L'apprendimento dei primi passi è uno degli avvenimenti più entusiasmanti nella crescita del nostro piccolo tesoro.
Questo momento si verifica di solito intorno al compimento del primo anno di vita e segna una pietra miliare in cui i genitori sono chiamati a partecipare attivamente, creando un ambiente confortevole, offrendo assistenza durante i primi tentativi e rispettando i i ritmi individuali dei bimbi, senza ansie o aspettative eccessive.
A che età un bambino muove i primi passi?
La risposta a questa domanda può variare da bambino a bambino.
In genere, la maggior parte dei piccoli inizia a compiere i primi passi intorno ai 12 mesi di età, tuttavia non si tratta di un parametro rigido: molti bambini iniziano ad alzarsi su su due gambe, già intorno al decimo-undicesimo mese, mentre altri impiegano qualche mese in più ad avventurarsi nei primi spostamenti in posizione eretta.
Non va mai dimenticato che ogni bambino è un individuo unico, con il proprio ritmo di sviluppo e le proprie esigenze. Prima di camminare, infatti, è necessario che la struttura fisica del piccolo sia forte abbastanza per potersi reggere in piedi e che il tessuto celebrale abbia raggiunto una maturità tale da riuscire sostenere la postura e coordinare i primi movimenti. Per cui non cerchiamo di anticipare le tappe.
Quando imparano a camminare i bambini?
Il percorso verso i primi passi è un'avventura affascinante che inizia con alcune fasi fondamentali e necessarie a preparare i bambini ad una vita "su due piedi".
Il primo step avviene quando i neonati imparano a sollevarsi dalla pancia e a girarsi, cosa che normalmente avviene intorno al terzo mese. In realtà il processo di rafforzamento dei muscoli del collo, delle spalle e del tronco inizia ancora prima, visto che fin da piccoli mostrano il riflesso di sollevare la testa quando vengono posti a pancia in giù.
Tra i 6 e i 10 mesi poi, molti bambini passano dalla fase di sollevamento della testa e rotolamento al vero e proprio gattonamento. Questo rappresenta un importante passo avanti nel loro sviluppo motorio, poiché coinvolge una coordinazione più avanzata degli arti superiori e inferiori. Gattonare non solo permette ai più piccoli di esplorare l'ambiente circostante, ma contribuisce anche a sviluppare la forza e la flessibilità muscolare necessarie per sostenere il peso del corpo. Da sapere e tenere bene a mente che il gattonamento non è una tappa dello sviluppo: se il nostro bambino non gattona pertanto non è un problema.
Così, verso l'età di 11-12 mesi, molti lattanti iniziano a manifestare un crescente interesse a stare in piedi. Possono afferrare oggetti per sostenersi e si sollevano con il supporto di mobili o delle mani dei genitori. Questa fase è cruciale per il rafforzamento dei muscoli delle gambe e per sviluppare l'equilibrio.
Dopo l'anno di vita, infine, i piccoli compiono "il grande passo dei primi passi" indipendenti. Questo stadio richiede una combinazione di forza muscolare, coordinazione e bilanciamento. Qualche bambino potrebbe impiegarci qualche mese in più. Ognuno ha i suoi tempi. Durante questa fase, mamme e papà svolgono un ruolo importante nel fornire supporto e incoraggiamento.
Quanto tempo passa tra gattonare e camminare?
Il periodo tra il gattonare e i primi passi può variare notevolmente. A volte i bambini non gattonano proprio.
Alcuni bambini possono iniziare a camminare già a 11-12 mesi, mentre altri potrebbero impiegare più tempo, fino a 15-18 mesi.
È un processo individuale influenzato da vari fattori come la forza muscolare, la coordinazione e l'interesse personale del bambino per l'esplorazione del movimento.
Come stimolare i bambini a camminare
Per incoraggiare i primi passi, è fondamentale creare un ambiente sicuro e stimolante. Il bimbo deve sentirsi a suo agio e non va forzato a camminare qualora non abbia ancora mostrato interesse. Obbligarlo a mettersi in piedi e a muoversi servirebbe solo ad alimentare stress e timori nel piccolo, rallentando ulteriormente il processo di sviluppo.
Se però il bebé prova da solo a sollevarsi in posizione eretta o cerca di abbozzare piccoli passetti, allora i genitori possono attivarsi per favorire il raggiungimento di una tappa di crescita però – è bene ribadirlo ancora una volta – deve essere raggiunta dal bambino in modo autonomo.
Tempo sulla pancia
Favorire il tempo trascorso sulla pancia è un ottimo modo per rinforzare i muscoli del collo e delle spalle. In questa posizione poi il bimbo viene stimolato all'esplorazione (prima strisciando, poi gattonando), un'attività importantissima per "solleticare" il desiderio di scoprire cose nuove e provare nuove esperienze, come appunto un nuovo modo di muoversi nello spazio.
Gioco a quattro zampe
Anche incoraggiare il gattonamento attraverso giochi stimolanti, tappeti interattivi o attività che coinvolgano il movimento risultano sempre modi efficaci per associare l'attività motoria a sensazioni positive e divertenti.
Assistenza delicata
Quando un bambino prova a camminare, al 99% cadrà per decine di volte. Mamme e papà dovranno ovviamente essere presenti e attenti per controllare che il piccolo non si faccia male, ma questo non deve trasformarsi in una presenza opprimente.
Non lasciare libertà al bimbo o afferrarlo non appena casca sul sederino rischia di trasmettere solo ansia e senso d'insicurezza. Molto meglio dunque agire d'anticipo, creare un ambiente sicuro, sgomberare l'ambiente da potenziali pericoli (ostacoli, spigoli etc…) e far sentire il nostro sostegno al piccolo esploratore senza però interferire con i suoi tentativi.
Scarpe adatte
Anche scarpe e calzette possono contribuire e facilitare i primi passi del bambino. In casa via libera ai piedini scalzi o a calze antiscivolo, mentre all'esterno è consigliato far indosssare al piccolo scarpe leggere e flessibili per favorire il movimento.
Girello e carrello primi passi servono davvero?
L'uso di girelli e carrelli per i primi passi è ampiamente dibattuto. Mentre alcuni genitori li ritengono utili, altri pensano che possano ritardare il naturale sviluppo del camminare.
Negli ultimi anni gli esperti suggeriscono di evitare del tutto l'utilizzo di girelli e carrelli. Il motivo? Non solo non forniscono alcun aiuto significativo nello sviluppo delle capacità motorie, ma anzi lo rallenterebbero.
Il girello infatti riduce il tempo dedicato alle esperienze del gattonamento e porta i piccoli a muoversi soprattutto sulle punte dei piedi, cosa che non facilita l'apprendimento del corretto movimento.
Quando preoccuparsi se il bambino non cammina ancora?
È normale che i bambini sviluppino abilità motorie in tempi diversi. Se però il piccolo non ha iniziato a camminare entro i 18-24 mesi potrebbe essere utile consultare un pediatra.
La maggior parte delle volte, il ritardo è completamente normale, ma è sempre meglio essere sicuri e affrontare eventuali preoccupazioni con il professionista della salute.