Fare un figlio e mantenerlo per il primo anno di vita sembra non essere più una scelta per tutte le tasche.
A suggerire questa sconfortante constatazione è l'ultimo report dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori che ha recentemente aggiornato i costi sostenuti dalle famiglie italiane mantenere un bambino nel corso dei suoi primi 12 mesi di vita di vita.
Dando una rapida occhia alle cifre infatti, occuparsi delle necessità primarie di un bebè può comportare una spesa media che oscilla tra i 7.065,07 e i 17.030,33 euro, un rincaro rispetto agli anni precedenti del 5% per quanto concerne i costi minimi e dell'8% per quelli massimi.
Come gli stessi responsabili del report fanno notare, simili costi devono poi essere letti nel generale quadro di precarietà economica e lavorativa nella quale versano molte delle famiglie, il che si ripercuote inevitabilmente sul crollo delle nascite di cui si parla ormai da qualche mese a questa parte.
«É di poche settimane fa la notizia del tasso di natalità al minimo storico, meno di 7 neonati per 1.000 abitanti – scrive Federconsumatori – dato che testimonia, con evidenza, come il clima di difficoltà, incertezza e di paura, determinato dalla guerra, dai rincari e delle precarie condizioni economiche di molte giovani coppie spinge gli aspiranti genitori a rimandare i loro programmi a tempi migliori».
Cosa costa di più?
Ma quali voci di spesa sono interessate maggiormente dagli aumenti dei prezzi?
A pesare maggiormente sul budget familiare sono sicuramente passeggini (+27% per i prodotti di maggiore qualità), le culle (+14%) e i lettini (+12%), ma anche i pannolini impattano con una certa rilevanza sulle economie di casa, sia perché se ne devono acquistare molti, sia perché in questo caso il rincaro del 10% riguarda proprio i costi minimi, così come per gli sterilizzatori, i cui prezzi più bassi sono aumentati ben del 40% rispetto al 2021.
Aumentano anche pappe e latte, con un rincaro tra il 5 e il 7%.
Una simile situazione spinge molti genitori acquistare via Web molti prodotti della prima infanzia ed effettivamente lo shopping online sembra comportare un risparmio del 29% per i costi minimi e del 34% per le fasce di prezzo più elevate, anche se rispetto agli anni precedenti anche l‘e-commerce appare meno conveniente.
«È bene notare come i margini di risparmio legati all’acquisto online, vista la sua ormai ampia diffusione, si siano ridotti rispetto al 2021, quando si attestavano rispettivamente al 31% per i costi minimi e al 47% per i costi massimi – sottolineano i responsabili del report – Il costo complessivo diminuisce ancor di più se si ricorre al canale dell’usato: comprare prodotti di seconda mano consente di risparmiare sulla spesa finale da un minimo del 55%, fino ad un massimo del 62%. Rimane molto diffuso, soprattutto sui social network, anche lo scambio gratuito di prodotti usati».
Non si rinuncia a festeggiare
Curiosamente, nell'oceano di rincari italici, una delle voci più costose ma che comunque sembra sempre più diffuse è quella relativa alle feste in pompa magna per celebrare il compleanno o l'arrivo del bimbo.
I cosiddetti baby shower organizzati in casa hanno infatti un costo medio di 826,90 € (+8% rispetto al 2021), mentre le feste di compleanno per più di 30 invitati (tra adulti e bambini) si paariva di solto anche a cifre sopra il migliaio di euro (1.150,58 €, un rincaro del 9% rispetto al 2021).
Servono risposte efficaci
Alla luce della preoccupante tendenza che rischia di aggravare ulteriormente le finanze delle famiglie italiane, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy ha già dato mandato al Garante per la sorveglianza dei prezzi (detto anche Mr Prezzi) di convocare una riunione urgente per la neonata Commissione di allerta rapida sui rincari dei prodotti per l’infanzia per discutere delle possibili contromisure per rallentare la corsa forsennata dei prezzi.
Misure come l'assegno unico, il bonus nido e le varie detrazioni fiscali per i figli a carico non sembrano infatti essere sufficienti per sopperire alle spese necessarie per il soddisfacimento delle esigenze minime di un neonato.