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11 Giugno 2023
14:00

Prolattina alta: perché è importante in gravidanza e allattamento e quando preoccuparsi

L’iperprolattinemia è quella condizione caratterizzata da valori ematici di prolattina superiori alla norma e le cause possono essere fisiologiche, farmacologiche e patologiche. Se non c'è in corso una gravidanza o non si sta allattando, è bene farsi seguire da un endocrinologo.

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Prolattina alta: perché è importante in gravidanza e allattamento e quando preoccuparsi
prolattina alta

La prolattina alta (o iperprolattinemia) è la presenza di livelli eccessivamente elevati di prolattina nel sangue. Che cos’è la prolattina? È  un ormone prodotto dall'ipofisi (che si trova nella parte inferiore del cervello) che stimola la produzione di latte materno, consentendo l’allattamento al seno. È anche coinvolto nello sviluppo delle ghiandole mammarie, nella regolazione del ciclo mestruale e nella produzione di sperma.

È considerato normale che i livelli di prolattina aumentino in gravidanza e in allattamento. Si parla invece di iperprolattinemia se la prolattina si alza in assenza di una gestazione. È una condizionale che può causare problemi di salute che vanno da periodi irregolari e disfunzioni sessuali a infertilità e produzione inappropriata di latte materno. È un disturbo che può colpire chiunque, anche se è più frequente nelle donne.

Cause della prolattina alta

Le cause della prolattina alta sono numerose. I livelli, infatti, possono aumentare quando le cellule produttrici di prolattina all'interno dell'ipofisi, chiamate lattotrofi, producono più ormone del necessario o quando i lattotrofi crescono in modo anomalo formando dei tumori. Inoltre, l’ iperprolattinemia può verificarsi anche come effetto collaterale di alcuni farmaci psichiatrici. Le malattie o i disturbi che influenzano direttamente o indirettamente questo ormone sono:

  • Tumori cerebrali benigni: come adenomi ipofisari, craniofaringioma e meningioma
  • Trauma: per esempio le lesioni subite durante un intervento chirurgico o radiazioni della ghiandola pituitaria, delle ghiandole surrenali o dell'ipotalamo
  • Ipotiroidismo: quando la ghiandola tiroidea non produce abbastanza ormoni tiroidei, causando un aumento del TRH
  • Sindrome di Cushing: causata da livelli anormalmente elevati di cortisolo, l'ormone dello stress
  • Malattie sistemiche: come la malattia renale cronica (CKD) e la malattia del fegato che colpiscono direttamente o indirettamente il sistema endocrino (ormonale)
  • Acromegalia: disturbo ormonale in cui la ghiandola pituitaria produce troppo ormone della crescita (GH), sconvolgendo l'equilibrio di altri ormoni.
  • Cisti di Rathke: una lesione accrescitiva piena di liquido che si sviluppa tra le parti della ghiandola pituitaria
  • Cancro: tra cui le metastasi cerebrali (tumori che si sono diffusi al cervello)
prolattina in gravidanza

Sintomi dell'iperprolattinemia

I sintomi dell’iperprolattinemia nelle donne sono legati all’irregolarità del ciclo mestruale. Non è un caso, che molte signore ricevano una diagnosi di prolattina alta dopo una valutazione per infertilità o mestruazioni irregolari, ma altre non hanno alcun sintomo. Occasionalmente potrebbe manifestarsi una secrezione lattiginosa spontanea dal capezzolo. I sintomi, inoltre, sono diversi a seconda dei livelli, che possono essere:

  • Lievi aumenti di prolattina tra 20 e 50 ng/ml, di solito non causano cambiamenti evidenti nei cicli mestruali, sebbene possano diminuire la fertilità complessiva.
  • Livelli più elevati di prolattina tra 50 e 100 ng/mL possono causare cicli mestruali irregolari e ridurre significativamente la fertilità di una donna.
  • Livelli di prolattina superiori a 100 ng/ml possono alterare la normale funzione del sistema riproduttivo femminile, causando i sintomi della menopausa (periodi di assenza di mestruazioni, vampate di calore, secchezza vaginale) e infertilità.

Sintomi di iperprolattinemia nelle donne

  • Cicli irregolari
  • Assenza del ciclo mestruale
  • Perdita di libido (desiderio sessuale)
  • Galattorrea(la produzione di latte materno quando non sei incinta o stai allattando)
  • Infertilità (dovuta all’assenza di ovulazione )
  • Vampate di calore
  • Secchezza vaginale
  • Aumento di peso
  • Dolorabilità mammaria
  • Mal di testa
  • Irsutismo(eccessiva crescita di peli sul corpo e sul viso)

Sintomi iperprolattinemia negli uomini

  • Perdita di libido
  • Disfunzione erettile
  • Infertilità (a causa della ridotta produzione di spermatozoi)
  • Ginecomastia (ingrossamento anomalo del seno)
  • Galattorrea (non comune ma possibile)

Diagnosi dell’iperprolattinemia

esame prolattina

La diagnosi dell’iperprolattinemia si può ottenere facilmente, con un esame del sangue, che va eseguito a digiuno ed è noto come curva della prolattina. La prescrizione può essere fatta dal medico di base, ma lo specialista di riferimento è l’endocrinologo. I livelli di prolattina superiori a 25 ng/mL, nelle donne che non sono in gravidanza e a 20 ng/mL per gli uomini, sono considerati elevati. Poiché ogni individuo sperimenta variazioni giornaliere nei livelli di prolattina, potrebbe essere necessario ripetere l'analisi del sangue se i livelli dell'ormone sono leggermente superiori ai parametri.

