i genitori
  • sentirsi poco amati

Ci troviamo di fronte a un circolo vizioso, perché più il bambino reagisce in questo modo, perché incapace di reagire in altro modo, non avendolo mai imparato, più i genitori arrivano a usare le punizioni corporali, in un cerchio senza fine. In adolescenza e preadolescenza questo può sviluppare comportamenti violenti, aggressivi, illegali fuori dalle mura domestiche (ad esempio atti di bullismo, vandalismo) o di autolesionismo.

sculacciare

Sculacciare un bambino viola i suoi diritti

Come abbiamo già sottolineato in precedenza, per i ricercatori le punizioni corporali, anche se a fini educativi, possono essere equiparati a un abuso. In Italia, il Codice penale all'articolo 571 parla di reato di "Abuso dei mezzi di correzione o di disciplina". Si ritiene, cioè, reato ogni mezzo fisico, psicologico o morale che possa essere inteso come un abuso nei confronti del minore, anche se a scopi educativi, se questa punizione lede la salute fisica e psichica o arriva a umiliare, svilire o denigrare il bambino. Anche una sentenza della Corte Costituzionale del 1996 ha di fatto vietato l'uso di percosse nei minori.

Una legge simile è presente in Francia, dove è stata recentemente approvata una normativa che vieta ai genitori di infliggere punizioni corporali ai figli, anche se con finalità educative. Il paese oltreconfine è solo uno degli ultimi a dotarsi di una legge del genere: sarebbero una cinquantina gli Stati del mondo che hanno introdotto la sculacciata come abuso e reato nei confronti dei minori.

La prima nazione nel 1979 è stata la Svezia, seguita nel 1983 dalla Finlandia. Si sono poi aggiunti Tunisia, Polonia, Lussemburgo, Irlanda, Austria, Repubblica di San Marino, Mongolia, Paraguay, Slovenia e molti altri ancora.

I metodi alternativi alla sculacciata

Se per lungo tempo la sculacciata è stata il metodo (dis)educativo più utilizzato, oggi sappiamo benissimo, nella maggior parte delle famiglie, che non è così. La violenza non è mai la risposta, così come non lo sono la prevaricazione dell'adulto sul bambino o il ricorso a punizioni corporali che lo sminuiscono nell'animo. Questi atteggiamenti non insegnano, ma umiliano. Per educare i bambini bisogna comunicare con loro, usare il dialogo, spiegare cosa hanno fatto che non andava bene e dar loro gli strumenti per migliorarsi e comprendere cosa possono fare in futuro.

Con i bambini dobbiamo tenere sempre aperto un canale di dialogo, per parlare con loro e ascoltarli

Pensare che i bambini piccoli non capiscono è errato, perché in realtà sono delle "spugne" che recepiscono ogni nostra parola e soprattutto ogni nostro comportamento. A patto di saper stare con loro, in modo comprensibile. Non si tratta di lasciar perdere quando i bambini sbagliano, ma di farsi presenza autorevole per guidarli, in modo sereno e calmo, così che possano aprirsi con noi e crescere. I genitori devono ascoltare le sue ragioni e dialogare insieme per riuscire a trovare la strada migliore affinché un comportamento del genere non si ripeta in futuro.

Anche provare a mettersi nei panni del bambino è fondamentale, per comprendere le ragioni che lo hanno spinto a farlo. Eventualmente, possiamo prendere decisioni che possano rafforzare quanto discusso con lui in tono pacato, limitando un'attività che gli piace fare o togliendo un gioco che ama: anche in questo caso, però, l'adulto di riferimento deve spiegare le motivazioni del suo gesto.

Come promuovere una cultura dell'educazione non violenta

Errare è umano. Quando i bambini nascono, ai genitori non viene dato un manuale di istruzioni per comprendere come comportarsi, cosa fare e cosa non fare. Spesso il retaggio dell'educazione che abbiamo ricevuto, fa capolino nelle nostre scelte educative (anche se ci siamo ripromessi di non commettere gli stessi errori dei nostri genitori). L'importante è capire anche come adulti di aver sbagliato a dare una sculacciata, chiedere scusa, spiegare cosa è successo e come ci impegniamo a migliorare insieme ai nostri figli.

Anche in questo modo stiamo dando il buon esempio ai nostri figli per promuovere una cultura dell'educazione non violenta. Se la violenza non entra nelle nostre case in nessun modo, i nostri bambini capiranno che tali atteggiamenti sono sbagliati, anche quando li incontreranno a scuola, al parco, in strada, in palestra. E si faranno promotori di una nuova mentalità che è più aperta al dialogo e al confronto, perché così i genitori li hanno cresciuti.

Molto si può fare anche a scuola, parlando apertamente con bambini e ragazzi, chiedendo le loro opinioni, trovando spunti di riflessioni, anche ricorrendo a libri e film, per trattare un argomento di cui si parla sempre troppo poco.

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