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3 Settembre 2023
10:00

Pregrafismo: cos’è e perché è importante per il bambino

Il pregrafismo è la fase che precede l’acquisizione dell’abilità di scrittura. Consiste in esercizi e attività utili all’apprendimento delle competenze necessarie per imparare a scrivere. Uno stadio importante nel percorso evolutivo del bimbo, che contribuisce al suo sviluppo cognitivo, creativo, emotivo e motorio.

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Pregrafismo: cos’è e perché è importante per il bambino
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Per pregrafismo s’intende la fase che precede l’acquisizione della competenza della scrittura, quindi della grafia. Si tratta, di fatto, di un insieme di esercizi e attività proposti ai piccoli per prepararli alla scrittura, aiutandoli a sviluppare la motricità fine, imprescindibile per impugnare la penna e scrivere sul foglio.

Gli esempi sono innumerevoli: dal dipingere e colorare dentro i bordi, al creare origami, dal ritagliare lungo le righe i cartoncini con le forbici arrotondate, alle schede di pregrafismo. È importante, infatti, che, prima di imparare a scrivere, il bimbo apprenda diverse abilità e competenze propedeutiche all’apprendimento della scrittura, come, tra le altre, l’abilità motoria, il riconoscimento di forme e colori, la memoria, la capacità linguistica.

Cos'è il pregrafismo?

Il pregrafismo consiste in un insieme di attività che precedono l’apprendimento della scrittura. Per imparare a tracciare lettere in successione e, quindi, a scrivere parole, frasi, periodi e testi, il bambino deve aver acquisito a monte una serie di specifiche abilità cognitive, creative e motorie, prerequisiti imprescindibili per imparare a scrivere. Nel pregrafismo, infatti, sono coinvolte diverse competenze utili per imparare a scrivere, quali:

  • Abilità motoria
  • Abilità linguistica 
  • Abilità sensoriale
  • Abilità spaziale
  • Memoria
  • Attenzione
  • Coordinazione visuo-motoria
  • Prassia
  • Funzioni esecutive

Quando e come iniziare il pregrafismo

Tra i 4-5 anni, in genere, i bambini iniziano a mostrare interesse per l’alfabeto e i simboli grafici, anche se ciascuno ha i suoi tempi. Alcuni bambini amano colorare e scarabocchiare sui fogli già a 2 anni, altri si dedicano più tardi ai primi rudimentali gesti di scrittura. Senza dubbio, tuttavia, è opportuno che entro i 5-6 anni i bimbi siano in grado di impugnare correttamente la biro, il pennarello o lo strumento di scrittura.

Il pregrafismo prevede una serie di passaggi evolutivi, in base all’età, quali:

  1. imitazione della scrittura dei grandi, per esempio tracciando linee orizzontali (a circa 2 anni e mezzo)
  2. chiusura dei simboli e delle figure (a circa 3 anni)
  3. disegno delle lettere (a circa 4 anni)
  4. associazione tra simbolo e suono (a circa 5-6 anni)

Non esiste un’età specifica entro cui è obbligatorio avvicinare il bambino alla pre-scrittura, tuttavia, in genere, già alla scuola dell’infanzia il piccolo sperimenta i primi esercizi di pre-scrittura, tra lavoretti, schede da colorare, puntini da collegare. L’educazione nella prima infanzia è essenziale per lo sviluppo di quelle abilità che fungono da prerequisiti fondamentali per l’acquisizione della scrittura e di altre competenze prioritarie.

Tra le mura della scuola dell’infanzia e, talvolta del nido, i bimbi iniziano a familiarizzare con pennarelli, pastelli, fogli, libri, materiale didattico, e, sotto la guida degli insegnanti, si misurano, più o meno consapevolmente, con attività di pregrafismo. Esercizi che possono svolgere anche a casa con l’aiuto dei genitori, purché si rispettino le propensioni individuali dei singoli bambini.

Le attività di pregrasfismo

Le principali attività di pregrafismo sono:

  • scarabocchiare, disegnare (disegno sia libero che dentro i bordi) e/o colorare su diversi supporti (carta, cartoncino, cartone, tessuto) e con diversi strumenti (pastelli, a cera o a olio, gessetti, pennelli, pennarelli, matite, penne, stampini)
  • collage
  • puzzle
  • giochi con le lettere

Esercizi e schede per il pregrafismo sono utili?

Intorno agli esercizi e alle schede specifiche per il pregrafismo il dibattito è aperto. Accanto alle attività e ai giochi che contribuiscono a stimolare le competenze di pregrafismo (come, appunto, disegni, puzzle, collage, ritagli, origami), esistono, infatti, esercizi e compiti specificatamente creati per lo sviluppo delle abilità di pregrafismo.

Si tratta, in genere, di schede con linee, cornicette, tracciati semplici e complessi da completare. Sulla loro utilità o meno i pareri sono divergenti: da un lato c’è chi ritiene che le schede di pregrafismo siano strumenti utili per imparare a scrivere, dall’altro chi è convinto che gli esercizi siano da assegnare a partire dalla scuola primaria, mentre prima i piccoli si debbano concentrare su libere attività di gioco.

Senza dubbio, non ha senso sottoporre ai bimbi di 3/4 anni schede di pregrafismo pensate per bambini più grandi. Anticipare i tempi, oltre che inutile, rischia di essere dannoso e controproducente. Le schede di pregrafismo, qualora vengano utilizzate, vanno proposte a seconda dell’età degli scolari, consci delle propensioni individuali e delle abilità raggiunte dal singolo bimbo. L’uso delle schede e degli esercizi prima del tempo rischia di interferire con quanto verrà insegnato alla scuola primaria, nonché scatenare avversione nel bambino verso compiti e attività simili.

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Un esempio di esercizio di pregrafismo

Perché il pregrafismo è importante

Le attività di pregrafismo, se adeguate all’età e agli interessi e predisposizioni del piccolo, hanno diversi benefici sullo sviluppo cognitivo, emotivo, creativo e di motricità fine del bimbo, imprescindibili per l’acquisizione della scrittura e, in generale, per la sua crescita evolutiva. Il piccolo, giocando, tracciando, colorando e toccando, sperimenta e acquisisce abilità importanti per, un domani, apprendere ulteriori competenze.

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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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