Chissà cosa porta i passanti, i parenti, ex compagni della scuola elementare con i quali neanche andavamo d'accordo, il nostro vicino di posto sul tram, la panettiera e perfino il parrucchiere a chiederci se possono toccarci il pancione quando siamo in dolce attesa, o peggio, a farlo senza neanche domandare.
Quelle stesse persone che sulla metropolitana all'ora di punta, chiedono scusa quando dopo una frenata brusca hanno accidentalmente schiacciato il piede a uno sconosciuto, arrivano con i palmi delle mani spiegati, le braccia tese in una specie di abbraccio ad avvolgere il pancione. Come se avessero subito una metamorfosi che ha fatto loro dimenticare le regole sociali e di rispetto altrui, o forse ad essere cambiati non sono loro ma noi ai loro occhi.
Il corpo di una futura mamma non è un contenitore
Toccare la pancia di un'altra persona è un gesto di invasione dello spazio altrui e anche molto intimo, che spesso mette in imbarazzo o infastidisce chi ne rimane coinvolto. Il fatto che nel pancione vi sia un un bimbo che scalcia, non è certo una giustificazione, anzi ,cambiare il modo di approcciarsi a un corpo, solo perché è in dolce attesa fa molto riflettere sulla concezione che comunemente si ha della donna incinta.
Pensare di avere il diritto di toccare il corpo di una donna mentre è incinta, o meglio, proprio perché è incinta, non fa altro che sottolineare che per molti sia diventata un involucro, una scatola nella quale si trova il suo bambino. Quel corpo, nei confronti del quale prima ci si approcciava con il giusto rispetto, ora diventa funzionale alla nuova vita, e poco importa se la futura mamma odia il contatto fisico, non si piace esteticamente e non vive il pancione come un dono, ma come un ingombro, per quanto ami suo figlio. Se è in dolce attesa, è per l'intero universo una lieta novella e dunque tutti abbiamo il diritto di toccarla. Come se quel corpo fosse la tutina del bimbo, lo tocchiamo, magari avviciniamo anche l'orecchio in attesa di un segnale del piccolo, che magari scalcerà.
Il punto è che una donna durante la gravidanza è sempre una donna, è quella di prima, una persona il cui corpo merita rispetto, per la quale valgono le stesse regole sociali. Benché il gesto di volerle toccare il pancione sia mosso da nobili intenzioni, come per esempio voler dimostrare interesse e affetto per il bambino, magari anche per lei, non è detto che questo gesto le faccia piacere. Tra noi e il bambino vi è la sua pancia, quindi innanzitutto andrebbe chiesto di poter toccare il pancione, accettando un eventuale no.
Non avere paura della reazione a un no
La cosa migliore in realtà, sarebbe che nessuno chiedesse a una donna in dolce attesa di poter toccare il suo pancione, ma purtroppo non è così. Non dobbiamo però avere remore a dire di no, se non ci fa piacere che qualcuno si avvicini a noi così tanto, spalancando le sue braccia sul nostro pancione.
Si può cercare di far capire il concetto anche con il linguaggio non verbale, toccando noi stesse il pancione o incrociando le braccia sopra, ma se l'interlocutore sembra non capire non facciamoci scrupoli a dire «No».
A volte è complesso, perché sappiamo bene che chi abbiamo davanti non vuole essere scortese, sta cercando di dimostrare il suo interesse per il bimbo, dimenticandosi però di noi. Eppure dobbiamo cercare di rimanere ferme, perché il rispetto per il nostro corpo è molto importante. Così come sarà importante quello per il bimbo, che potrà essere tenuto in braccio da altri, toccato e baciato se lo vorrà e se lo vorremo noi.
Gestire il nostro corpo come vogliamo rimane un nostro diritto inviolabile, anche se siamo in dolce attesa.