Da gennaio 2024 sarà possibile accedere alle tecniche di procreazione medicalmente assistita (Pma) tramite il pagamento di un ticket in tutte le regioni italiane. Lo ha annunciato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nell’intervento di ieri, 14 settembre, alla Camera dei Deputati durante il convegno “Natalità: work in progress”, promosso dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo). In sostanza, un servizio oggi garantito solo in alcune regioni del Nord e Centro Italia, con l’inizio del nuovo anno diventerà capillare a livello nazionale, consentendo anche alle donne che risiedono nelle regioni del Sud, dove non è ancora previsto, di ricorrere alla fecondazione assistita nelle strutture sanitarie pubbliche gratuitamente o a prezzi calmierati.
A partire da gennaio 2024 «ogni donna in qualunque regione risieda potrà ricorrere» alla procreazione medicalmente assistita «dietro il pagamento di un ticket» ha dichiarato ieri il ministro Schillaci, prima di aggiungere: «dopo sei anni di attesa, abbiamo messo fine ad un’iniquità che non era più tollerabile».
Era dal 2017, infatti, che si attendeva l’approvazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), che prevedono un aumento delle prestazioni sanitarie (tra cui la procreazione medicalmente assistita) garantite ai cittadini gratuitamente o dietro pagamento di un ticket. L’accordo con gli enti regionali si è finalmente concluso lo scorso aprile, dopo l’approvazione del Decreto Tariffe, e dal primo gennaio 2024 entrerà in vigore il nuovo tariffario (quello vecchio risale addirittura alla fine degli anni Novanta). «È stata determinante l’approvazione del Decreto Tariffe, che ha reso applicabili i nuovi Livelli essenziali di assistenza» ha commentato il ministro Schillaci.
L’obiettivo è quello di superare le disuguaglianze sul territorio dando a tutti il diritto di accedere alle nuove prestazioni, tra cui la Pma. Oggi la procreazione medicalmente assistita omologa è disponibile gratuitamente solo in poche zone d’Italia, mentre dal 2024 verrà passata ai cittadini ovunque, da Nord a Sud. Per l’eterologa, invece, il costo del ticket sarà deciso dalle singole regioni ed ammonterà indicativamente ai 1.500 euro, anche se il prezzo dipende dall’importazione di gameti, come riporta il Sole 24 Ore. La speranza è, quindi, di limitare il fenomeno del turismo procreativo, che oggi spinge migliaia di coppie a spostarsi dal Mezzogiorno al Nord Italia e dalle zone più periferiche verso i grandi centri per accedere alle cure.
Dopo lo stallo dovuto alla pandemia, sono tornati a crescere i dati sulle tecniche di Pma. Nello specifico, nel 2021 si è registrato un aumento del 36% rispetto al 2020 del ricorso ai cicli di procreazione medicalmente assistita, le gravidanze sono cresciute del 50% e i bambini nati vivi del 49%. È aumentato anche il numero di coppie che si è rivolto ai centri pubblici e privati convenzionati rispetto a quelli privati.
Nel pubblico, tuttavia, la fecondazione è ostacolata da lunghe liste d’attesa, perciò tante coppie scelgono di bussare alla porta di cliniche private, spendendodai 3.500 ai 6-7000 euro per una fecondazione omologa e dai 5.000 ai 9.000 euro per una eterologa. «È necessario un impegno ulteriore – ha continuato il ministro – affinché sia garantita a tutte le coppie la possibilità di accedere a strutture e servizi proposti alla tutela della salute riproduttiva».