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18 Gennaio 2024
13:00

Prof non sa dove lasciare il suo cane, il preside le dice di portarlo a scuola: «Amare gli animali insegna il vivere civile»

In una scuola di Firenze una docente, che non sapeva dove lasciare il suo cucciolo di cane, lo ha portato a scuola. Il cagnolino è diventato la mascotte dell'istituto e il preside ha ricordato quanto è importante la pet therapy per gli adolescenti.

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Prof non sa dove lasciare il suo cane, il preside le dice di portarlo a scuola: «Amare gli animali insegna il vivere civile»
cani e studenti

Un'insegnante di Firenze, grazie all'ok del preside, ha potuto portare a scuola il suo cucciolo di cane di appena due mesi, che altrimenti non avrebbe saputo dove lasciare. Il cucciolo è diventato subito la mascotte della scuola.

In un momento storico in cui spesso circolano notizie che fanno pensare a tutto fuorché che l'uomo riesca ad essere il miglior amico degli animali, da una scuola superiore di Firenze, arriva una storia che riporta la speranza. Una professoressa dell'Itt Marco Polo di Firenze è riuscita a portare il suo cucciolo di cane pochi mesi, che per quell'ora non sapeva proprio dove lasciare, in classe, rendendolo la mascotte dell'istituto.

Un cucciolo di cane ha bisogno delle attenzioni del suo padrone umano, soprattutto quando è da poco arrivato nella sua nuova casa. Questo la professoressa del Itt Marco Polo di Firenze, da poco diventata mamma adottiva di un simpatico cagnolino dagli occhi blu, lo sa bene. Qualche giorno fa, però, non è riuscita a trovare nessuno che rimanesse a casa con il suo cagnolino mentre lei doveva fare lezione ai suoi studenti a scuola. La docente ha quindi chiamato la presidenza spiegando l'accaduto e il dirigente scolastico, il signor Ludovico Arte, dall'altra parte della cornetta, non ha esitato neanche un secondo: «Portalo a scuola, starà in classe con gli studenti».

Il piccolo amico a 4 zampe della docente è diventato subito la mascotte della scuola, scodinzolando allegro tra i banchi, nello stupore generale degli studenti e del personale scolastico.

Il preside ha rilasciato poi un'intervista a Firenze Today, spiegando che per lui la richiesta non è suonata strana, anzi. Già più volte gli era capitato di assistere all'ingresso di cagnolini nella scuola, perché l'istituto ha aderito, durante l'orario scolastico o nelle attività pomeridiane proposte agli studenti, a programmi di Pet therapy. «Diverse volte abbiamo fatto pet teraphy con laboratori pomeridiani, dove i ragazzi lavoravano sulle emozioni attraverso gli animali e professionisti del settore. L'idea di far entrare gli animali nella vita degli studenti può portare sicuramente dei benefici» ha spiegato dunque il preside Ludovico Arte alle pagine di Firenze Today.

La pet therapy, infatti, non è utile solamente a curare situazioni patologiche o a far divertire i bimbi più piccoli. Proporre queste attività a scuola agli adolescenti li può aiutare a relazionarsi, la produzione maggiore di ossitocina quando un animale domestico è vicino ai ragazzi li aiuta a socializzare. Inoltre accarezzare e coccolare un animale da compagnia permette al cervello di rilasciare meno ormoni indicatori di stress, quindi i ragazzi possono liberare le loro emozioni e le tensioni che scuola e vita in famiglia possono causare loro.

Il preside dell'istituto sa, però, che nonostante i benefici che regalare qualche ora settimanale agli studenti in compagnia dei cagnolini, può dare loro, poche sono le scuole sul territorio che aderiscono a questi progetti.

«Il rispetto e la convivenza con gli animali li valuto come un elemento fondamentale del vivere civile. Credo che sarebbe importante in un luogo come la scuole, favorire anche in modo naturale, senza troppi discorsi, la convivenza serena con gli animali. Questa è stata un'occasione casuale, ma sarebbe opportuno che gli animali entrassero nelle scuole per mille motivi» ha spiegato Ludovico Arte.

Il dirigente scolastico all'avanguardia su molti temi, era già divenuto noto ai notiziari per aver inserito nella sua scuola delle aule dove gli studenti islamici potessero pregare durante il Ramadan, scelta d'accoglienza che aveva fatto tremare molti politici, nettamente meno pronti all'interculturalità, rispetto al preside.

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Sophia Crotti
Redattrice
Credo nella bontà e nella debolezza, ho imparato a indagare per cogliere sempre la verità. Mi piace il rosa, la musica italiana e ridere di gusto anche se mi commuove tutto. Amo scrivere da quando sono piccola e non ho mai smesso, tra i banchi di Lettere prima e tra quelli di Editoria e Giornalismo, poi. Conservo gelosamente i miei occhi da bambina, che indosso mentre scrivo fiduciosa che un giorno tutte le famiglie avranno gli stessi diritti, perché solo l’amore (e concedersi qualche errore) è l’ingrediente fondamentale per essere dei buoni genitori.
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