Quando il valore della prolattina è preoccupante?

I valori della prolattina sono anomali per:

  • Uomini: superiori a 20 ng/mL
  • Donne: superiore a 25 ng/mL
  • Donne in gravidanza: sono normali nell’intervallo tra 10 e i 209 ng/mL

Se i valori a digiuno superassero questi parametri, il medico potrebbe decidere di prescrivere una risonanza magnetica (MRI) che potrebbe a sua volta rilevare un adenoma ipofisario o un'infiammazione ipofisaria.  I valori, però, possono essere leggermente diversi in base alla sensibilità del laboratorio.

Terapia

La terapia per ristabilire nella normalità i livelli di prolattina si basa sulla cura o la gestione delle cause sottostante. Se l'iperprolattinemia è indotta da farmaci, un cambiamento del trattamento o del dosaggio può aiutare ed essere sufficiente. Potrebbero anche essere prescritti farmaci chiamati agonisti della dopamina per aumentare la ricettività del cervello alla dopamina.

Se la prolattina alta, invece, è causata da un adenoma ipofisario, sarà lo specialista di riferimento a indicare la strada da seguire.

Prolattina in gravidanza

La prolattina in gravidanza inizia ad aumentare immediatamente. Con l’aiuto di altri due ormoni importanti, ovvero estrogeni e progesterone, stimola lo sviluppo del tessuto mammario e la produzione di latte. La prolattina, nello specifico, favorisce la crescita di un certo tipo di tessuto mammario chiamato alveoli mammari, che sono i componenti della ghiandola mammaria dove avviene la produzione di latte. Inoltre, sollecita le cellule alveolari del seno a creare importanti componenti del latte, come il lattosio (ovvero i carboidrati), la caseina (la componente proteica del latte) e i lipidi (i grassi che forniscono energia, acidi grassi essenziali e colesterolo).

Quali sono i valori di riferimento in gravidanza? Si aggirano tra i 10 e i 209 ng/ml e, ovviamente, sono più alti nel terzo trimestre rispetto al primo e al secondo.

Prolattina in allattamento

La prolattina in allattamento è fondamentale, perché questo ormone favorisce il rilascio di latte materno per l’alimentare il bambino.  Durante i primi mesi, inoltre, gli alti livelli di prolattina servono anche a inibire l'ovulazione e ciò permette alla donna di non avere subito il ciclo dopo il parto ed evitare una nuova gravidanza. Tuttavia, col passare del tempo, i livelli di prolattina non rimangono così alti con l'allattamento. Quando? Non ci sono dei tempi tecnici precisi: la prolattina tornerà gradualmente ai valori presenti prima della gravidanza, ma si potrà comunque continuare ad allattare. Una volta interrotto l’allattamento, il corpo della donna impiega, invece, circa 10 settimane a ristabilire i valori della prolattina e a tornare a ovulare.

I livelli, come possiamo immaginare, durante l’allattamento sono elevati, proprio come nel terzo trimestre di gravidanza, quindi, possono avere un intervallo tra i 10 e i 209 ng/ml. I valori sono considerati preoccupanti anche in allattamento se superano i 250 ng/ml, in questo è consigliabile consultare un endocrinologo per verificare che non sia subentrato un problema di salute.

Ogni poppata stimola quella che viene chiamata “febbre di prolattina”, aumentando la concentrazione nel sangue tra 3 e 5 volte. Il picco massimo viene raggiunto circa 10 minuti dopo che il bambino ha smesso di succhiare. La prolattina a questo punto diminuisce, tornando a valori basali dopo circa 3 ore.

Per mantenere i livelli elevati ed evitare la comparsa del primo ciclo (aspetto che non garantisce comunque l'efficacia contraccettiva), si consiglia di ritardare quanto più possibile l'uso del ciuccio e mantenere una buona frequenza nelle poppate.

Le cause della diminuzione di prolattina in allattamento

  • Assunzione di pillole con estrogeni: un cambiamento nell'equilibrio di estrogeni e prolattina, può influenzare la fornitura di latte materno.
  • Chirurgia del seno: se eseguita vicino all'areola o al capezzolo può causare danni ai nervi che segnalano al cervello di rilasciare prolattina. 
  • Depressione
  • Uso precoce del ciuccio
  • Creme anestetizzanti: non vanno utilizzate, anche se potrebbero comparire le ragadi.
  • Obesità
  • Fumo
  • Integrazione di latte artificiale
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