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16 Gennaio 2024
18:00

Perché si festeggia il Carnevale?

Il Carnevale è una festa di origine pagana, che negli anni è stata collegata alla religione cattolica. È un periodo di feste, in cui si può mangiare carne, scherzare e mascherarsi, che precede i digiuni della Quaresima. Anche i coriandoli hanno una storia antica, perché sono l'evoluzione della phyllobolia, cioè il lancio di foglie, degli Antichi Greci.

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Perché si festeggia il Carnevale?
festa carnevale

Il Carnevale è un festa mobile legata alla religione cattolica, infatti la sua data di inizio dipende da quando cade la Pasqua, ma la sua tradizione va ricercata nel paganesimo. Se ne trova traccia, infatti, sia nell’Antica Roma sia nell’Antica Grecia. La parola Carnevale deriva da latino carnem e significa eliminare la carne (da qui l’espressione "carnem, vale", ovvero “ti saluto, carne”). Il Martedì Grasso, un tempo, si allestiva un ultimo e ricco banchetto, prima del digiuno di Quaresima, durante la quale nessuno doveva toccare più carne. Il Carnevale era concepito, quindi, come un periodo di divertimento e di vizi, in cui ci si poteva dedicare agli scherzi (da qui l’espressione "A Carnevale ogni scherzo vale") ai giochi, ma anche a mascherarsi per azzerare le differenze sociali.

Quando si festeggia Carnevale

Il Carnevale è legato alla Pasqua, di conseguenza non ha una data fissa. Il periodo dedicato a questa festa inizia la prima prima domenica delle nove che precedono, appunto, quella di Pasqua e si conclude il Martedì Grasso, che precede il Mercoledì delle Ceneri, inizio della Quaresima. Esiste poi il Carnevale ambrosiano, che si festeggia in alcune zone d’Italia, soprattutto in Lombardia. Questa “variante” termina il Sabato Grasso, ovvero quattro giorni dopo rispetto al tradizionale "martedì" e pare risalire a un pellegrinaggio del vescovo Ambrogio che aveva annunciato il suo ritorno "in tempo per celebrare con i milanesi le ceneri". La popolazione decise quindi spostare il rito alla domenica successiva per aspettare il suo rientro.

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Le origini del Carnevale

Nonostante sia una festa religiosa, il Carnevale trae origine dalla tradizione pagana, in particolare dai Saturnali romani o dalle festività greche dedicate al dio Dioniso. Queste feste servivano alla popolazione per lasciarsi andare, dimenticare anche le regole sociali e mettere in atto comportamenti totalmente disinibiti. Per essere irriconoscibili si mascheravano, spesso con pelli animali.

Nel 1468, anno in cui papa Paolo II  volle indire solennemente il Carnevale nella città di Roma, la festa diventò a tutti gli effetti religiosa. La festività mantenne sempre le sue caratteristiche di gioia e allegria, celebrando così il periodo che precede la Quaresima, caratterizzata invece da maggiori ristrettezze, per prepararsi alla Pasqua.

Perché ci si maschera a Carnevale

Il carnevale è sinonimo di maschere e carri e questa tradizione non ha nulla a che vedere con la religione cristiana. Pare infatti la festa si rifaccia ai saturnali di epoca romana, durante cui l’ordine sociale tradizionale veniva sovvertito: i padroni servivano ai banchetti i loro servi e ci si scambiava doni senza far caso al grado sociale. Concluse le feste, si ritornava alla solita vita e ai rispettivi ruoli delle gerarchie sociali.  Questa tradizione affonda le sue radici nelle antesterie greche, feste in onore di Dioniso, dio del vino e della maschera. Oggi ovviamente il Carnevale non ha più una funzione purificatrice o di sovvertimento degli ordini sociali, ma è diventata una ricorrenza commerciale, infatti le maschere non sono più di tradizione popolare, ma si rifanno ai personaggi dei cartoni animati o del cinema.  Resta l’obiettivo di ribaltare la fantasia per diventare, anche solo per poche ore, un’altra persona.

Perché si lanciano i coriandoli?

Uno dei simboli del Carnevale sono i coriandoli di carta. La tradizione ha origine in  epoca rinascimentale, quando venivano lanciati in aria confetti colorati, ovvero semi di coriandolo ricoperti di zucchero tra i carri e le sfilate in maschera. Per i coriandoli di carta veri e propri, dobbiamo aspettare il 1875. L’idea fu dell’ingegnere Enrico Mangili di Crescenzago, che li realizzò a partire dalle carte traforate usate per l’allevamento dei bachi da seta. Un’invenzione contesa con un altro ingegnere di Trieste, Ettore Fenderlche, che nel 1876 ritagliò dei triangolini di carta.

L'usanza di lanciare piccoli oggetti risale all’Antica Grecia e alla phyllobolia, cioè il lancio di foglie. In passato si usava lanciare foglie e petali di fiori, ma anche rametti, sugli atleti vittoriosi, verso gli eroi di una battaglia, sul corpo dei morti ai funerali e sugli sposi durante i matrimoni. I coriandoli, più economici e facilmente reperibili, sostituirono i fiori e le foglie.

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