Il movimento in acqua contribuisce ad uno sviluppo armonico globale del bambino, contribuendo al rinforzo di diverse aree. Non parliamo di tecnicismi natatori, scuola nuoto o “attrezzatura” utilizzata per l’insegnamento. Immaginiamoci semplicemente il bambino che entra in acqua, dal bagnasciuga fino al mare sempre più profondo o in piscina, e inizia e camminare, correre, saltare, tirare i calci all’acqua, muovere le braccia per fare le onde e gli schizzi. Poi, magari, si diverte a sollevare entrambe le gambe, a muoverle mentre galleggia, insieme alle braccia, a fare le bollicine con la bocca e a nascondersi sotto l’acqua… Si potrebbe andare avanti all’infinito con i movimenti acquatici possibili!
L’approccio dei bambini all’ambiente acquatico, infatti, può avere mille sfaccettature: entusiasmo, stupore, timore, curiosità, eccitazione, inibizione… Pensiamo ai bambini in riva al mare che stanno per fare il bagno: chi corre verso l’acqua, chi non si stacca dalla mano dell’adulto, che entra pian piano riparandosi dagli schizzi. Cosa significa per un bambino muoversi in acqua? Quali benefici può avere?
Quali competenze sviluppa
Prima di vedere le varie aree che l'attività in acqua contribuisce a sviluppare, è doverosa una specifica. Come ogni attività, ricordiamoci che il movimento in acqua aiuta ma non è indispensabile. Va quindi benissimo incoraggiare il bambino a muoversi in acqua se si diverte, se siamo comodi in piscina o siamo in vacanza al mare, ma non sentiamoci in dovere di portarlo assolutamente in acqua.
Area morfologico-funzionale
Muoversi in acqua è ormai risaputo avere notevoli benefici, oltre che sull’apparato muscolo-scheletro, anche per l’apparato circolatorio e respiratorio, sviluppando e potenziando le strutture anatomiche fisiologiche e biochimiche che sostengono le funzioni vitali dell’organismo.
A livello motorio viene fortemente stimolata inoltre la sensopercezione nonché vengono sperimentate e poi acquisite molteplici coordinazioni cinetiche generali e specifiche.
Consiglio: più il bambino è lasciato a corpo libero, senza l’uso di galleggianti, meglio è!
Area intellettivo-cognitiva
La stimolazione sensopercettiva contribuisce alla possibilità di conoscere il proprio corpo e immaginare nuove azioni, partendo dall’osservazione della realtà sulla base della percezione del proprio corpo, dello spazio, del tempo e delle situazioni.
Pensiamo a un bambino in mare, seppur ancora nell’acqua basse dove “tocca”: manterrà l’attenzione nel sentire il contatto dei piedini con il suolo, nell’osservare cosa fanno i bagnanti attorno a lui, l’andamento delle onde, eccetera. Inoltre il piccolo dovrà prevedere cosa sta per accadere (se, per esempio, sta arrivando un’onda o una palla sta per cadere vicino a lui) e quindi sulla base della memoria dell’acqua che si alza o dell’acqua che schizza adeguerà il proprio comportamento o cercherà una strategia per affrontare ciò che accade. Ecco quindi l’utilizzo di attenzione, memoria, capacità di previsione e problem solving.
Area affettivo-emotiva
Quest’area in particolare meriterebbe un approfondimento lunghissimo in quanto, parlando di bambini, e di bambini in acqua, non possiamo ignorare lo stato emotivo degli adulti di riferimento ed il loro rapporto con l’acqua: sono sereni in acqua o infastiditi? Hanno paura per sé e per i figli? Trasmettono sicurezza o diffidenza?
Possiamo sintetizzare affermando che vi è una forte sollecitazione degli stati emotivi che portano all’azione coscientemente voluta. Per cui il bambino è ingaggiato nel viverli, sperimentarli, integrarli nella costruzione della propria autonomia attraverso la fiducia in sé stesso, il coraggio, la prudenza, il desiderio di “andare sempre oltre” e l’autocontrollo.
Area sociale
In piscina così come al mare, l’adulto mette sicuramente delle regole per la sicurezza del bambino e degli altri: ecco quindi che il bambino è portato ad attenersi a norme, non sempre decise e comprese da lui, ed al rispetto di sé, degli altri e dell’ambiente e del materiale.