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22 Febbraio 2023
13:00

Quando fare il test di gravidanza e come funziona?

Il test di gravidanza è uno strumento diagnostico in grado di stabilire se si è incinte. Misura la presenza nelle urine (se si sceglie il test casalingo) o nel sangue (nel caso di prelievo ematico) della beta hCG, la proteina prodotta ad almeno sei giorni dal concepimento. Continua a leggere per scoprire quale, quando e come effettuarlo, quali sono le tempistiche da rispettare e quanto è affidabile.

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Quando fare il test di gravidanza e come funziona?
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Il nostro ciclo è più preciso di un orologio svizzero, ma ormai è scaduta la fatidica data mensile e la biancheria è ancora intonsa. Fare il test di gravidanza è l’unica soluzione per scioglierci il dubbio e scoprire se siamo incinte.

Esistono due modi per accertare o smentire la presunta gravidanza, uno fai da te e l’altro tramite prelievo ematico: il test delle urine, cioè il tradizionale test di gravidanza, acquistabile in farmacia o al supermercato, e le analisi del sangue, da effettuare in un centro di analisi.

Entrambi gli esami si basano sul dosaggio della beta hCG (o gonadotropina corionica umana), cioè di quella proteina associata all’attività ormonale prodotta ad almeno sei giorni dal concepimento. Se l’esame ne rileva la presenza, riscontrabile nel sangue e nelle urine dopo circa 10-14 giorni dall’impianto dell’ovulo fecondato nell'utero, allora il risultato del test darà esito positivo. In genere, i livelli di beta hCG, in costante aumento nel corso del primo trimestre di gravidanza, registrano i valori massimi tra l’ottava e la dodicesima settimana, quando il feto è ormai formato.

Dopo quanti giorni di ritardo fare il test di gravidanza?

Dopo quanti giorni dal rapporto sessuale non protetto è consigliabile eseguire un test di gravidanza? Ha senso sottoporsi all’esame anche se la data presunta del ciclo è ancora lontana? Nella testa di una donna che pensa di essere incinta frullano una serie di domande a cui cercheremo di rispondere in modo semplice ed esaustivo.

Dopo circa 14 giorni dal concepimento possono essere rilevati nell'urina i valori di βhCG

Partiamo da un presupposto: i test in commercio sono piuttosto variabili e la certezza definitiva di una gravidanza si ha solamente tramite prelievo ematico o, ancora meglio, tramite visualizzazione ecografica di camera gestazionale ed embrione.

Tuttavia, i valori di βhCG possono essere rilevati già dopo circa 10 o 14 giorni dal concepimento nell'urina, confermando o meno il proprio stato di gravidanza. In questo, giocano un ruolo essenziale due elementi, da tenere in considerazione quando si effettua l’esame: la variabilità del ciclo mestruale, che in molte donne ha una durata irregolare e cambia di mese in mese, e la sensibilità del kit comprato per l’esame, da cui dipende la quantità minima di beta hCG che il test è in grado di rilevare.

In linea generale, è opportuno sottoporsi al test dopo il primo giorno di ritardo mestruale solo se il proprio ciclo ha una durata regolare, non necessariamente di 28 giorni. Nel caso di un ciclo irregolare, in cui le mestruazioni sono “ballerine” o quasi mai puntuali, presentandosi periodicamente in anticipo o in ritardo rispetto alla data fissata sul calendario mestruale, è meglio tranquillizzarsi e attendere almeno altri quattro o cinque giorni dalla data presunta di inizio del ciclo prima di effettuare il test, per evitare ansie o delusioni.

Senza dubbio, è totalmente inutile sottoporsi al test casalingo nei giorni immediatamente successivi al rapporto. Il rischio sarebbe quello di ottenere un falso negativo, oltre che di aver sperperato insensatamente denaro per l’acquisto dello strumento diagnostico. Come abbiamo già chiarito, infatti, trascorre almeno una settimana prima che avvenga l’impianto e l’ormone della gravidanza impiega del tempo per accumulare quantità sufficienti ad essere escrete nelle urine. Perciò, per essere certi del risultato, bisognerebbe effettuare l’esame almeno due settimane dopo il rapporto.

Se il kit domestico è inutilizzabile all’indomani del sesso non protetto, non lo è nei giorni precedenti al presunto avvio della fase di menorrea. Il test diagnostico è effettuabile già qualche giorno prima dell’ipotetica data d’inizio delle mestruazioni. Sono in circolazione, infatti, dei test che garantiscono una discreta affidabilità anche se effettuati già nei cinque o sei giorni precedenti all’arrivo del ciclo.

Quando fare il test di gravidanza: di mattina o di sera?

Il momento migliore per fare il test di gravidanza è al mattino. In questo momento, la concentrazione di beta hCG nelle urine è più alta e l’esito del test dovrebbe essere ancora più attendibile.

Ritardo mestruazioni test di gravidanza

Come fare il test di gravidanza

Ci guizza in testa il dubbio che non si tratti di un ritardo qualsiasi e decidiamo di acquistare un test di gravidanza. Esistono una serie di step da seguire per effettuarlo correttamente. Vediamoli:

  1. Scartare il test di gravidanza e leggere attentamente le istruzioni;
  2. Controllare la data di scadenza sulla confezione. Muniti di timer alla mano, possiamo ufficialmente passare alla pratica;
  3. Rimuovere il cappuccio e procedere con la minzione sul lato assorbente dello stick. È importante puntare la punta assorbente dello stick direttamente sul flusso di urina. Se si preferisce, si può immergere il test di gravidanza direttamente in un campione d’urina, precedentemente raccolto in un contenitore pulito;
  4. Dopo circa cinque secondi richiudere lo stick con il suo cappuccio protettivo e appoggiare lo strumento sul bordo del lavandino o su una qualsiasi superficie piana;
  5. Aspettare circa cinque minuti.

