È accaduto in una scuola primaria di San Lorenzo Maggiore, in provincia di Benevento, dove il preside dell'Istituto Comprensivo A.De Blasio, era in visita. Ad un certo punto il dirigente, dopo essere stato in presidenza si tocca le tasche dei pantaloni, cerca dentro la sua borsa ma proprio non riesce a trovare il suo cellulare. Invece che pensare di averlo dimenticato da qualche parte, decide di avviare una vera e propria perquisizione degli zaini di tutti gli studenti della scuola, convinto che qualcuno di loro lo abbia furtivamente preso dalle sue tasche. I bimbi hanno sfilato uno dietro l'altro davanti al dirigente aprendo diligentemente il loro zaino, prima i maschi, poiché il preside sospettava di aver dimenticato l'apparecchio nel loro bagno, poi le femmine.
Ad un certo punto, però, nella confusione generale, si è fatta avanti una bimba di seconda elementare, che ha tenuto saldamente chiuso il suo zaino trovando il coraggio di dire al preside:«No, non apro il mio zaino. Non è legale». Ciò non è bastato per interrompere la pratica, continuata sugli zaini di tutti gli altri scolaretti e risoltasi con esito negativo. Qualche ora dopo, infatti, quando il preside è rientrato nella sua scuola, ha ritrovato il suo cellulare sulla scrivania del suo ufficio dove lo aveva dimenticato.
Il Sindaco del comune di San Lorenzo Maggiore in un lungo post su Facebook ha raccontato tutto il suo rammarico per l'accaduto: «Piuttosto che agire puntando il dito, fornendo un insegnamento rabbioso e irrispettoso verso i nostri bambini, non sarebbe stato più semplice andare a controllare nel bagno, laddove si era recato per l’ultima volta, prima di accorgersi della “perdita”? Mi viene in mente una sola parola: VERGOGNA per aver sottoposto i bambini ad un simile trauma, ad una simile umiliazione, ad uno spregevole gioco di potere.I bambini della scuola di San Lorenzo Maggiore NON SONO LADRI!».
Il Primo Cittadino ha poi chiesto che il docente venisse destituito dai suoi incarichi, accusandolo di aver calpestato la dignità degli alunni e di essersi inoltre rifiutato di chiedere scusa, anche una volta scoperto di aver dimenticato il cellulare in ufficio. Il caso è giunto fino in Parlamento dove il deputato di Fdi Francesco Maria Rubano ha interpellato il Ministro dell'Istruzione Valditara riguardo l'accaduto, chiedendogli di mettere in atto i giusti provvedimenti. Il deputato ha ritenuto oltraggioso il comportamento del docente che ha umiliato gli alunni senza neanche chiedere loro scusa.
Cosa dice la legge sulle perquisizioni da parte degli insegnanti?
La piccola di soli 7 anni coraggiosamente ha cercato di far valere i propri diritti, battaglia proseguita poi dai genitori infuriati per l'atteggiamento del docente e dal Sindaco della città. Ma aveva ragione? Un insegnante ha o non ha il diritto di perquisire gli zaini degli studenti?
La risposta è no, in ogni caso un insegnante non può obbligare un alunno che non lo desidera a fargli vedere il contenuto del suo zaino, ma può predisporre una perquisizione se l'alunno è stato colto in flagrante o se ha in tasca o nello zaino un oggetto molto pericoloso.
Gli insegnanti in servizio sono pubblici ufficiali e all'articolo 609 del Codice Penale si specifica che una perquisizione arbitraria, quindi senza autorizzazione alcuna, disposta da loro, viene punita con un anno di reclusione. La proprietà privata dei bambini è inviolabile, come spiega l'articolo 13 della Costituzione, dunque se l'alunno si rifiuta di far vedere all'insegnante il contenuto del suo zaino, il professore non può fare nulla per opporsi. Ciò vale per le perquisizioni di oggetti e per quelle personali, che se fatte senza autorizzazione o senza fondati sospetti di violazione della legge, integra il reato di abuso di potere.
Le cose cambiano nel momento in cui il bimbo è colto in flagranza di reato, come specifica l'articolo 352 del Codice di Procedura penale. Se per esempio la bimba che si è opposta alla perquisizione fosse stata vista da una telecamera di sicurezza o dal preside, o da un compagno, rubare il telefono, dunque compiere il reato, allora l'insegnante avrebbe avuto il diritto di predisporre la perquisizione, senza alcuna autorizzazione. Allo stesso modo ne avrebbe avuto il diritto se la piccola avesse avuto in tasca o nello zaino un'arma, o un qualsiasi oggetto che avrebbe potuto mettere a repentaglio la sicurezza dei compagni, l'urgenza sarebbe stata tale da rendere impossibile un preventivo decreto di perquisizione e quindi l'insegnante avrebbe potuto chiedere di perquisirla.