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20 Marzo 2024
12:30

Perché spesso i genitori separati smettono di postare i volti dei figli?

La legge impone che la i contenuti riguardanti minori sotto i 14 anni debbano incassare il consenso di entrambi i genitori prima di essere pubblicati. Trasgredire tale principio durante una seprazione o un divorzio potrebbe implicare multe, cause civli e addirittura penali a carico dei trasgressori.

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Perché spesso i genitori separati smettono di postare i volti dei figli?
Perché spesso i genitori separati smettono di postare i volti dei figli?

Quando una coppia con figli decide di lasciarsi è molto comune notare come, tutto d'un tratto, anche i genitori più social-addicted cessino di colpo di postare foto e video ritraenti i propri bambini. Ciò accade perché tra le tante situazioni che possono diventare oggetto di discussione durante un divorzio, la condivisione online dei volti dei figli rappresenta uno dei temi più delicati, con potenziali ripercussioni giudiziarie sia in ambito civile che penale per il genitore colto in fallo.

Secondo i commenti più maliziosi del Web potrebbe essere il caso di quanto sta accadendo a Fedez e Chiara Ferragni, due personalità da sempre abituate a condividere i momenti della propria quotidianità con i propri follower e che dopo l'annuncio della loro rottura hanno iniziato a postare foto dei figli solamente se ritratti di spalle.

Cosa dice la legge

Quello dello sharenting – ossia la condivisione di foto o video dei figli da parte dei genitori – è un fenomeno sempre più diffuso tra le nuove generazioni di mamme e papà. Tuttavia non sempre chi posta regolarmente contenuti con i propri bambini è ben consapevole delle regole da rispettare e rischi dietro un simile comportamento.

Al di là dei potenziali pericoli dati dalla diffusione d'informazioni e immagini sul Web (ne abbiamo già parlato in questo articolo sui rischi dello sharenting), la pubblicazione di contenuti che hanno come protagonisti dei minori è una pratica rigidamente regolamentata da norme nazionali ed europee.

Tali disposizioni stabiliscono infatti che qualsiasi contenuto ritraente un soggetto minore al di sotto di una certa soglia d'età necessita obbligatoriamente del consenso di entrambi i genitori. In Europa tale limite è stato fissato a 16 anni dal General Data Protection Regulation (GDPR) del 2016, tuttavia la normativa permetteva ai singoli Paesi membri di abbassare il limite fino ai 13 anni.

L'Italia ha scelto di fissare  questo confine a 14 anni. Ciò significa che prima del compimento del quattordicesimo compleanno, ogni immagine o video riguardante il minore in questione può essere pubblicato sul Web solo se entrambi i genitori sono d'accordo. Ed è qui che si gioca la partita.

Foto di minori sui social e consenso dei genitori

Se infatti in un contesto familiare stabile tale consenso può risultare scontato o comunque oggetto di una dialettica interna alla coppia, quando una relazione finisce ogni decisione presa sui figli può diventare oggetto di contesa, soprattutto quando la causa assume connotazioni conflittuali.

Postare contenuti con minori senza il benestare dell'altro genitore potrebbe infatti innescare un procedimento civile per imporre la rimozione delle foto o dei video contestati (nonché, in molti casi, un risarcimento economico da comminare alla parte lesa) o addirittura un processo penale per violazione della privacy.

Senza parlare poi delle possibili implicazioni negative che tali contingenze potrebbero comportare in materia di affidamento dei figli o di attribuzione delle responsabilità genitoriali durante le pratiche di divorzio.

La frequenza di simil situazioni ha imposto alla stessa giurisprudenza di adeguarsi in modo da tutelare gli interessi dei genitori e, soprattutto, dei minori coinvolti. Per questo nel settembre 2023 il Tribunale di Torino ha aperto la strada ad una nuova forma di accordo coniugale, consentendo l'inserimento di una clausola all'interno degli accordi di separazione per definire la condotta che gli ex-partner dovranno tenere nei confronti della diffusione online delle immagini dei figli.

Tutelare la privacy dei propri figli rimane dunque la priorità di qualsiasi consesso familiare, ma quando in gioco entrano anche questioni legati alla fine di un rapporto, l'uso dei social deve essere ancora più accorto perché le conseguenze potrebbero rivelarsi molto spiacevoli.

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Niccolò De Rosa
Redattore
Dagli studi umanistici all'esperienza editoriale, sempre con una penna in mano e quel pizzico d'ironia che aiuta a colorare la vita. In attesa di diventare grande, scrivo di piccoli e famiglia, convinto che solo partendo da ciò che saremo in grado di seminare potremo coltivare un mondo migliore per tutti.
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