Tic tac… Scopriamo insieme quali potrebbero essere i tre possibili risultati:

  • Esito positivo: si delineano due linee verticali o compare la scritta «incinta», a seconda della tipologia di test utilizzato, se analogico o digitale;
  • Esito negativo: compare una sola linea verticale, la linea di controllo. Potrebbe trattarsi di un falso negativo se l’esame è stato effettuato troppo in anticipo;
  • Esito incerto: la seconda linea, che indicherebbe la gravidanza in corso, è sbiadita o non è netta come la prima. In questo caso è opportuno ripetere  il test a distanza di qualche giorno.

Diversi sono i tempi di attesa per chi si sottopone al prelievo del sangue, un esame che si effettua dietro prescrizione medica presso un ospedale o un laboratorio specializzato del territorio, a un prezzo di circa 20 euro. Le tempistiche più lunghe sono compensate dalla sua sensibilità, che è superiore a quella del test domestico, e dalla sua precocità rispetto all'equivalente su urine.

Test positivo o negativo di gravidanza

Il test di gravidanza è attendibile? Falsi positivi e falsi negativi

Se eseguito nel modo corretto un test urinario positivo risulta affidabile al 99%, come precisa l'Istituto Superiore di Sanità. Se invece si incorre in un falso negativo la sua affidabilità diminuisce, ma questo dipende molto dal tipo di test che stiamo utilizzando.

Circa 1 volta su 100 il risultato del test è falso

Osserviamo insieme quali sono le cause scatenanti di un ipotetico risultato errato.

Cause di un falso negativo:

  • Il test di gravidanza è scaduto o difettoso
  • Il test è eseguito troppo prematuramente
  • Il contenitore delle urine è contaminato
  • Livelli di beta hCG superiori alla media nel sangue e nelle urine interferiscono, per effetto di quello che in medicina è chiamato “effetto gancio” o “effetto Hook”, con il test di gravidanza, impedendo l’intermezzo dell’anticorpo tracciante-hCG necessario per la misurazione
  • Alla mamma è stata diagnosticata una gravidanza extrauterina, cioè una gravidanza in cui l'impianto dell'ovulo fecondato avviene in sedi diverse dalla cavità uterina
  • La gestante ha bevuto una quantità eccessiva di liquidi, che diluiscono i livelli di hGC nell’urina

Cause di un falso positivo (in condizioni più rare):

  • Un aborto spontaneo;
  • Una gravidanza biochimica, cioè un’interruzione precoce della gravidanza che si verifica subito dopo l'impianto dell'embrione;
  • L’assunzione di farmaci contenenti beta hGC;
  • L’insorgenza di tumori secernenti beta hGC;
  • La presenza per altri motivi di beta hGC nel corpo.

Gravidanza extrauterina

Talvolta i valori del beta Hcg potrebbero comportarsi in modo anomalo crescendo ma con troppa lentezza rispetto a quanto dovrebbero. In questo caso è bene rivolgersi ad uno specialista in quanto potrebbe trattarsi di una gravidanza extrauterina, cioè una gravidanza in cui l'impianto dell'ovulo fecondato avviene in sedi diverse dalla cavità uterina.

La gravidanza extrauterina potrebbe essere causa sia di falsi negativi che di falsi positivi (nel senso che la gravidanza è iniziata ma non può andare a buon fine).

E se è negativo?

Se il test di gravidanza è negativo, non abbattiamoci, anche se la speranza era quella di una cicogna con un fagotto nel becco in arrivo.

Una coppia di 25enni, nel fiore dell’età (e della fertilità), per concepire un bebè impiega, mediamente, fino a un anno. Sul concepimento, infatti, incidono una miriade di fattori, che esulano dalla sfera strettamente fisiologica e della salute riproduttiva della coppia. Lo stress del lavoro, l’ansia quotidiana, il lutto di un caro, una delusione affettiva o professionale, una cattiva alimentazione sono elementi che influiscono sul benessere fisico, ostacolando l’inizio della gestazione.

Imparare a conoscere il proprio corpo e il proprio calendario mestruale è un buon modo per aumentare le probabilità di una gravidanza. La metà delle coppie insiste nel concepimento in periodi sbagliati, non essendo informata su quali sono i giorni fertili del mese. È nei giorni dell’ovulazione, infatti, che la probabilità di concepire aumenta.

Nel caso di un ciclo regolare di 28 giorni, l’ovulazione cade fra il 13esimo e il 14esimo giorno del mese. Ma esistono vari metodi per scoprire con più certezza qual è la data propizia, per esempio tenendo traccia dei giorni rossi del mese sull’agenda personale o acquistando un test dell’ovulazione.

Le informazioni fornite su www.wamily.it sono progettate per integrare, non sostituire, la relazione tra un paziente e il proprio medico.
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Rachele Turina
Redattrice
Nata a Mantova, sono laureata in Lettere e specializzata in Filologia. Antichità e scrittura sono le mie passioni, che ho conciliato a Roma, dove ho seguito un Master in Giornalismo concedendomi passeggiate fra i resti romani (e abbondanti carbonare). Il lavoro mi ha riportato nella Terra della Polenta, dove ho lavorato nella cronaca e nella comunicazione politica. Dall’alto del mio metro e 60, oggi scrivo di famiglie, con l’obiettivo di fotografare la realtà, sdoganare i tabù e rendere comodo quel che è ancora scomodo. Impazzisco per il sushi, il numero sette e le persone vere.
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